RIVA DEL GARDA - Pd, Montagni lascia, c'è il rebus sulla segreteria

Il segretario annuncia di «aver concluso il mandato di traghettatore». Ballardini: «Berlusconi è l’estremismo dell’illegalità».
P. Liserre, "L'Adige", 11 marzo 2013

Che «si sia vinto senza arrivare primi» (copyright di Pierluigi Bersani) o si sia «arrivati primi ma senza vincere» (lettura preferita dal senatore Giorgio Tonini), sta di fatto che il Partito Democratico deve giocoforza interrogarsi sugli errori commessi e sulle prospettive a breve-medio termine, a livello nazionale, provinciale e locale. E anche a Riva si avvicina il momento di voltar pagina e della probabile «resa dei conti» tra le varie correnti del circolo.
Aprendo l'assemblea dell'altra sera in Rocca alla presenza del senatore Giorgio Tonini e del coordinatore provinciale Roberto Pinter, il segretario pro tempore Paolo Montagni ha annunciato la conclusione del suo mandato di «traghettatore» aprendo di fatto i giochi per il rinnovo del direttivo e l'individuazione di un nuovo segretario. «In questi mesi - ha sottolineato Montagni - ho cercato di favorire il confronto e il dibattito interno. Ora il mio compito è concluso. Personalmente cercherò di aiutare chiunque si assumerà l'onere di guidare il circolo del Pd di Riva». La data dell'assemblea elettiva verrà stabilita dal direttivo uscente nelle prossime settimane ma dovrebbe tenersi nell'arco di un mese e mezzo, due al massimo. Nel frattempo cominciano a circolare le possibili candidature, alcune contrapposte. Dai nomi di  Ezio Viglietti  (da sempre critico nei confronti della linea assunta in questi anni dal circolo rivano) e  Matteo Ruffoni  (già avversario di Valandro alcuni anni addietro nella corsa alla guida del partito) a quello del giovanissimo  Niccolò Rigatti , ipotesi quest'ultima però smentita dall'ala più «filogovernativa» del circolo. Per la quale potrebbe tornare in gioco, abbastanza a sorpresa, il nome di  Tomaso Benamati , due anni or sono contrapposto a quello di Giovanni Santoni che poi venne eletto alla segreteria del circolo.
Intanto dall'analisi del voto delle politiche e soprattutto riguardo alle prospettive immediate su scala nazionale, il senatore  Giorgio Tonini  (vincitore nel difficilissimo collegio di Pergine Valsugana) si è dimostrato poco fiducioso rispetto ad un accordo «al primo giro di valzer» con il Movimento 5 Stelle. Un errore di Bersani? «Quello - ha sottolineato Tonini - di non essere riuscito a dire chiaramente che la prospettiva di governo del Paese era e doveva essere l'alleanza tra Pd e lista Monti. Qui noi lo abbiamo fatto con l'accordo al Senato e i risultati ci hanno dato ampiamente ragione». Per Tonini ora «bisogna sfidare i 5 Stelle sul terreno della proposta di innovazione» mentre l'auspicio del sindaco  Adalberto Mosaner  è che «qualcuno nel Movimento di Grillo possa  comprendere che andare a votare adesso  significa mandare in disgrazia il paese».
Dall'avvocato  Renato Ballardini , vocfe storica e saggia (ma spesso inascoltata) della sinistra rivana, è venuto l'invito a intensificare i momenti di confronto che sono il sale della democrazia e ad avviare una fase di riflessione «anche a Riva dove vi sono stati tanti nostri elettori che hanno votato per Grillo». Ballardini ha speso parole forti all'indirizzo di Berlusconi («È l'estremismo dell'illegalità») e Grillo («Un estremismo verbale che raccoglie il senso di inquietudine e rabbia che c'è nel Paese»). Indicando una strada per il futuro. La strada del superamento «dei governi dei singoli Stati per pensare ad un governo federale europeo, un'utopia forse ma un'utopia di cui bisogna cominciare a parlare». Superamento del bicameralismo perfetto, riduzione delle indennità dei parlamentari e quindi dei costi della politica, soppressione delle Province, legge sul conflitto d'interessi, reintroduzione del falso in bilancio. Queste alcune «cose semplici da fare e da fare subito». Ma soprattutto, ha aggiunto Ballardini, «una patrimoniale su scala europea che colpisca i capitali per risanare tutti i debiti pubblici. Perché - ha concluso - sono eliminando la diseguaglianza si ripristinano legalità e giustizia».

Valandro: «Partito da resettare»

«A Roma, a Trento ma anche a Riva del Garda il Partito Democratico ha bisogno di resettarsi. Perché, come diceva Einstein, non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha costruito». È la sollecitazione finale arrivata durante l'assemblea dall'intervento di  Salvador Valandro , presidente della Comunità di Valle e già segretario del circolo rivano. Secondo l'ex capogruppo in consiglio, i motivi della «non vittoria» del 26 febbraio stanno nell'incapacità del partito di «parlare alla gente, dei problemi concreti della gente, invece che inseguire vecchi refrain» e nella scelta di «non cambiare in occasione delle primarie». «Ora - ha proseguito Valandro - bisogna recuperare lo slancio delle primarie, resettare il partito lanciando facce nuove capaci di interpretare veramente il cambiamento di rotta che i cittadini ci chiedono. Dando prove tangibili che si vuole rappresentare il Paese, la Provincia, la città di Riva in maniera diversa e superando prima di tutto i personalismi».