"I risparmi stimati saranno di 767.730 euro all'anno". Così il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, ha presentato all'Aula gli effetti pratici della modifica del regolamento sul trattamento economico dei consiglieri, in discussione da questa mattina in Consiglio.L. Patruno, "L'Adige", 12 aprile 2013
Dal primo maggio entrerà in vigore il drastico taglio dei fondi ai gruppi consiliari proposto dal presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti e dall'ufficio di presidenza, con l'intesa di tutti i capigruppo. Il Trentino fa dunque proprio in toto il decreto Monti per la riduzione dei costi della politica. Ieri, il nuovo regolamento, che porterà a un risparmio stimato di 767.730 euro all'anno, che vuol dire oltre 3,8 milioni di euro a legislatura, è stato approvato dal consiglio provinciale con le sole astensioni di Franca Penasa (Lega), Marco Sembenotti (Lista Divina) e Giuseppe Filippin (Gruppo misto); il voto è avvenuto appena in tempo per evitare che scattasse il versamento ai gruppi della seconda tranche di finanziamento secondo i vecchi criteri, visto che le assegnazioni sono quadrimestrali. Nel dettaglio, il risparmio consiste in 186.500 euro in meno all'anno di indennità di carica per il presidente e gli altri membri dell'ufficio di presidenza del consiglio provinciale e da quelli sui rimborsi delle spese di viaggio dei consiglieri; altri 291.230 dalla riduzione delle sovvenzioni ai gruppi consiliari; 215.000 dal taglio di spesa sul personale dei gruppi; e infine 75.000 per l'abolizione totale del fondo per le consulenze. Il nuovo regolamento applica la cifra stabilita secondo i parametri concordati in Conferenza Stato-Regioni tra il governo Monti e i rappresentanti regionali. Visto che il criterio scelto a livello nazionale tiene come riferimento la regione più virtuosa, nel caso del Trentino la novità si traduce in un taglio molto significativo.Fino ad oggi infatti ciascun gruppo percepiva un contributo di 1.440 euro mensili, più 720 euro per ogni consigliere, per un totale di 190.080 euro a gruppo e 302.400 euro per i 35 consiglieri. La nuova norma stabilisce 5.750 euro all'anno per consigliere a copertura di tutte le spese, per un totale di 201.250 euro. Gli altri tagli riguardano la maggiorazione dell'indennità per i membri dell'ufficio di presidenza.«Il nostro ragionamento sulla necessità di intervenire su questi costi - ha detto ieri il presidente Dorigatti - parte dalle difficoltà che le famiglie, i lavoratori, i pensionati e le imprese stanno affrontando. Dalla necessità, da parte della politica, di dare un segno di fronte alle diseguaglianze che questa crisi sta sempre più esasperando e dalla necessità di andare incontro ad un sentire comune in base al quale siamo percepiti come dei privilegiati». Bruno Dorigatti ha ricordato che la modifica del regolamento è stata resa necessaria dal decreto Monti sui costi della politica, nati in seguito a scandali che «non hanno toccato il nostro Consiglio». I consiglieri Penasa e Sembenotti hanno però sostenuto che la Provincia di Trento avrebbe dovuto impugnare il decreto come fatto da altre autonomie speciali invece di applicarlo. Dorigatti ha risposto che: «Nasconderci dietro l'Autonomia per opporci alla parte economica del decreto Monti sarebbe stato profondamente sbagliato. L'Autonomia, per difendersi, dev'essere virtuosa». Il nuovo regolamento contiene anche nuove norme sul personale dei gruppi, che però saranno applicate dalla nuova legislatura. Proprio su questa questione c'è stato però uno scontro in aula tra la consigliera del Pd, Margherita Cogo, e il presidente Dorigatti, anch'egli del Pd, su un emendamento di Cogo che chiedeva più garanzie per i collaboratori dei gruppi. L'emendamento è stato infine dichiarato inammissibile perché in contrasto con norme nazionali.
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