Il presidente dell’Alto Garda e Ledro propone degli spunti di riflessione ai candidati delle prossime elezioni provinciali.
"Trentino", 15 aprile 2013
ALTO GARDA Sette argomenti per sette mesi, quelli che ci separano alle elezioni per il nuovo governo provinciale. Sette priorità che diventano anche sette interrogativi da sottoporre a chi si candida a rappresentare il nostro territorio ma soprattutto a guidare la Provincia.
A rompere gli indugi è il presidente della Comunità dell'Alto Garda e Ledro, Salvador Valandro, che di fatto sancisce l'avvio della campagna elettorale dopo che in questi giorni si sono viste le prime “scaramucce” che hanno coinvolto in particolar modo Ugo Rossi del Patt. Valandro esce allo scoperto indicando quelli che sono gli obiettivi per l'Alto Garda e Ledro. Eccoli.
Loppio-Busa. In cima alla lista Valandro ci mette il collegamento viario Loppio - Busa: “Ormai sono passati troppi decenni: abbiamo atteso abbastanza. Ora deve essere il momento del fare. Non possiamo più permetterci di disquisire sull'alfabeto delle soluzioni. Si faccia qualcosa e lo si faccia in fretta. Il tessuto socio economico del territorio lo richiede, il comparto turistico lo richiede, il comparto industrial-artigianale lo richiede”.
Discarica della Maza. Al secondo posto viene il tema della sicurezza della discarica della Maza. Secondo Valadro, la Provincia si deve impegnare, quale proprietario del sito, a renderlo sicuro e capace di affrontare qualsiasi emergenza. “Pare poi evidente – sottolinea – che il percorso vada tracciato chiaramente: la discarica va chiusa prossimamente”.
Polo fieristico. Terzo punto le scelte strategiche: il polo fieristico del Trentino deve essere l'Alto Garda. Si deve dare attuazione al progetto di riqualificazione e ampliamento del polo della Baltera. L'indotto generato dalle fiere – unitamente a quello generato dai congressi – sono di vitale importanza per l'economia della zona.
Turismo. Al quarto posto il turismo: deve essere riconosciuta l'eccellenza del nostro territorio anche con i fatti e il lago di Garda e il suo entroterra devono avere un ruolo di primissimo piano nella promozione del Trentino, con le annesse risorse.
Industria. Dal turismo all'industria: qui risiedono alcune tra le più importanti industrie della regione, perderle significherebbe un grave ammanco in termini di gettito fiscale, ma soprattutto un'enorme sciagura per i lavoratori e le loro famiglie: “Si attuino tutti gli strumenti necessari per far sì che il comparto industriale dell'Alto Garda e Ledro riesca ad uscire dalla crisi economica che ci attanaglia senza danni irreparabili. Le politiche a supporto del settore vanno potenziate e in taluni aspetti rese più efficaci, soprattutto nel lungo periodo.
Welfare. A questo fa eco la necessità di garantire uno stato sociale, un welfare, di alto livello. Non possiamo permetterci di arretrare rispetto ai livelli di assistenza programmati e non possiamo non garantire ai nostri cittadini i servizi di cui necessitano. Possiamo, altresì, favorire forme di razionalizzazione e potenziamento delle strutture esistenti, affinchè siano in grado di supportare in maniera idonea l'attività dell'Ente Pubblico”.
Parco agricolo. Altro tema il parco agricolo: un progetto che deve decollare, una volta raggiunta l'intesa con la Provincia e soprattutto una volta che quest'ultima abbia dedicato le necessarie risorse per implementarlo perché senza i necessari contributi provinciali, l'iniziativa non potrà avere corso e le potenzialità, anche in termini occupazionali e promozionali, rimarranno inespresse. “Propongo questi spunti di riflessione prima di tutto ai cittadini del nostro territorio – conclude Valandro – poi anche alle forze politiche e alle categorie economiche al fine di alimentare un percorso di riflessione programmatica sul nostro territorio utile a tutti. Ritengo importante che il territorio dell’Alto Garda e Ledro sappia fornire chiare priorità a chi sarà chiamato a governare la Provincia superando una volta tanto le nostre ataviche titubanze e timidezze (per usare due eufemismi) che ci impediscono di proporci come comunità, ma ci fanno apparire a chi governa il Trentino come i soliti irrimediabilmente litigiosi rivani, arcensi, torbolani, ledrensi, ecc.”.