I senatori richiamano le forze di coalizione a rimettere insieme i pezzi a Pergine. Il parlamentare del Pd eletto in Valsugana avverte: «Andare divisi sarebbe una sciagura dopo il successo delle elezioni politiche e alla vigilia delle provinciali».L. Patruno, "L'Adige", 10 aprile 2013
La dissoluzione del centrosinistra autonomista a Pergine, mentre a livello provinciale gli alleati si stanno preparando con fatica alle elezioni del 27 ottobre, non è un buon viatico per l'appuntamento elettorale più importante. Per questo ieri i vertici dei partiti della coalizione si sono mobilitati in forza per cercare di ricomporre i pezzi del vaso infranto, convinti che non sia ancora detta l'ultima parola, anche se mancano ormai pochi giorno alla presentazione delle liste e ieri, dopo l'addio dell'Upt, anche il Patt sembrava orientato a tornare sui suoi passi lasciando solo il Pd con le sue primarie per un unico concorrente.Due appelli arrivano da Roma, dai senatori che sono i più sensibili alle ragioni dello stare insieme: Giorgio Tonini, eletto solo 40 giorni fa proprio nel collegio della Valsugana contro ogni pronostico, grazie allo sforzo comune dei partiti della coalizione; e poi Vittorio Fravezzi, esponente dell'Upt, eletto nel collegio della Vallagarina anche lui con il sostegno dell'intera maggioranza. Mentre il terzo senatore, Franco Panizza , che è anche segretario del Patt, ha lavorato per giorni, la settimana scorsa, per cercare di fare ragionare gli autonomisti perginesi e riportarli sui loro passi dopo l'addio che avevano annunciato per primi. Vittorio Fravezzi respinge il fatto che la responsabilità della rottura finale vada fatta ricadere tutta sull'Upt, ma distribuisce la colpa anche sugli altri: «Mi pare che ci sia stata una reciprocità nel non volersi comprendere. Purtroppo, noto ancora una scarsa cultura di coalizione nei vari partiti, ma mi auguro che i dirigenti più responsabili prendano coscienza dell'importanza del voto nel terzo comune del Trentino a pochi giorni dalle elezioni politiche e a pochi mesi dalle elezioni provinciali di ottobre». «Auspico - continua Fravezzi - che superate queste fibrillazioni, a Pergine ci si possa risedere intorno a un tavolo tutti insieme per vedere se è possibile superare le difficoltà perché le ragioni della coalizione vanno al di là dei motivi di singole persone o singoli partiti, ci sono ancora un po' di giorni e sono fiducioso».Il senatore del Pd, Giorgio Tonini , dichiara: «Faccio un appello al senso di responsabilità di tutti. Andare in ordine sparso è una sciagura e i cittadini non ne capirebbero le ragioni, soprattutto dopo il successo della coalizione alle Politiche a Pergine e alla vigilia delle Provinciali. Ora ci vuole un'iniziativa politica e i livelli provinciali si stanno muovendo, pur nel rispetto dell'autonomia comunale perché la partita non è chiusa».Il senatore Tonini, che lunedì non ha potuto partecipare all'assemblea provinciale del Pd nella quale si è deciso di rinviare la decisione sulle primarie provinciali, invita a valutare anche gli aspetti negativi delle primarie. «Le primarie di coalizione - dice - sono una cosa complicata, non è facile organizzarle come si deve, soprattutto se un partito della coalizione come l'Upt è freddissimo sull'opportunità di farle. Le primarie sono lo strumento per un partito a vocazione maggioritaria, quando si fanno di coalizione la cosa si complica, perché ognuno mette il suo candidato e poi si vede chi è il più organizzato. Non dico - conclude Tonini - che non vada bene, ma è difficilissimo, quando ci sono partiti della coalizione che le vivono come una forzatura, vale per Pergine e vale per la Provincia. In ogni caso, trovare l'accordo prima è esiziale». Su quanto sta accadendo a Pergine, il presidente del Pd trentino, Roberto Pinter , commenta stupefatto: «Fino a ieri governavano insieme e ora scoprono che non si sopportano, come le coppie».
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Partito Democratico del Trentino