Un luogo appartiene a chi se ne prende cura. È un principio semplice, ma basilare. Questo nostro progetto dunque - al di là degli assetti societari, dei budget, dei consigli di amministrazione - si propone come un modello per «nuove pratiche di comunità», per governare efficacemente un sistema complesso come il sistema-Trentino. Anzi, a ben vedere, per andare a riempire di contenuti proprio quella formulazione («sistema-Trentino») che spesso rischia di rimanere una scatola vuota.
Alessandro Andreatta e Andrea Miorandi, "L'Adige", 22 marzo 2013
L' accesso all'acqua è uno dei diritti fondamentali dell'uomo. Lo ha stabilito nel 2010 una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. È dunque uno dei diritti umani più recenti, frutto di una sensibilità comune che si è imposta - faticosamente - solo in questi ultimi anni. Eppure ancor oggi nel mondo circa 884 milioni di persone vivono senza acqua potabile, ogni anno 5 milioni di uomini, donne e bambini muoiono di sete e il 12% della popolazione usa l'85% delle risorse idriche del pianeta.
Sono le cifre di una catastrofe quotidiana che la Giornata mondiale dell'acqua, promossa dall'Onu il 22 marzo di ogni anno, ha il merito di riportare per lo meno all'attenzione internazionale, ma che nessuna dichiarazione formale, per quanto solenne, è ancora riuscita a scalfire. Per passare dal piano delle buone intenzioni a quello molto più concreto delle soluzioni operative, occorre concepire - e praticare, difendere - il diritto all'acqua come diritto sociale. Solo così d'altronde si possono porre le basi per una vita degna di essere vissuta. Una questione nella quale si intrecciano giustizia sociale, solidarietà e partecipazione e che rispecchia perfettamente il concetto di democrazia iscritto, con felice lungimiranza, nella stessa Costituzione italiana.
L'acqua è un importante indicatore di qualità ambientale, e quindi un preciso indicatore del grado di benessere di una società. Rivendicando l'acqua come bene pubblico si rivendicano rapporti sociali ed economici fondati sull'eguaglianza e sulla soddisfazione dei bisogni di tutti, praticando una giusta partecipazione dal basso, una forma concreta di cittadinanza attiva.
In questi mesi le amministrazioni comunali di Trento e Rovereto hanno lavorato fianco a fianco nella costruzione di una nuova forma di gestione dell'acqua. Ciò che abbiamo ottenuto - e che troverà a breve forme e modi di illustrazione alle rispettive comunità - è una concreta risposta all'esito referendario del giugno 2011. In quell'occasione gli italiani si sono espressi con larghissima maggioranza (il 95,35%) contro l'affidamento della gestione di servizi pubblici locali di rilevanza economica a soggetti privati. In altre parole: gli italiani hanno affermato, con voce forte e chiara, la volontà di considerare l'acqua come un bene pubblico e non come un bene «privato».
Il progetto che Trento e Rovereto stanno costruendo insieme procede appunto in questa direzione. Qui sono coinvolti valori e contenuti che appartengono all'identità di questa terra. D'altra parte l'acqua è stata da sempre, anche in Trentino, un elemento fondamentale nella costruzione dei luoghi e delle comunità locali.
Vogliamo contribuire a fare dunque, del nostro pezzo di Trentino, un territorio in cui ci si possa riconoscere, ritrovando cioè gli elementi chiave di cui è intessuta la nostra stessa storia: l'acqua come simbolo di valori antichi, su cui poggiano le nostre radici; la capacità di autogoverno (non dimentichiamo che le acque urbane e il loro ciclo rivestono un ruolo fondamentale nell'autosostenibilità delle risorse locali); la valorizzazione dei saperi tradizionali e nello stesso tempo della capacità di innovazione che questa terra ha sempre saputo esprimere.
Un luogo appartiene a chi se ne prende cura. È un principio semplice, ma basilare. Questo nostro progetto dunque - al di là degli assetti societari, dei budget, dei consigli di amministrazione - si propone come un modello per «nuove pratiche di comunità», per governare efficacemente un sistema complesso come il sistema-Trentino. Anzi, a ben vedere, per andare a riempire di contenuti proprio quella formulazione («sistema-Trentino») che spesso rischia di rimanere una scatola vuota.
Comunità locali che sappiano autogestirsi con equilibrio ed efficacia sono comunità che esprimono un modello di sviluppo capace di produrre relazioni solidali. Per questo, ci sembra significativo che la Giornata mondiale dell'acqua quest'anno abbia come tema proprio la «cooperazione». Un tema con cui si identifica l'anima stessa di questa terra, che appartiene alla nostra tradizione ed è parte integrante del nostro patrimonio culturale.
Siamo convinti che l'Autonomia del Trentino non abbia ancora esaurito, per nostra fortuna, la sua formidabile spinta propulsiva e che abbia molto da dire anche sul livello nazionale, nel quadro di un Paese che voglia davvero rifondare se stesso a partire dalle capacità di autogoverno delle singole comunità. Ma la nostra Autonomia riuscirà in questo intento solo se saprà coniugare il grande patrimonio di saperi e di esperienze della sua storia con la capacità di visione e di innovazione.