Il giorno dopo il nuovo, drammatico balzo della cassa integrazione - a marzo, 800mila ore, quarto più alto picco negli ultimi 8 anni dopo giugno 2010 (1,3 mln), luglio 2012 (950mila) e luglio 2009 (910mila) - l'assessore Alessandro Olivi commenta: «Il deterioramento dell'edilizia è purtroppo evidente. E nell'industria manifatturiera cala la cassa ordinaria, ma cresce la cigs: sta cominciando a farsi sentire la lunghezza della crisi, più che l'intensità, vuol dire che la cigo sta finendo, gli ammortizzatori funzionano ma vanno verso l'esaurimento. E le imprese si infiacchiscono sempre di più»."L'Adige", 10 aprile 2013
E così, per difendere i lavoratori, vanno sperimentati altri strumenti. I contratti di solidarietà, che riguardano potenzialmente duemila lavoratori in una ventina di aziende trentine, sono una strada da percorrere. Lavorare meno per lavorare tutti è anche un segnale culturale: nella crisi si rimettono (forse) in discussione i diritti acquisiti e l'ingiusto fossato che separa i garantiti-privilegiati dai precari-senza rete.E Olivi ricorda che non c'è solo la solidarietà «passiva», da emergenza crisi, ma anche la cosiddetta solidarietà «espansiva» - strumento per gestire la crisi in uno sforzo innovativo delle parti sociali per un patto tra le generazioni: «Ai contratti di solidarietà ormai sperimentati, che servono a difendere i posti di lavoro, il dimensionamento occupazionale, ma anche la continuità produttiva e il mantenimento delle competenze in seno all'azienda, si aggiunge uno strumento innovativo per promuovere politiche attive di valorizzazione del lavoro dei giovani, prevista dall'ultima finanziaria provinciale».In sostanza l'azienda - attraverso i percorsi propri della concertazione - verifica fra i lavoratori a tempi indeterminato se c'è chi è disposto a ridursi il proprio tempo lavorativo, compensando questa riduzione con nuove assunzioni di personale giovane. «Qui lo strumento, che è e rimane di natura solidaristica - spiega l'assessore all'industria - diventa anche "proattivo", espansivo, ovvero finalizzato ad accrescere, in prospettiva, competenze e professionalità nell'azienda. Con incentivi significativi, sia per il lavoratore che si autoriduce l'orario di lavoro, sia per l'imprenditore, a prescindere dal vantaggio di far entrare in azienda nuove energie».Da un lato, al lavoratore che riduce il proprio orario l'Agenzia del lavoro può dare un contributo fino a 7mila euro annui, finalizzato a sostenere il suo reddito (è imminente la firma di una convenzione ad hoc con l'Inps). L'azienda, da parte sua, può dedurre interamente il costo della nuova assunzione dall'Irap.«I contratti di solidarietà espansivi - conclude l'assessore Olivi - rappresentano uno strumento che può essere utilizzato anche, ma non esclusivamente, nei momenti di crisi, che guarda al futuro dell'azienda ed in prospettiva della società nel suo complesso, dal momento che offre nuove opportunità ai giovani. È un ulteriore passo in avanti rispetto ai contratti di solidarietà per far fronte all'attuale crisi occupazionale».Verso una cultura della «condivisione del disagio», in una logica di eguaglianza tendenziale. La sfida dei nuovi ammortizzatori «provinciali» passa anche da qui.
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