Pinter: «Ogni contributo di idee in questa fase è senz’altro utile. Ma mi preme chiarire subito una questione. Chi dice che i partiti non si occupano di programmi, se si riferisce a noi si sbaglia di grosso: siamo una forza politica che governa provincia, Comuni e Comunità, i nostri amministratori parlano di programmi politici 24 ore al giorno».P. Morando, "Trentino", 18 aprile 2013
Sapeva da giorni che in pentola bolliva qualcosa: Trento è piccola, i segreti durano poco. Benché del manifesto programmatico di Raffaelli e Bonvicini ieri abbia solo letto sui giornali: «Attendo di leggere il documento finale». Ma in attesa del 10 maggio, quando i suoi estensori lo presenteranno pubblicamente, il presidente del Pd Roberto Pinter ha comunque già qualcosa da dire: «Ogni contributo di idee in questa fase è senz’altro utile. Ma mi preme chiarire subito una questione. Chi dice che i partiti non si occupano di programmi, se si riferisce a noi si sbaglia di grosso: siamo una forza politica che governa provincia, Comuni e Comunità, i nostri amministratori parlano di programmi politici 24 ore al giorno».Crede che questa iniziativa sia solo il primo passo verso la costituzione di un nuovo soggetto politico nell’area del centrosinistra? Sinceramente non lo so. Ma me lo chiedo. Se cioè questo è un semplice contributo sul piano delle idee o piuttosto il lancio di una piattaforma attorno a cui aggregare forze politiche. Tra l’altro, vedo che hanno aderito molti socialisti. Che fino a prova contraria siedono al tavolo della nostra coalizione. Teme che possano smettere di farlo? Andrebbe chiesto a Pietracci. Comunque sia, se posso fare una battuta, in questi giorni vedo in giro ben pochi lavoratori della vigna. E invece un gran proliferare di cantinieri. Sabato prossimo anche il Pd terrà una propria conferenza programmatica, a Rovereto, con quattro tavoli tematici su lavoro, autonomia, cittadinanza e territorio. Infatti. Non mi si dica che il Pd non si occupa di programma. Certo, posso capire chi dice che in passato alla centralità della proposta politica abbiamo privilegiato la discussione su nomi e persone. Ma proprio per questo ho insistito sull’organizzazione di questo appuntamento di sabato: prima la carta d’intenti, poi le candidature. Perché il tempo è poco: mentre quello che serve è una rivoluzione nell’impostazione del governo provinciale. Polemiche a parte, come giudica quanto è emerso? Ad esempio la Valdastico: stando al manifesto di Raffaelli e compagni, andrebbe realizzata al più presto. In generale non ho visto spunti in grado di modificare a fondo quanto dicevo, cioè l’approccio all’amministrazione provinciale. Sulla Valdastico, invece, mi sembra che si voglia riaprire una questione su cui come avevamo trovato un indirizzo condiviso. E si tratta di un passo indietro, verso un’idea di sviluppo del territorio che credevo superata. E sul bilanciamento dei poteri in Provincia, tra giunta e Consiglio? Proposte come quella di una commissione speciale per la conferma delle nomine di dirigenti e vertici degli enti, sembrano arrivare dritte dai banchi dell’opposizione. Il tema dei poteri del presidente della Provincia esiste ed è sempre stato dibattuto anche all’interno del Pd. Non c’è dubbio che con l’elezione diretta si sia creato un eccesso di potere in mano al presidente, anche nei confronti dei suoi assessori,problema peraltro in parte superato con l’abolizione delle porte girevoli. Certo, serve un maggiore equilibrio tra i poteri del presidente e del Consiglio. Ma al di là di interrogazioni e commissioni, l’aula può dotarsi di altri strumenti di controllo. No, la loro proposta non mi convince: si creerebbe un caos in termini di responsabilità nelle scelte.
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Partito Democratico del Trentino