Trattative nel centrosinistra. Il nodo primarie: aperte o chiuse?
A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 3 aprile 2013
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Oggi a Roma i parlamentari e segretari di Pd e Patt, Michele Nicoletti e Franco Panizza, si vedranno a Roma e sarà l'occasione per concordare il primo incontro di maggioranza in vista delle elezioni provinciali del 27 ottobre, che probabilmente sarà fissato per venerdì o sabato di questa settimana. «Ci sono anche Lorenzo Dellai e Vittorio Fravezzi a Roma - sottolinea Panizza - e quindi potremo già metterci d'accordo».
Ma mentre i leader dei tre partiti sono impegnati sul piano nazionale, in Trentino stanno emergendo le prime frizioni sul «caso» Pergine, dove si vota il 26 maggio e gli alleati sono lontani da un accordo, non sapendo neppure se saranno capaci di presentarsi uniti, né come come arriveranno alle elezioni provinciali e con quale candidato presidente.
Il capogruppo del Pd in consiglio provinciale, Luca Zeni , che vive a Pergine, vuole accelerare sia nella definizione dell'intesa per le comunali nella terza città del Trentino, che soprattutto sull'organizzazione delle primarie per la scelta del candidato di coalizione alla presidenza della Provincia. Per smuovere le acque, anche nel sui partito, Zeni ha organizzato una specie di «Leopolda» trentina sul modello di Matteo Renzi, con un incontro in un capannone riadattato a Trento nord per sabato con i suoi sostenitori all'interno del Pd ed esponenti della «società civile» interessati a parlare di programmi. «Da mesi e mesi che si sono evidenziate le esigenze - dichiara Zeni - di metodo e di contenuti e si è continuato a rinviare. La nostra iniziativa vuole sollecitare un coinvolgimento diverso, convinti che il Pd e la coalizione non possano rinchiudersi nei loro confini».
Zeni è pronto per un suo impegno in prima persona alle primarie per il candidato presidente, anche se formalmente l'ufficializzazione è prematura, visto che la coalizione non ha ancora deciso se farle o no; ma il messaggio che lancia con la sua accelerazione, sia alla coalizione ma soprattutto all'interno del Pd, dove non tutti sono convinti (Pinter e Dorigatti fra i più scettici) è che: «L'importante è che le primarie si facciano, perché pensare di arrivare alla scelta del candidato presidente consultando solo l' establishment , con accordi e spartizioni fra partiti, è inconcepibile, neanche l'apparato nazionale del Pd è arrivato a tanto, vorrebbe dire non aver capito cosa ci chiedono i cittadini».
Opposta è la linea del capogruppo dell'Upt, Giorgio Lunelli , che non esclude le primarie ma neppure le vuole dare per scontate visto che la coalizione non ha ancora affrontato il tema del candidato presidente. «Se vogliamo rinunciare - esordisce Lunelli - a verificare se c'è la convergenza su un nome che piace a tutti, perché qualcuno ha la fregola di fare le primarie, lo giudicherei un errore. Inviterei il Pd a valutare anche il rischio che le primarie rappresentino un'apertura solo apparente. Bersani ha vinto le primarie ma non ha vinto le elezioni e ricordo che nei comuni dove il Pd ha fatto le primarie si è ritrovato con sindaci come Pisapia, Doria, Orlando, De Magistris, che non erano del Pd. Non tutte le primarie sono alla Zingaretti».
Secondo Lunelli addirittura: «La coalizione potrebbe rischiare di saltare se qualcuno pensa di rimetterla in discussione completamente. Nell'accordo siglato per il Senato ci si è impegnati a consolidare la coalizione sul piano politico, su questo dobbiamo cominciare a discutere con chi già c'è ed eventualmente dove e come allargare il perimetro. Se vogliamo avere un approccio alla Grillo, pur essendo forze che hanno governato il Trentino in questi anni, dobbiamo sapere che chi tra gli elettori cerca Grillo sceglierà l'originale».