La scelta di condividere prima con gli alleati le modalità di individuazione del candidato presidente. T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 9 aprile 2013Leggi l'articolo in pdf!LEGGI ANCHE:
Pd, i renziani «scaricano» Zeni. E sulle Primarie decisione rinviata: «Prima dobbiamo condividere il percorso con la coalizione», C. Bert, "Trentino", 9 aprile 2013Primarie, decisione rinviata. Il Pd prende tempo e ieri - nonostante in molti si aspettassero un voto sull’argomento (Zeni, Civico, il gruppo di ProssimaTrento) - il coordinamento provinciale ha ritenuto meglio soprassedere per evitare fratture con gli alleati. Il tema era di fatto l’unico all’ordine del giorno, dopo l’accelerazione impressa dal lancio della candidatura del capogruppo Luca Zeni, sabato scorso, che si è aggiunta a quella di Donata Borgonovo Re. I due esponenti democratici sono tornati entrambi a chiedere le primarie come strada per individuare il candidato del centrosinistra alla guida della Provincia. Ma nella coalizione non tutti sono d’accordo, non lo è in particolare l’Upt che preferirebbe cercare un candidato condiviso. Candidato che - vista l’indisponibilità di Pacher - non appare all’orizzonte. Ragione che spinge ancor più il Pd (ma anche il Patt che ha da tempo pronto il suo candidato, l’assessore Ugo Rossi) a chiedere le primarie. Ieri l’assemblea del Pd ha preso atto della proposta di sospendere la decisione avanzata dal presidente Roberto Pinter, il quale ha ricordato l’indicazione uscita pochi giorni fa dal vertice di coalizione: primarie solo se non si troverà la convergenza su un nome. «Non possiamo accelerare e farci noi le nostre primarie per poi mettere gli alleati di fronte al fatto compiuto», è la linea prevalsa. Anche perchè fare primarie interne contiene il rischio che il candidato vincente non sia poi gradito agli alleati. Intanto nel partito si continua a discutere della discesa in campo di Zeni. «La sua candidatura è una scelta personale che non è nata nei comitati Renzi». Elisa Filippi, che di quei comitati è la coordinatrice trentina, non c’era sabato all’iniziativa promossa dal capogruppo. E come lei mancavano all’appello anche gli altri principali esponenti del gruppo nato attorno al sindaco di Firenze: non si sono visti i consiglieri provinciali Andrea Rudari e Margherita Cogo, il consigliere comunale di Trento Andrea Robol, l’altro candidato alle politiche Piergiorgio Sester. Un’assenza che non è passata inosservata e che nel Pd nessuno legge come una coincidenza, visto che proprio Zeni è stato uno dei nomi di punta del gruppo renziano. Il sodalizio del capogruppo con Andrea Rudari pare essersi negli ultimi tempi un po’ raffreddato. «L’essere stati con Renzi su un progetto nazionale non vuol dire che si riproponga lo stesso schema a livello provinciale», chiarisce il consigliere, «ci saranno renziani che votano per Olivi e Borgonovo Re e bersaniani che sostengono Luca». Rudari mette in guardia dalle «corse personali»: «Non c’è niente di male se Zeni o altri cercano di raccogliere un consenso attorno a delle idee, l’importante è non dimenticare che si fa parte di un partito e soprattutto di una coalizione». «In questi anni - osserva - abbiamo vinto perché c’è stata una coalizione forte». E anche sul messaggio di rinnovamento lanciato da Zeni il distinguo c’è: «Serve più cautela. Le scelte di questi anni sono state fatte spesso in modo condiviso, anche con le parti sociali. Non ci sono scelte sbagliate, semmai da aggiornare alla luce del cambiamento in atto». Anche Elisa Filippi insiste: «Gli scenari provinciali sono diversi da quelli nazionali. In Italia veniamo da un governo di centrodestra, in Trentino governa il centrosinistra da 15 anni». «Quella di Luca è una scelta che non è nata nei comitati Renzi, ci sarà chi di noi lo sostiene e chi no. Da quello che ho letto l’iniziativa mi è sembrata bella e partecipata, anche se penso che su 500 persone non tutti fossero già convinti sostenitori». Secondo Filippi il Pd non deve temere una pluralità di candidature: «È una rappresentazione di forza, alle primarie di Roma i candidati erano addirittura 6. Le primarie sono importanti perché la gente ha bisogno