Segreteria Pd, in 40 sulla linea Pinter

In vista dell'assemblea provinciale di domani sera, in cui si discuterà delle dimissioni del segretario provinciale Michele Nicoletti e dell'eventuale incarico a Roberto Pinter, che si è fatto avanti come segretario «traghettatore», una quarantina di esponenti politici e amministratori del Pd - molti dei quali già si sono espressi pubblicamente pro Pinter - hanno firmato un documento con cui fanno un appello ad abbandonare le polemiche sui nomi (in risposta a chi come i consiglieri provinciali Zeni e Ferrari ha detto no a Pinter nel nome del cambiamento) e a concentrarsi sulle priorità del programma da condividere con la coalizione, senza fughe in avanti e personalismi.
"l'Adige", 21 marzo 2013

«ll Pd del Trentino - si legge nel documento - ha la responsabilità di acquisire, con la propria capacità progettuale, un ruolo da protagonista nella costruzione del programma per il futuro del Trentino. Quindi, al di là dei tatticismi, dobbiamo misurarci sulle questioni vere se vogliamo assumere un ruolo di leadership: un "di più" di politica è una necessità per superare le attuali fibrillazioni e per rendere il Pd il baricentro di un'alleanza che vuole fare della nostra Autonomia, in modo sempre più vigoroso, un modello efficiente di autogoverno e una fucina di innovazione. Il rischio è oggi infatti quello di perdere di vista i contenuti e i programmi».
«Il Pd trentino - proseguono i firmatari - dovrà sempre più essere il perno della coalizione di centrosinistra autonomista: un partito inclusivo e plurale e che sa interloquire con tutti i soggetti determinanti nel delineare le strategie di sviluppo del sistema economico. Un partito che sa anche offrire maggior spazio agli amministratori che nei diversi livelli istituzionali stanno maturando fondamentali esperienze nel governo della complessità del quotidiano e che sa diventare il primo punto di riferimento per chiunque, soprattutto tra i più giovani, avverta il bisogno di partecipare e di contare nei processi che determinano le scelte collettive».
Il documento esorta inoltre a rafforzare la coalizione sul piano politico: «Il suo successo sarà infatti tale nella misura in cui le forze politiche che la compongono non saranno legate esclusivamente da un accordo di legislatura, ma saranno in grado di aggregarsi intorno ad un patto per il governo dell'autonomia che abbia un'agenda molto più ambiziosa che non quella dettata dalle scadenze elettorali». E sul candidato presidente si precisa: «Non dobbiamo rischiare la frammentazione con candidature che non rappresentano quell'intreccio di culture politiche che hanno costruito l'Autonomia trentina». Si evidenziano anche i rischi delle primarie e del nuovismo. «Pensiamo - prosegue - a un partito che, oltre allo strumento delle primarie, del quale dobbiamo valorizzare la capacità di offrire un'opportunità di ampia partecipazione, si dimostri aperto a contributi nuovi e plurali. Sicuramente i cittadini hanno bisogno di leader nei quali riconoscersi, la politica però non può ridursi ad uno scontro tra personalismi: una stagione di rinnovamento vero richiede uno sforzo di contaminazione con il vissuto delle persone e la capacità di svilupparsi in luoghi e modi non tradizionali e rituali. Questo senza dimenticare che la politica è un'avventura collettiva e come tale ha bisogno delle competenze e delle esperienze di molti».

Volutamente esclusi i tre assessori provinciali, tra i 40 firmatari ci sono invece:  Bruno Dorigatti, Michele Nardelli, Italo Gilmozzi, Lucia Maestri, Ivana Di Camillo, Laura Froner, Alessio Manica, Giuliano Muzio, Tiziana Betta, Michele Bontempelli, Claudia Merighi, Giulia Robol, Fabrizio Gerola, Fabiano Lorandi, Nicola Ropelato, Alessandro Betta, Marco Laezza, Stefano Barozzi, Michele Ciech, Maria Pia Gottardi, Luigi Rossi.