Miorandi: «Ci siamo tutti resi conto che è inutile affidarsi agli scontri in un periodo difficile per le famiglie come questo». In calendario incontri ad hoc per decidere i temi da discutere. Il voto sul documento contabile previsto prima di Pasqua.
N. Guarnieri, "L'Adige", 8 marzo 2013
La crisi? Per certi versi fa bene alla politica. Almeno a Rovereto visto che in Italia non si può certo parlare di effetti «benefici» del cataclisma economico che da anni, ormai, investe il Paese. Alle nostre latitudini, però, le bizze dei mercati e l'emorragia di posti di lavoro con effetti devastanti sui bilanci familiari hanno il potere di bloccare le velleità dei partiti e le beghe feroci solitamente di casa a palazzo Pretorio.
Capita così che, nel momento maggiormente deputato allo scontro tra maggioranza e opposizione, il dibattito sul bilancio di previsione, l'aula consigliare si trasformi in un laboratorio di buone intenzioni, di confronti pacati e suggerimenti senza rivendicazioni su come gestire al meglio la cosa pubblica.
Ieri, all'apertura dei lavori sul documento contabile portato in consiglio comunale dal sindaco Andrea Miorandi e dalla sua giunta, le minoranze hanno dimostrato un grandissimo senso di responsabilità rinunciando all'ostruzionismo o comunque alla lotta politica e accettando una sorta di collaborazione con l'amministrazione.
Di questa «pax» ne ha preso atto, ringraziando, il primo cittadino. Che in questa nuova modalità di confronto pacato tra parti avverse ci legge proprio gli effetti della crisi.
«La linea assunta dai partiti è che tutti abbiamo coscienza che i tempi sono estremamente difficili e quindi è emerso un senso di responsabilità assolutamente trasversale. - conferma Miorandi - Non a caso non c'è alcuna volontà di ostacolare i lavori o fare ostruzionismo. Il momento è critico, ne siamo tutti consapevoli, e le stesse minoranze si sono riunite per discutere l'atteggiamento da tenere in aula».
Niente belligeranza, quindi?
«No, anzi mi sembra di intuire che da parte di tutti ci sia la voglia di cambiare metodo e approccio anche oltre il bilancio. L'opposizione ha espresso la volontà di creare nuovi canali di discussione per evitare sprechi e lungaggini. Insieme abbiamo concordato che serve cambiare il sistema di dialogo».
Un nuovo corso suggerito dalla crisi?
«Già. E in aula è venuta fuori questa larga condivisione emergenziale in termini di economia, lavoro, problemi delle famiglie e la convinzione che dobbiamo impegnarci tutti e lavorare assieme. Come detto non solo per il bilancio ma anche dopo. La crisi porta anche a questo e i consiglieri hanno capito che è meglio cercare linee comuni e agire tendenzialmente senza scontri, se non necessari».
Cosa vi siete detti nel faccia a faccia con i capigruppo delle minoranze?
«Ho portato una mia proposta: incontri preconsigliari per affrontare le richieste e gli ordini del giorno di tutti i gruppi. L'idea è facilitare i lavori d'aula e fluidificare le discussioni in corso sul bilancio ma anche dopo su temi forti. Temi che in questa occasione non abbiamo affrontato visto che si è discusso solo di metodo e non di argomenti».
Quando il primo incontro fuori aula?
«Martedì prossimo. Quel giorno i vari partiti indicheranno le loro priorità e si deciderà come affrontarle poi in consiglio».
Al voto, quindi, si arriverà in tempi rapidi?
«È probabile anche se non credo già la prossima settimana. Prima di Pasqua, comunque, la questione bilancio sarà archiviata. L'importante, però, è che questo nuovo sistema di lavoro consigliare, chiaramente figlio della crisi che stiamo vivendo, sarà utilizzato anche nei prossimi mesi. Il messaggio che è passato, ripeto, è che tutti ci dobbiamo impegnare per trovare sintesi e velocità».
Per quanto riguarda il dibattito appena avviato sul bilancio previsionale del Comune, il sindaco Miorandi assicura il coinvolgimento totale dell'amministrazione del Palazzo. «Ho messo a disposizione dei consiglieri la struttura e i dirigenti per affrontare i vari argomenti. Però, lo sottolineo ancora una volta, il fatto importante è che ci sia la volontà di tutti di collaborare».
Insomma, la politica roveretana si è accorta che con la crisi è inutile andare in guerra: perderebbero tutti.