Troppe volte, nel dibattito pubblico, il tema del ruolo femminile nella società è ridotto alla presenza di una donna in più o in meno all’interno di un consiglio d’amministrazione o di un organismo politico. Sicuramente promuovere le singole donne, anche attraverso norme vincolanti, è importante e può diventare fondamentale per aumentare il pluralismo delle sensibilità presenti nella vita pubblica. L. Passerini, 8 marzo 2013
È però prioritario provare tutti a fare un salto culturale e cercare di scardinare i meccanismi che regolano l’agire politico. Dobbiamo infatti chiederci: la politica e più in generale la nostra società riescono ad essere aperti al contributo delle donne in quanto tali, ossia come persone portatrici di un punto di vista “altro” sul mondo? Oppure la nostra vita pubblica è regolata da “codici non scritti” di comportamento che, per tempi, modi, luoghi non permettono ad una donna di esprimersi?
Anche per potersi qualificare maggiormente la politica dovrebbe favorire con più convinzione la ricerca e il confronto sul merito delle questioni ed essere meno arroccata in logiche puramente di potere che nel lungo periodo abbassano il livello del dibattito pubblico.
Condividere e contaminare i diversi punti di vista offre un’occasione straordinaria di crescita personale; per questo la politica dovrebbe essere sempre più il luogo dove ognuno può portare la propria sensibilità, condividere aspirazioni, confrontare il proprio modo di vedere il mondo. Favorire la contaminazione tra le differenze può servire per lavorare tutti meglio.
Le parole della filosofia Michela Marzano, neo eletta alla Camera nelle liste del Partito Democratico, sono, in questo senso, illuminanti: “Ciò che conta non è solo essere ascoltata, ma esserlo in quanto donna. Fino a quando l'unico modo per essere accettate e riconosciute uguali agli uomini sarà quello di negare la nostra differenza e fare come se tutti fossimo identici, noi donne non avremo vinto la nostra lotta per l'uguaglianza. Ci sarà sempre qualcuno che rifiuterà valore e dignità a chi non è «perfettamente identico».”
Purtroppo, oggi invece il modo con cui viene gestito il potere tende ad escludere il contributo femminile oppure le donne vengono valorizzate e considerate positivamente quando enfatizzano le caratteristiche che tipicamente vengono attribuite agli uomini. Questo per il carico di aggressività del confronto e per i tempi che comporta. Può infatti una donna, per il ruolo che una società conservatrice come la nostra le assegna, riuscire a conciliare la cura degli anziani, dei bambini e quindi della sfera privata e allo stesso tempo dedicarsi anche alla cura della “cosa pubblica”?
Più che norme che facilitano la carriere di poche donne, spesso le più determinate e, qualche volta anche le più opportuniste, ci sarebbe bisogno di creare strutture in grado di garantire veramente pari opportunità per tutti. Questo per fare in modo che tutte le risorse di cui una comunità dispone possano contribuire ad arricchire culturalmente, civilmente ed economicamente una società. Ogni buona riuscita infatti richiede il lavoro e le sensibilità di molti.
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