Oggi la città ricorderà il suo ex sindaco. L'ultimo saluto a Giorgio Tononi, primo cittadino dal 1975 al 1983, sarà possibile a partire dalle 10, quando la salma sarà esposta nella camera ardente a palazzo Geremia. Salutando lui, in qualche modo si saluterà un pezzo di storia cittadina.
"L'Adige", 15 aprile 2013
E lo si farà con la stima e la considerazione che in queste ore da più parti si è sollevata, ricordando il protagonismo che Tononi dimostrò in momenti anche non facili. «Per chi, come me, - ricorda infatti Alberto Pacher - è stato sindaco di Trento, è impossibile non associare la figura di Giorgio Tononi alla vicenda Sloi. L'aver saputo assumere in tempi rapidi ed in un contesto davvero critico decisioni così forti, non solo è stato d'esempio per tutti noi amministratori del bene pubblico, ma ha di fatto dato il via ad un profondo processo di revisione delle procedure, sostenuto da una coscienza collettiva più matura e responsabile sui temi dello sviluppo, dell'ambiente e della sicurezza». E sempre alla vicenda Sloi corre il pensiero del presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti. «Sindaco di Trento in anni difficili, Tononi ha saputo cogliere i cambiamenti in atto nella società con scelte coraggiose e talvolta impopolari osserva Dorigatti, che ricorda la questione Sloi - Tutti ricordiamo la vicenda Sloi e la sofferenza, pagata anche di persona, di sospendere un processo produttivo che voleva dire occupazione e garanzia per molte famiglie, ma anche pericolo per l'intera città. Fu una scelta difficile perché il lavoro, l'occupazione, la sicurezza hanno sempre rappresentato gli obiettivi di fondo del suo agire politico. Io stesso lo ho potuto constatare nel corso di una difficile trattativa sindacale con la proprietà che non voleva sedere al tavolo con i sindacati. Fu il suo intervento, autorevole e perentorio, a costringere la controparte a cambiar atteggiamento».
Ma Tononi, prima di rappresentare un pezzo di storia del Trentino, è stato il fulcro della sua famiglia. Che ora ne ricorda la figura e l'esempio. «Quel che ci ha lasciato è soprattutto l'onestà, la forza di carattere e la capacità di prendere anche decisioni non semplici», ricorda il figlio Marcello. E il pensiero corre alla Sloi, e quella città che ha avuto il coraggio di scegliere la salute prima di tutto. Vista con gli occhi di oggi, una scelta obbligata. Ma all'epoca tutto era, tranne che una valutazione semplice. «Io posso testimonare la preoccupazione, che anche in famiglia si era vissuta. Per lui fu una decisione difficile, perché pensava alle molte persone coinvolte».
Ma se l'episodio dell'ex Sloi rimane il punto di volta dell'impegno politico, la parabola pubblica di Tononi non si esaurisce lì. «No, il suo impegno è andato anche oltre la politica, ed ha abbracciato molte realtà del sociale - osserva Marcello - un impegno costante, che gli ha dato però grandi soddisfazioni. E credo che negli ultimi tempi fosse felice, nel ricordare quello che è stato».
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TRENTO. Se n’è andato serenamente, Giorgio Tononi, circondato dall’affetto della moglie Marisa, sua compagna per cinquant’anni e del figlio Marcello e di tanti amici. L’ex sindaco di Trento per otto anni, dal ’75 all’’83, anni di grandi conflitti politici e scontro sociale (non a caso si alternarono alla sua guida nove giunte diverse) e poi assessore provinciale al turismo, fino all’ultimo, pur da tempo malato, è stato attento osservatore della realtà cittadina e non era raro incontrarlo a passeggiare fino a qualche mese fa.
È stato il non riuscire più a muoversi, a camminare nella sua città, che ha minato lo spirito ancora vivace. Nelle ultime due settimane di vita, Giorgio Tononi, è stato ricoverato all’hospice di Villa Igea. «Era molto debole - spiega il figlio Marcello, l’unico dei tre che vive a Trento - ma riusciva ancora a comunicare. Certo, le sue funzioni erano molto rallentate, ma la sua sofferenza maggiore era quella di non riuscire più a muoversi, ad essere autonomo». Ieri, a Trento, è arrivato anche il figlio Massimo, manager della finanza e presidente dell’Isa, sempre in viaggio tra l’Italia e l’Inghilterra, mentre Giulio, psichiatra all’Università del Wisconsin–Madison, arriverà dagli Stati Uniti nelle prossime ore. «Per questo - aggiunge Marcello - abbiamo fissato il funerale mercoledì 17 aprile, per essere sicuri che anche Giulio possa arrivare in tempo. Nel frattempo sarà allestita oggi la camera ardente a Palazzo Geremia, aperta dalle dieci». «Confesso - precisa il figlio - che eravamo un po’ restii all’idea di allestire la camera ardente, siamo sempre stati una famiglia molto riservata. Ma alla fine, anche sulla spinta del sindaco Alessandro Andreatta, abbiamo convenuto che ci sia l’occasione di un saluto pubblico della città».
Così oggi, la comunità potrà rendere omaggio all’ex sindaco, ricordato da tutti quelli che l’hanno conosciuto come una persona gentile, umana, perbene. Ed il luogo dove dare l’ultimo saluto al primo cittadino che ha avuto il polso fermo ed ha deciso di chiudere la Sloi, la «fabbrica dei veleni» con un decreto nel 1978, non poteva che essere la sede del consiglio comunale.
Il funerale si svolgerà con una funzione tenuta nella chiesa di Sant’Antonio, il suo quartiere, da dove era solito raggiungere il centro città sempre a piedi.
Del resto la montagna è stata una delle grandi passioni di Tononi. Il figlio Marcello ricorda che la domenica era sempre dedicata a qualche gita, ma in passato Tononi aveva anche arrampicato, aprendo anche delle vie nuove sul Brenta.
La malattia l’aveva molto debilitato e quello che faceva più soffrire Tononi era non potersi muovere e camminare come aveva sempre fatto per tanti anni, accettando di buon grado di parlare con chi lo fermava per qualche problema, per qualche difficoltà. L’altruismo, Giorgio Tononi, l’aveva dimostrato anche nel suo impegno nella Croce Rossa. Ora è il figlio a ringraziare chi ha assistito il padre all’hospice, con un’assistenza assidua. «Il personale è stato molto attento ed efficiente - commenta - e siamo stati molto bene impressionati per la professionalità di tutti».