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M. Anelli, "L'Adige", 5 maggio 2009
«A volte conviene più vincere che stravincere». Detto dal neosindaco Silvano Corradi al collega Carlo Stefenelli che ieri sera gli telefonava per congratularsi del successo.
Con il 55,95 per cento di preferenze, Corradi è ben lontano dal 73,20 incassato da Anderle nel 2005, ma i pesi in campo allora erano diversi dagli attuali. Mostra comunque soddisfatto due cifre, che pone a raffronto: i 5.869 voti di preferenza incassati contro i 4.621 degli altri cinque competitori assieme. Ed il distacco di 35,43 punti percentuali che ha inflitto a Pintarelli. Dal primo pomeriggio il suo cellulare non ha smesso di suonare («Il ragazzo della via Gluck» nella suoneria»): amici trentini e non per complimentarsi, politici provinciali, Mellarini e Dellai, ecc. Corradi, temeva il ballottaggio? «La logica dei numeri mi consolava, ma l'ipotesi era nell'aria. Ritengo che la vera novità di queste elezioni sia la lista di Daniela Casagrande . S'era tentata la medesima operazione anche alle elezioni di Borgo Valsugana, con l'obiettivo di portarci al ballottaggio. Qui da noi non ci sono riusciti solo perché, nonostante le difficoltose trattative dentro la nostra coalizione, siamo rimasti compatti. Il timore c'era, al ballottaggio ci saremmo trovati difronte alle liste di Diego Pintarelli , Daniela Casagrande e di Lega Nord alleate». Quando s'è accorto che poteva farcela? «Alle 8.30 ho aperto la sede dell'Upt e subito dopo m'hanno telefonato dalla sezione di Valcanover dicendomi del vantaggio che già avevo, nonostante fosse una roccaforte di Lino Piva , del gruppo Pintarelli. L'ho considerato un presagio fausto. Poi ho seguito passo dopo passo l'esito nelle frazioni dove ero in buon vantaggio e quindi in centro, dove è diminuito, ma ho comunque tenuto». Che ne dice sua moglie? «È contenta della mia vittoria, ma perplessa perché il nostro ménage familiare dovrà per forza cambiare. I mie figli sono orgogliosi del mio successo». Anderle l'ha chiamata? Si dice che lei ne sia condizionato. «Sono assolutamente sereno e tranquillo, ascolterò le esperienze di tutti, ma le mie decisioni saranno sicuramente autonome. Io alle 9 di domani (oggi, ndr) sarò in comune». Come intende impostare la sua sindacatura? Con quale metodo? «Vorrei iniziare con una consultazione generale delle forze politiche che m'hanno sostenuto. È mia intenzione coinvolgere assai di più nelle scelte i consiglieri comunali ed i fiduciari frazionali. E, lo dico subito, non voglio essere il sindaco che nella prima legislatura pepara e nelle seconda conclude. Voglio concludere entro i miei sei anni e dopo godermi la pensione». Subito al lavoro, per fare cosa? «Vanno riorganizzati quanto prima gli spazi comunali a partire dai centri sportivi. Non è possibile averne uno nuovo e grande, ma obbligare le squadre di calcio a giocare fuori, a costo di fare società apposite di gestione. Poi cambiare il regolamento urbanistico per agevolare le ristrutturazioni dei centri storici. E voglio affrontare subito anche il nodo dell'ospedale Villa Rosa». Come distribuirà i posti in giunta? Esclusivamente secondo il peso elettorale delle sei liste che l'hanno sostenuta, come preannunciato giorni fa? «Ci penso domani, visionando con attenzione i risultati, comunque entro la prossima settimana ci sarà la nuova giunta». Con tutti i sei della coalizione? «Probabilmente no, la matematica non ci aiuta. Decideremo assieme». Guardi che nella coalizione si stavano distribuendo le poltrone non appena conosciuti i risultati elettorali: una all'Upt, due al Pd, due al Patt ed una all'Usap. Che ne pensa? «Per ora posso solo dire che il Pd avrà due assessorati». Come valuta il risultato delle sei liste che l'hanno sostenuta? «Sono sorpreso dei Verdi e dell'Udc, entrambi sotto le attese».
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