Roberto Pinter non ha i voti necessari nell’assemblea del Pd per diventare il «traghettatore» del partito fino alle elezioni provinciali di ottobre. Alla vigilia dell’assemblea di domani sera (che sarà preceduta dal coordinamento provinciale), è questa la conclusione a cui i dirigenti democratici sono giunti dopo settimane frenetiche di incontri e trattative per trovare una via d’uscita che eviti la spaccatura.
C. Bert, "Trentino", 21 marzo 2013
Così quella che sembrava l’opzione più probabile dopo che il segretario Michele Nicoletti (eletto in parlamento) ha rimesso il suo mandato, oggi sembra sfumata. E riprende quota l’idea che alla guida dei Democratici alla fine possa restare lo stesso Nicoletti, semmai con una redistribuzione degli incarichi di segreteria. Il segretario tecnicamente non si è dimesso ma ha rimesso il mandato all’assemblea provinciale, facendo però capire che avrebbe preferito dedicarsi al suo nuovo impegno a Roma.
Dall’assemblea del 4 marzo sono passate quasi tre settimane ma una soluzione unitaria non è emersa. Pinter, attuale responsabile degli enti locali, ha affiancato Nicoletti nella difficile trattativa con Patt e Upt per le politiche che ha portato all’accordo sui collegi del Senato. In molti vedono dunque in lui l’uomo di esperienza e garanzia capace di guidare il partito nei prossimi mesi, quando ci sarà da affrontare la trattativa con i partner di coalizione per individuare il candidato presidente della Provincia, e poi la composizione della lista di candidati al consiglio provinciale. Tanto più considerando inopportuno un doppio incarico di Nicoletti, deputato e segretario in una fase così intensa.
Tra i sostenitori di Pinter ci sono il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, che ha lanciato un appello all’unità e alla convergenza sul nome del responsabile enti locali, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, il sindaco di Villa Lagarina Alessio Manica e un gruppo di giovani che hanno pubblicamente sostenuto la sua candidatura a segretario protempore.
Ma nel partito c’è un fronte composito che invece ha da subito osteggiato l’ipotesi Pinter, giudicata espressione della vecchia politica. Il timore, in particolare, riguarda il fatto che Pinter non sarebbe garanzia sufficiente di primarie aperte per la scelta del candidato governatore, e dunque potrebbe frenare candidature come quelle di Donata Borgonovo Re e Luca Zeni. Di questo fronte fanno parte i consiglieri Mattia Civico, Margherita Cogo, lo stesso Luca Zeni, ma anche Sara Ferrari (che ha proposto di azzerare tutte le cariche di segreteria facendo spazio a un gruppo di giovani), così come Prossima Fermata Trento (Vanni Scalfi, Andrea Pradi, Elisabetta Bozzarelli, Thomas Deavi). Nei giorni scorsi è circolato il nome di Sara Ferrari, che avrebbe il sostegno di Zeni, ma l’interessata si è già detta indisponibile. E così, in assenza di un’alternativa capace di aggregare attorno a sè il consenso dell’assemblea, la soluzione più probabile è che il segretario dimissionario resti in carica. Il presidente dell’assemblea, il senatore Giorgio Tonini, ha già detto che la situazione va sbloccata domani sera: quindi, se non ci sarà un’alternativa in campo che gode della maggioranza necessaria (i due terzi dell’assemblea di 64 componenti), Tonini non metterà ai voti le dimissioni di Nicoletti.