Su invito del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, la presidente della Camera, Laura Boldrini, potrebbe convocare già dal 18 aprile il Parlamento in seduta comune per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica.
L. Patruno, "L'Adige", 4 aprile 2013
Ma al momento c'è nebbia fitta su chi potrà essere il successore di Giorgio Napolitano, visto l'irrigidimento di tutte le forze politiche, che ad oltre un mese dalle elezioni sono lontane dal trovare un qualsiasi minimo accordo sul governo e si stanno guardando con ostilità anche sull'elezione del nuovo presidente della Repubblica, che a questo punto sarà lui a dover verificare la fattibilità della costituzione di un governo o in alternativa a decidere per lo scioglimento delle Camere. Tra le ipotesi c'è anche l'idea di una riconferma di Giorgio Napolitano, senza l'aspettativa di un intero settennato considerati gli 88 anni dell'attuale presidente, ma giusto il tempo per gestire questa fase particolarmente difficile.
Tra chi continua a insistere, contro tutte le resistenze di Napolitano, per un altro mandato per l'attuale capo dello Stato, c'è l'ex presidente della Provincia, oggi capogruppo di Scelta Civica alla Camera, Lorenzo Dellai . «È arcinoto - dichiara Dellai - che per me rivotare Napolitano sarebbe la soluzione migliore, perché in questo sistema in stato di disgregazione, l'unico punto di equilibrio è il Quirinale e Napolitano è una figura di garanzia. Ma l'ultima volta che gliel'ho chiesto, venerdì scorso, in occasione delle consultazioni, mi ha detto: "Vuoi che ti faccia vedere la mia carta d'identità?" e dice che toglierà il saluto a chi glielo chiederà ancora». Il timore per Scelta Civica è che il Pd voglia fare da solo o con un po' di voti dei grillini, che taglierebbe fuori loro e il centrodestra ipotecando anche le mosse per il governo.
«Noi - continua Dellai - non siamo ancora in una Repubblica presidenziale, in cui il capo dello Stato è rappresentante di uno schieramento politico, ma parlamentare e ha una funzione prevalentemente di equilibrio e indirizzo di alto profilo nonché di garanzia di tutte le parti. Da qui al momento del voto saranno tritate decine di nomi. Io in questo passaggio così delicato opererò perché si arrivi alla scelta di un nome non di schieramento, ritenendo ragionevole, perché questi sono i numeri, che sia un presidente espressione di un centrosinistra allargato. Certo, - conclude Dellai - dal nome che sarà scelto sapremo cosa vogliamo per il futuro del Paese: se resterà un arroccamento delle posizioni e si andrà presto al voto o si potrà ricostruire una trama per un governo e per le riforme elettorale e costituzionali che sono necessarie».
Anche il senatore del Pd, Giorgio Tonini , ha grande stima per Napolitano e lo conferma: «Io sono tra i fan più convinti di Napolitano, ma sono molto combattuto. Da una parte, penso che Napolitano sarebbe il garante ideale in una fase breve di transizione in cui le forze politiche dovrebbero mettere al riparo le istituzioni prendendo per intero il sistema francese: semipresidenzialismo e doppio turno insieme alla sostituzione del Senato con la Camera delle autonomie. Dall'altra so che sarebbe come chiedere a Napolitano un vero sacrificio e quindi da persona che gli vuole bene dovrei lasciarlo in pace. Anche perché - sottolinea il senatore Tonini - la rielezione ha un senso solo se nello scenario di una fase di profondo cambiamento costituzionale. Ma non sappiamo se questa legislatura sarà breve e del tutto inutile, senza cambiare nulla, o breve ma costituente». Tonini non ha grande fiducia, ma comunque non perde la speranza: «Nomi su possibili successori di Napolitano non ne faccio neanche sotto tortura, ma posso dire che mi auguro che sia una personalità che esprima unità e cambiamento. Si escludono a priori i nomi che dividono ed è ragionevole che sia espressione del centrosinistra». Il senatore della Lega nord Sergio Divina su Napolitano dice: «Ha fatto un pasticcio con il governo Monti, noi l'abbiamo criticato molto per questa forzatura e per aver trasformato di fatto il nostro sistema in una Repubblica semipresidenziale. Ma il giudizio complessivo che do è che non è stato malvagio».
Divina, in controtendenza, pensa che ci sia ancora la possibilità che si arrivi alla costituzione di un nuovo governo prima dell'elezione del nuovo presidente, se il lavoro dei saggi troverà convergenze su alcuni punti. E in ogni caso per la Lega è importante evitare un ritorno al voto con questa legge elettorale. Sul nuovo capo dello Stato, Divina dice: «Si fanno i nomi di Amato, Marini, Letta, Muti, Finocchiaro, Bonino, tutte persone che possono svolgere bene l'incarico: l'importante è che si arrivi al nome con una maggioranza molto larga».
Anche il deputato Pd, Gianclaudio Bressa , ritiene necessaria un'intesa: «Credo che il metodo corretto sia quello di trovare una scelta condivisa, che il Pdl possa immaginare di dettare il recinto in cui scegliere mi sembra una pretesa troppo grossa rispetto al risultato delle elezioni».