Le recenti elezioni politiche ci consegnano un risultato che ci obbliga ad un’analisi impietosa: non siamo riusciti a comunicare con efficacia un programma di governo che aveva tutti gli elementi per dare all’Italia gli strumenti per affrontare la crisi e diventare un Paese più giusto; non siamo riusciti a capitalizzare il patrimonio di entusiasmo e partecipazione accumulato con le primarie per la scelta del candidato alla Presidenza del Consiglio; non siamo stati capaci, e forse in alcuni casi non abbiamo voluto, portare fino in fondo quel processo di rinnovamento della classe dirigente che il nostro elettorato e la nostra base ci chiedono.
Trento, 13 marzo 2013
Apparentemente di ben diverso tenore i risultati in Trentino e nella nostra città: a Trento abbiamo sostanzialmente tenuto sul piano delle percentuali rispetto alle Comunali del 2009 (da 29,80 al 29, 08), ma aumentato in termini di voti assoluti (da 14460 a 19752) Questo avviene anche a fronte di una aumentata partecipazione al voto (dal 60% circa all’80,92% del mese scorso); ci sono quindi stati 20 mila elettori in più dei quali ci avrebbero votato più di 5 mila, il che sembrerebbe un risultato incoraggiante, ma è bene ricordare che i Socialisti non erano presenti con lista propria il 25 febbraio ed è lecito supporre che i circa 1500 voti che presero alle Comunali del 2008 possano essere confluiti sul Pd, ridimensionando quindi gli elementi di soddisfazione sopra accennati. Sono riflessioni in parte simili a quelle che potremmo fare in riferimento alle Provinciali del 2008, quando il PD venne votato da 18.925 concittadini corrispondenti al 31,93% dei voti.
Questa breve dissertazione ci dice però alcune cose chiare: il PD di Trento è vivo e vegeto, è presente nell’amministrazione della città e dei quartieri, è ben radicato nella comunità che rappresenta, nelle sue composizioni sociali, culturali, economiche, nell’associazionismo e nel volontariato; i nostri circoli sono presenti e attivi, sanno mobilitarsi quando chiamati e sanno sviluppare una riflessione politica e culturale che, purtroppo, non sempre trova sbocco nel governo della città e nel Partito cittadino. I numeri ci dicono anche che, pur in presenza di un progressivo radicamento diffuso su tutto il territorio provinciale, peraltro ancora marcatamente prevalente nei centri urbani (come dimostra l’ottimo risultato del PD di Rovereto), a Trento il PD raccoglie ancora il 25,1% dei suoi consensi. Questo significa una cosa molto semplice: abbiamo una grande responsabilità che si unisce a quella dovuta alla responsabilità per il governo della città: abbiamo il dovere di essere esigenti con noi stessi e con il nostro partito per poter essere il più utili possibile al PD del Trentino, consapevoli che solo il gioco di squadra e le responsabilità condivise danno senso alla nostra idea di politica.
Infine un’ultima considerazione, senza la quale tutte le precedenti perderebbero di senso: il risultato del M5S, al di là di semplici, ancorché condivisibili, considerazioni sul populismo e la demagogia e sulla violenza del linguaggio politico, ci impone una considerevole dose di lucidità, consapevolezza e autocritica: nel voto grillino c’è una parte del nostro elettorato, ci sono quelli che guardarono con speranza alla nascita del PD, ma se ne allontanarono; nel voto grillino c’è una domanda di partecipazione e trasparenza, una forte richiesta di rigore etico e di senso civico che fanno parte del DNA del nostro Partito e che sono gli stessi motivi per i quali noi stiamo nel PD. In questo momento i proclami servono a poco, ancora meno serve chiuderci e demonizzare. Una sola cosa dobbiamo fare: raccogliere la sfida, ed è quello che faremo!
Qualora le dimissioni del segretario provinciale fossero confermate, vogliamo ringraziarlo per la preziosa opera svolta in questi quattro anni, per aver condotto il Partito attraverso momenti delicati ed averlo accompagnato nella sua crescita e nel suo consolidamento. Chiediamo anche, e lo facciamo con fermezza, che si giunga il prima possibile ad una ridefinizione degli organi dirigenti che ci consenta di prepararci alle elezioni di ottobre con un progetto di Autonomia sostenibile da mettere a disposizione della coalizione e di tutti i Trentini e ribadiamo la necessità che la scelta del candidato Presidente del Centro-sinistra autonomista non possa che avvenire attraverso le primarie.
Ma le cose da fare sono molte, a cominciare dal rafforzamento del PD a Trento e dal sostegno all’azione di governo che esprimiamo in città e nelle Circoscrizioni. Per questo ci proponiamo le seguenti priorità:
- Rafforzare la condivisione tra Partito e gruppo consiliare del Comune, individuando una comune piattaforma web e avviando un processo di riforma del Coordinamento cittadino che valorizzi la rappresentanza del gruppo consiliare e dei gruppi circoscrizionali
- Dare vita ad un gruppo di lavoro che affronti il tema della riforma del decentramento
- Sostenere l’azione del governo della città formulando proposte puntuali sui seguenti temi: sviluppo economico e lavoro, diritti civili (testamento biologico, microaree, moschea), riforma del decentramento, sicurezza.
- Vogliamo infine contribuire alla costruzione del programma di governo per le prossime elezioni provinciali, in particolare sul tema del rapporto tra la città capoluogo e l’amministrazione provinciale, al fine di riconoscere a Trento le sue peculiarità, le sue esigenze e permetterle di svolgere al meglio il ruolo naturale di polo attrattore e punto di riferimento per tutti i trentini
Restano confermati i gruppi di lavoro su politiche sociali (Franceschini e Pedrotti), Urbanistica ((Salizzoni) e mobilità (Deavi e Betti)