È stata convocata per venerdì prossimo l'assemblea provinciale del Pd, che dovrà esprimersi sulla decisione del neodeputato Michele Nicoletti di rimettere il mandato da segretario. Le opzioni sono: pregare Nicoletti di restare; affidarsi a Roberto Pinter, che ha già dichiarato di essere disponibile a fare il «traghettatore» fino alle elezioni; o scegliere un altro candidato, se ci sarà qualcuno capace di trovare una fiducia più larga (nessuno però sembra in grado di avere i necessari due terzi dell'assemblea); oppure fare il congresso per un nuovo segretario, strada che però pochi sostengono sia opportuno seguire in questo momento.
L. Patruno, "L'Adige", 18 marzo 2013
Il presidente del consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, chiede al segretario Nicoletti di prendere l'iniziativa per cercare di sbloccare la situazione in vista dell'assemblea.
Presidente Dorigatti, lei cosa si augura per la segreteria del Pd trentino?
Mi auguro che Nicoletti dica che si dimette e dia indicazione per Roberto Pinter come segretario di transizione fino alle elezioni provinciali. Poi, si farà il congresso. Dobbiamo chiudere presto la questione per non dare l'idea che sia un problema di sedie, mentre il Pd si deve occupare di costruire una proposta per il Trentino dei prossimi anni.
Ma Nicoletti non lo ha già detto che si dimette?
Lui ha rimesso il mandato all'assemblea non ha presentato le dimissioni, anche se ha fatto capire che preferirebbe non rimanere segretario. E fa bene perché anche se non è prevista l'incompatibilità per statuto non credo che da Roma potrebbe occuparsi della segreteria. Anche quando si dimise Pacher io ero stato tra i primi a dire che doveva farlo al più presto.
Sa bene che ci sono alcuni suoi colleghi consiglieri provinciali che non gradiscono il nome di Pinter. Se ci fosse un altro candidato?
L'autorevolezza di un nome come segretario non si improvvisa all'ultimo minuto. Pinter fa già parte della segreteria del partito e sarebbe una scelta in continuità che darebbe forza al Pd anche nei rapporti con gli altri partiti della coalizione.
Ma c'è chi teme che non dia garanzie sufficienti sull'organizzazione delle primarie e ritiene Pinter espressione del «vecchio» Pd. Anche lei è critico rispetto alle primarie per la scelta del candidato presidente. Non è vero?
Io sono favorevole alle primarie di coalizione, sulle quali mi pare che anche le altre forze politiche siano disponibili a discutere. Sono contrario invece al fatto che le primarie possano essere trasformate in una fiera delle vanità.
Cosa vuol dire? Pensa che ci saranno tanti candidati solo per avere visibilità? Ma non è positivo che ci sia una maggiore partecipazione?
Non ritengo che sia positivo che ci siano troppi candidati, con persone che già sanno che non hanno possibilità di vincere, ma che si presentano solo per farsi una pre-campagna elettorale. È corretto che il Pd come primo partito possa fare la sua proposta agli alleati, ma proprio per questo dovrebbe cercare di fare prima un confronto al suo interno sui possibili candidati, perché se tutti vogliono correre rischiamo di creare solo confusione.
Come può fare il Pd ad evitare il proliferare di candidati alle primarie?
Ad esempio, con delle regole che prevedono che se uno si candida alle primarie per la presidenza della Provincia non può presentarsi come candidato nella lista del Pd.