Il presidente bacchetta il capogruppo. Ma Nicoletti apre: "Cariche contendibili, ben vengano tutte la candidature".
C. Bert, "Trentino", 3 aprile 2013
Non sarà un «caso Zeni» ma l’iniziativa personale lanciata dal capogruppo in vista delle provinciali sta facendo discutere il Pd trentino. Perché l’evento di sabato prossimo a Trento Nord è letto da tutti come il primo passo verso una candidatura di Luca Zeni alla presidenza della Provincia.
Il neopresidente dell’assemblea, Roberto Pinter, critica i tempi dell’uscita di Zeni: «Non è una novità che lui coltivi la sua ambizione, quello che penso è che a volte le ambizioni personali dovrebbero dare la precedenza a quelle collettive, in questo caso del Pd. Avrei trovato più opportuno aspettare l’assemblea, condividere prima il quadro delle regole. Nessuno si sarebbe permesso di dire nulla sulle candidature, ci mancherebbe. Meglio però sarebbe stato che prima il Pd facesse la sua conferenza programmatica (in programma il 20 aprile), su cui innestare poi i contributi di ciascuno». A dare voce a un certo malumore dentro il partito sull’iniziativa in solitaria di Zeni ci ha pensato il presidente del consiglio Bruno Dorigatti: «Una fuga in avanti inopportuna, dimostra di non avere senso del partito e della coalizione», ha dichiarato al Corriere del Trentino chiamando in causa il segretario: «Non può fare il Ponzio Pilato davanti a gente che si candida da sola, vale per Zeni come per Borgonovo Re». La risposta arriva secca: «Il Pd è un partito aperto, dove le cariche sono contendibili. Scordiamoci i modelli del passato, guardiamo le reazioni alla nomina dei 10 saggi di Napolitano. Pensiamo davvero di poter governare i processi chiudendoci in una stanza?».
Il segretario Michele Nicoletti stoppa così i malumori interni: «Le regole ce le daremo, per favorire l’apertura e la partecipazione, non per bloccare le persone». Nella mossa di Zeni non vede nulla di inopportuno: «Ben vengano le iniziative che si muovono nel segno della proposta. Non mi pare di aver visto, né nella disponibilità di Donata Borgonovo Re né nell’iniziativa di Zeni, cose diverse dal mettere a disposizione idee, tempo, energie. Mi auguro che anche altri lo facciano, con spirito costruttivo. Sarei anzi preoccupato se nessuno si muovesse o se queste energie si muovessero fuori dal Pd». «Siamo il primo partito del Trentino, le ultime elezioni lo hanno confermato - analizza il segretario - se qualcuno vuole trasformarlo in un partito minoritario, non è la mia idea. Bersani ci ha insegnato la strada del coraggio, se altri vogliono proporre la strada della paura, io non la seguirò». E a Dorigatti Nicoletti lancia una frecciata: «Io non ho una visione clericale e autoritaria del partito. Mi fa sorridere che sia lui a invocarla, quando è stato il primo ad essere indisciplinato. Ricordo, quando era consigliere, di avergli chiesto di recedere da un’iniziativa personale critica nei confronti di un nostro assessore, e lui andò avanti». Solo un anticipo della partita che si giocherà sulle primarie interne.