di sentirsi coinvolta». Ma per Filippi «è importante anche tenere insieme la coalizione, pur rivendicandone la guida da parte del Pd». «Le primarie di coalizione a doppio turno potrebbero essere una formula intelligente per selezionare un candidato più forte. Spero che si apra un confronto vero sui modelli di sviluppo del Trentino, che significa parlare di mobilità, industria, energia».LEGGI ANCHE: Primarie, è braccio di ferro. E il Pd rinvia la decisione, L. Patruno, "L'Adige", 9 aprile 2013È cominciato ieri nel Pd il braccio di ferro sulle primarie: prima in coordinamento e poi in assemblea, dove il fronte dei sostenitori di Luca Zeni e di Donata Borgonovo Re, ha cercato di mettere ai voti subito la decisione di fare le primarie per la scelta del candidato presidente della Provincia. Con l'ipotesi di primarie di coalizione a doppio turno (in questo caso si presenterebbe anche più candidati del Pd) o primarie di coalizione a turno unico, che però sarebbero precedute da primarie di partito per poter selezionare al proprio interno un solo nome e non ridurre le chance del Pd di vincere le primarie nel confronto con i candidati degli altri partiti.Ma il neopresidente dell'assemblea, Roberto Pinter - sostenuto da Bruno Dorigatti e altri più vicini ad Alessandro Olivi - ha tenuto botta, ottenendo un rinvio di una settimana per non mettere la coalizione davanti a una scelta già presa per tutti dal Pd, visto che nel primo incontro, avvenuto venerdì scorso, era stato concordato di verificare se fosse possibile trovare subito la condivisione su un nome, rendendo di fatto superflue le primarie. E così la discussione è stata fatta slittare di una settimana, nonostante ci siano state non poche resistenze. Roberto Pinter la spiega così: «Una cosa è decidere alla luce di un percorso condiviso con la coalizione, una cosa è partire perché abbiamo deciso da soli. Va bene ragionare sulle varie proposte di primarie, ce n'è più d'una anche su quelle per i candidati di lista, ma è bene confrontarsi prima con la coalizione. Non è una bestemmia dire che si può verificare se c'è una condivisione su un nome, lo prevede anche lo Statuto. Se invece qualcuno concepisce le primarie come unica soluzione perché è l'unica che permette visibilità è un altron discorso». È chiaro che il riferimento polemico di Pinter è soprattutto a Luca Zeni, che ieri non ha partecipato all'assemblea ma era ben rappresentato, e a Donata Borgonovo Re, per i quali le primarie sono l'unico modo per poter partecipare al confronto. E infatti Luca Zeni , deciso a far passare già ieri sera il sì alle primarie, ribatte: «Ho paura che ci sia chi vuole rinviare per prendere tempo così poi non c'è più tempo per fare le primarie. Io invece penso che non sia giusto che la decisione del candidato presidente venga presa in una stanza dalle segreterie di partito. Le primarie sono nel nostro Statuto e non possiamo commettere l'errore di essere più lenti delle dinamiche della società. Non c'è tempo per tergiversare ancora. Le primarie sono un modo per mettere a confronto visioni che sono diverse fur facendo parte di una stessa coalizione e uno stesso partito. Io in questi anni in consiglio provinciale credo di averlo dimostrato».E Zeni replica così a Bruno Dorigatti e agli assessori Olivi e Rossi che lo hanno criticato aspramente ieri sull' Adige per la sua discesa in campo con «Start!» in vista delle primarie. Il capogruppo Pd è rimasto sorpreso dai fendenti così duri: «Non mi stupiscono di certo le critiche, soprattutto se vengono da altri candidati, ma devo dire che quelle gratuite lasciano il tempo che trovano». Zeni si è sentito ferito soprattutto dall'accusa di «giovanilismo» e «individualismo» sferrata da Dorigatti e di non aver parlato di lavoro. «Sabato - sottolinea - c'erano 500 persone, non parlerei di individualismo, e di tutte le età. Si è parlato soprattutto di lavoro, ma se una persona critica senza sapere.... Non si vuole capire che il Pd non deve chiudersi ma aprirsi e incontri come quello di sabato fanno bene al partito, come hanno riconosciuto anche Nicoletti e Tonini».
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Partito Democratico del Trentino