"Grandi elettori", passa la linea del Pd

Il valzer dei grandi elettori del Trentino-Alto Adige per il Quirinale è terminato ieri alle 18 dopo un pomeriggio che ha visto il Consiglio regionale totalizzare il record di interruzioni per riunioni di maggioranza, minoranza e capigruppo. E va detto che la minoranza si è spaccata più della maggioranza. Alla fine questa è stata la terna di nomi che dal 18 aprile rappresenterà la Regione, accanto ai parlamentari, nella votazione del nuovo Capo dello Stato: Alberto Pacher (Pd, 35 voti), Rosa Thaler Zelger (Svp, 39 voti)) e Pino Morandini (Pdl, 14 voti), vale a dire il presidente della giunta regionale, la presidente del Consiglio regionale e un consigliere di opposizione.
F. Gonzato, "Trentino", 10 aprile 2013

Ma per arrivare a questa soluzione sono state analizzate e scartate altre varianti. Si tratta del compromesso raggiunto dalla maggioranza, trentina in particolare, per garantire un esponente del Pd. In una votazione così delicata, dove conterà ogni singolo voto, le segreterie nazionali dei partiti hanno chiesto di serrare i ranghi. «Hanno iniziato a telefonare questa mattina presto», raccontava Roberto Bizzo. Versione confermata da Richard Theiner, Obmann della Svp: «Sapeste quante telefonate ho ricevuto anch’io...». Aspettative? Così Rosa Thaler Zelger: «Sarei felice di partecipare alla elezione della prima donna presidente della Repubblica. Altrimenti è nota la nostra stima per Romano Prodi, sempre attento alle minoranze linguistiche».
Pacher: «Il sentimento è di grande onore. Aspetto di vedere i nomi sul tappeto». Morandini punta a «una figura di grande personalità, propedeutica alla formazione del governo. Il prossimo presidente dovrà agevolare il superamento del bicameralismo perfetto, il varo di una nuova legge elettorale e la riforma dello Stato». L’articolo 83 della Costituzione dà la massima libertà di manovra nella scelta dei grandi elettori: è previsto solo che il consiglio regionale nomini tre rappresentanti, garantendo i diritti delle minoranze. Non necessariamente i grandi elettori devono essere dei consiglieri regionali. Il verde Riccardo Dello Sbarba ne ha approfittato per lanciare una proposta caduta sonoramente nel vuoto: «Diamo un segnale di fantasia e rinnovamento, eleggiamo tre personalità esterne, persone come il rettore Daria de Pretis, le scrittrici Isabella Bossi Fedrigotti e Sabine Gruber, Reinhold Messner, il presidente degli imprenditori di Bolzano Stefan Pan». A inizio giornata la versione più gettonata prevedeva di replicare lo schema delle precedenti elezioni del Capo dello Stato: il Consiglio regionale aveva indicato il presidente dell’aula, il suo vice e un rappresentante dell’opposizione. Ciò avrebbe comportato la terna Thaler Zelger, il vice Marco Depaoli (Upt) e un consigliere di minoranza.
Altra ipotesi lanciata nei giorni scorsi puntava ai tre presidenti dei consigli provinciali e regionale: Maurizio Vezzali (Bolzano, Pdl), Bruno Dorigatti (Trento, Pd) e Rosa Thaler Zelger (Regione). Il Pd ieri ha insistito per esserci e la soluzione uscita dalla trattativa di maggioranza è stata Pacher-Thaler: o due presidenti, come da indicazione della Conferenza dei Consigli regionali A quel punto toccava alla minoranza. Mauro Minniti (La Destra) ha proposto Vezzali, poi il centrodestra si è orientato su Morandini. «Ha condiviso tante battaglie per la difesa della Regione, anche noi altoatesini ci sentiamo rappresentati da Pino», così Donato Seppi (Unitalia). Elena Artioli ha candidato Franca Penasa (Lega), che ha ricevuto 10 voti. Depaoli incassa l’esclusione con signorilità: «Sarebbe stato un grande onore, ma non sarebbe stato dignitoso accapigliarci per una nomina». Non hanno partecipato al voto Eva Klotz (Stf, «Vogliamo un futuro fuori dall’Italia») e Andreas Pöder (Bürger Union).