Premessa - Anche in Trentino dove l'Autonomia e un governo migliore ci hanno permesso di pagare un prezzo più basso per la crisi che ha colpito il paese e per il crollo di fiducia, non possiamo pensare di avere una rendita sufficiente. Il messaggio “uniti per il senato, uniti per l'autonomia” ci ha permesso un risultato unico nel paese ma non basta.
Trento, 29 aprile 2013
L'autonomia è il nostro bene primario e dobbiamo rivendicarlo anche come prodotto del nostro impegno, dobbiamo rivendicare le differenze tra il nostro tessuto sociale e quello che è stato spazzato via dal liberismo e dall'esasperazione dell'individualismo, dobbiamo mostrare le differenze ma essere consapevoli che non sempre ci sono e non sempre bastano.
Ad ottobre non si voterà solo per chi ha difeso e governato l'autonomia, ad ottobre si voterà per chi dimostra di saper sintonizzarsi sulla lunghezza d'onda di chi esprime un disagio sociale e per chi darà risposte al disagio o rassicurerà sul futuro di questa terra.
Cambiare le facce è utile, lo abbiamo fatto e lo faremo, ma cambiare le politiche è decisivo.
Una prima sintesi.
La crisi economica e la caduta di credibilità da parte delle istituzioni della politica unite al calo delle risorse della Autonomia e al rafforzamento delle spinte centraliste ci obbligano a delineare una prospettiva di cambiamento che salvaguardando il meglio della nostra autonomia colga le opportunità proprie di ogni stagione di grandi mutamenti, consapevoli che la sfida impone la revisione di politiche non attente al limite e di consumi non responsabili.
Il Partito Democratico vuole essere protagonista nella costruzione di un programma per il futuro del Trentino e di una alleanza politica che riconoscendo i risultati del governo di centrosinistra autonomista faccia della Autonomia un modello efficiente di autogoverno e un laboratorio innovativo.
Un patto per il governo della Autonomia che, che pur valorizzando il meglio delle tradizioni si faccia carico delle istanze di rinnovamento, si apra maggiormente ai giovani e a coloro che non si sentono rappresentati o che non hanno appartenenze.
Dobbiamo consolidare e rendere più sostenibile il nostro livello di benessere e coesione sociale e lo dobbiamo fare rendendo il nostro sistema pubblico più efficiente e funzionale oltre che più sobrio. E' un dovere etico e lo dobbiamo assolvere con un partito e una coalizione plurali che si aprano al dialogo con tutti i soggetti che possono concorrere allo sviluppo del nostro sistema territoriale, offrendo strumenti reali di partecipazione e decisione democratica.
La prima preoccupazione è quella per il lavoro che è condizione per la piena cittadinanza di ciascuno, per la tenuta del nostro tessuto economico produttivo e per la dignità dei cittadini e delle famiglie.
Abbiamo attenuato gli effetti della crisi ricorrendo alle risorse della autonomia, migliorando le politiche del lavoro e attivando il reddito di garanzia, dobbiamo continuare a sostenere l'occupazione e a qualificare il lavoro a partire dal sistema formativo e dalla ricerca che sono i presupposti per ogni prospettiva di tenuta e di sviluppo. Investire sempre di più sul capitale umano, ossia sulla conoscenza, sulla formazione, sui processi di innovazione, sulla filiera dei saperi per garantire soprattutto ai giovani migliori opportunità di ingresso nel mondo del lavoro
Qualificare le politiche economiche nel segno della selettività, sostenere il ricorso al credito, contenere la pressione fiscale e potenziare le politiche attive per il lavoro e per l'occupazione femminile e gli ammortizzatori sociali sono alcuni degli obiettivi prioritari. Inoltre:valorizzare la cooperazione,generare politiche distrettuali e di filiera che privilegino i settori ad alto valore aggiunto e in grado di garantire al nostro tessuto imprenditoriale la necessaria competitività internazionale.
