Nicoletti: «Io farò di tutto - aggiunge Nicoletti - perché nonostante le tensioni molto forti che sono emerse nel Pd e il disastro di questi giorni, dal cumulo di macerie, che io attribuisco all'immaturità del progetto, si possa riuscire a ricominciare. Lo dobbiamo fare per le molte persone che ci mettono il cuore, è il momento di farlo visto che con le dimissioni della segreteria si è azzerato tutto, ma andrà chiarita la linea politica perché sono emersi progetti politici divergenti».
L. Patruno, "L'Adige", 22 aprile 2013
Non sono piaciuti affatto nel Pd trentino i commenti dell'ex governatore Lorenzo Dellai, oggi capogruppo di Scelta Civica alla Camera, che ieri in un'intervista all' Adige ha dichiarato di ritenere ormai «insanabile» la spaccatura nel Pd, perché sono esplose le contraddizioni interne, prevedendo che presto nasceranno due gruppi parlamentari e che dalla scissione potrebbero riconfigurarsi nuove aggregazioni politiche riformiste, con la stessa Scelta Civica. Il segretario del Pd trentino, Michele Nicoletti, pur non nascondendo la gravità del momento che il partito nazionale sta attraversando, sorride alle affermazioni dell'ex presidente della Provincia e dice: «Questo è da sempre il suo segreto desiderio, è da anni che lo dice, anche se io penso che più che guardare agli altri, anche in politica, si dovrebbe cercare di migliorare le prestazioni proprie». Riguardo all'ipotesi, comunque possibile, di una scissione dell'attuale Pd in più parti, il segretario dichiara: «Io non credo che questo accadrà e resto convinto che quello di cui l'Italia ha bisogno è avere due poli responsabili. Nel Pd certamente i 101 elettori che hanno votato contro Prodi hanno dimostrato irresponsabilità con un atto inqualificabile, ma mi è dispiaciuto che in quella votazione non abbiano deciso di votare per Prodi anche altri partiti come Scelta Civica, c'erano molte ragioni politiche e personali per dire che Prodi come presidente della Repubblica ci stava bene». «Io farò di tutto - aggiunge Nicoletti - perché nonostante le tensioni molto forti che sono emerse nel Pd e il disastro di questi giorni, dal cumulo di macerie, che io attribuisco all'immaturità del progetto, si possa riuscire a ricominciare. Lo dobbiamo fare per le molte persone che ci mettono il cuore, è il momento di farlo visto che con le dimissioni della segreteria si è azzerato tutto, ma andrà chiarita la linea politica perché sono emersi progetti politici divergenti». Riguardo alla prospettiva di partecipazione del Pd a un governo con Pdl e Scelta Civica, sotto la regia di Napolitano, il segretario del Pd trentino dice: «Io penso che questi partiti debbano sostenere lealmente a un governo del presidente, che però dovrà avere un alto profilo tecnico, senza la partecipazione di politici, che invece dovranno occuparsi delle riforme costituzionali».
Il senatore Giorgio Tonini parla di «Pd spappolato e in confusione, senza vertice».
«Questo - sostiene Tonini - si deve alla vicenda sul Quirinale senza una chiara visione, con un Pd che ha sbandato da un estremo all'altro, senza bussola».
«Dopo le elezioni - dice il senatore - noi abbiamo parlato di governo del cambiamento e detto "mai con Berlusconi" senza fare i conti con un principio di realtà: non avevamo i voti e il M5S non aveva alcuna intenzione di fare un governo con noi né di contrastare Berlusconi. Grillo voleva spaccare il Pd, se no avrebbe accettato la proposta di governo di Bersani e la candidatura di Prodi, voleva imporre la scelta tra due populismi, il suo e quello di Berlusconi. Quando sento nostri militanti e dirigenti che dicono che dovevamo votare Rodotà rispondo che sarebbe stato come consegnarci a M5S, diventare la sesta stella. Per fortuna non è successo. Chi pensa che siano una forza di sinistra ha preso un abbaglio. Ora i partiti hanno dato carta bianca a Napolitano per fare un governo che faccia bene all'Italia e io penso che ci si può fidare della sua saggezza ed equilibrio. Anche tra nemici, Israele ed Hezbollah, si accetta che l'Onu faccia una tregua, consideriamo il nostro rapporto con Berlusconi come una tregua per fare alcune riforme che servono all'Italia e tornare poi al voto con regole nuove».
Sul futuro del Pd Tonini commenta: «Dellai fa una previsione legittima e un auspicio, non mi scandalizza. È il Pd che deve dimostrare che non è vero nel suo insieme dando un governo al Paese. Noi abbiamo bisogno dell'unità del Pd perché solo con la vocazione maggioritaria possiamo raccogliere la sfida dei 5 Stelle. Mi auguro che si faccia il congresso sulla funzione che vogliamo che abbia oggi il Pd l'Italia e che non diventi invece una resa dei conti fra tribù».
Anche la renziana Elisa Filippi non ha preso bene le parole di Dellai definendo «inopportuni i giudizi non corretti sul Pd da chi non ne fa parte».