In un tempo in cui aumentano le disuguaglianze, irrompe il tema della dignità del lavoro, ed è messa a rischio la stessa coesione sociale, serve al Trentino un governo che si fondi su un rinnovato patto sociale e su una più forte corresponsabilità tra tutti i soggetti.
La seconda preoccupazione è quella per l'autonomia che deve rivendicare un assetto evoluto e innovativo, un'autonomia che guardi al terzo statuto conservando e rinnovando l'assetto regionale, rafforzando la specialità nel completamento dell'autogoverno responsabile, nella certezza delle risorse. nella continua e innovativa attuazione statutaria. Un sistema pubblico capace di ridisegnarsi riformando profondamente la propria amministrazione.
Una Provincia, equilibrata tra i propri poteri, legislativo ed esecutivo, capace di ridursi e di riconoscere e cedere poteri reali al governo delle comunità, un sistema di enti locali che si rivoluziona riducendone drasticamente il numero e il costo, un fare insieme che diventa imperativo e produttivo di una nuova qualità nella pubblica amministrazione, più leggera ma non meno efficiente nel servizio ai cittadini e alle imprese. Una salvaguardia del bene pubblico a partire dalle acque, dagli usi civici,dal demanio e dal patrimonio pubblico che costituiscono motivo di vanto per questa terra.
Con una sensibilità particolare per ogni forma di partecipazione che non si limita a quella pur importante offerta dai partiti , perchè la qualità della democrazia è data dal livello di partecipazione popolare e occorre aprire le nostre istituzioni non solo alla trasparenza e alla sobrietà riducendone i costi ma anche e soprattutto al controllo e alla partecipazione.
La terza priorità è legata al diritto di cittadinanza per tutti, che comporta accanto al lavoro un sistema di diritti e di doveri,partecipazione politica, cittadinanza attiva, di inclusione e di protezione sociale che fa leva sulle famiglie, sulle reti solidali e volontarie, sulla cooperazione e il terzo settore e che trova regia e garanzia nella organizzazione dei servizi pubblici, efficienti ma non sacrificabili nel livello assicurato.
Un sistema sociale che favorisce la natalità, da priorità alla infanzia e alle famiglie, eleva l'accesso e i risultati della istruzione pubblica, rafforza la prevenzione e ridisegna la rete dei servizi sanitari e la loro integrazione con quelli sociali rapportandogli alla nostra dimensione territoriale e quindi verificandone sostenibilità economica e qualità delle prestazioni.
Una politica inclusiva per i nuovi cittadini che vede nel pieno riconoscimento dei diritti e nel rispetto dei doveri la strada maestra per consolidare la convivenza e rafforzare la percezione della sicurezza.
La quarta priorità sono l' ambiente e il territorio che è forte nella sua valenza paesaggistica e naturale e nella ricchezza delle sue risorse,sapori e tipicità, e nella capacità di attrazione turistica, ma fragile come sicurezza del suolo e dell'ecosistema, necessario di una pianificazione urbanistica che non eroda più suolo e di una politica energetica, edilizia e della mobilità e dei consumi che rivoluzioni le cattive pratiche e le riorienti verso una reale sostenibilità. Un Trentino che punta alle reti ambientali, energetiche, tecnologiche e comunicative e a quelle della mobilità pubblica a partire da quella su rotaia, un Trentino non disponibile a politiche legate ad una vecchia concezione dello sviluppo basata su grandi infrastrutture stradali, su progetti non sostenibili o su un logica della spesa pubblica puramente redistributiva. Un Trentino consapevole dei limiti e delle risorse capace di indicare le priorità, anche rivedendo le vecchie pianificazioni attraverso le autonomie territoriali.
Un programma di governo non potrà che strutturarsi su queste grandi linee e chi si candida al governo non potrà, pur interpretandole che rispettarle. Assicurando la valenza politica di un patto che guarda al futuro del Trentino, garantendo una vera squadra di governo e la piena condivisione con la maggioranza consiliare. Apertura al confronto con tutte le componenti politiche , sociali ed economiche ma anche responsabilità nel non rinviare le scelte necessarie pur con il metodo della decisione democratica.