«La questione non è Pinter sì o Pinter no, e neppure sostituendo il suo nome con altri: ciò che conta è definire una strategia in vista delle prossime elezioni provinciali, passando per le primarie, che sia in linea con la gestione unitaria che ci ha portato fin qui. Per quanto mi riguarda non pongo veti nei confronti di nessuno e mi affiderò a qualsiasi figura verrà designata dall’assemblea». Il consigliere provinciale Mattia Civico precisa così la sua posizione sul dopo Nicoletti.
"Trentino", 6 marzo 2013
Spiegando dunque di non essere tra i “pasdaran” della richiesta al segretario uscente di tornare sulle sue decisioni. Certo, se dovesse accadere meglio così. Ma niente paura se invece l’assemblea deciderà la via del “traghettatore” fino a ottobre. Precisa comunque, Civico, che allo stato non esiste alcuna delle condizioni che rendono obbligatorie le dimissioni del segretario: non ha perso elezioni, non vi è incompatibilità tra incarichi, non vi è cambiamento della linea politica del partito. E ricorda che nel 2009 nessuno chiese a Tonini, candidato alla segreteria, di dimettersi da senatore.
Ma ammette che il dibattito di questi giorni sta facendo chiaramente emergere la spinta all’interno del partito verso un’accelerazione nella scelta del candidato presidente per il voto provinciale. Anche bypassando il meccanismo delle primarie.
Bene? Male? «Credo che nel periodo che stiamo vivendo vi sia la necessità di mantenere aperti ai cittadini i processi decisionali, trovando poi un momento di sintesi nelle primarie - sostiene - ma al di là della questione legata alla segreteria, la vera questione sia nella strategia che il partito è chiamato ad assumere da qui ad ottobre, per definire i contenuti programmatici per scegliere il candidato presidente».
Due temi legati ormai a doppio filo. Perché dunque non un congresso per sciogliere in un colpo solo tutti i nodi? «Da qui a ottobre dobbiamo già fare un sacco di cose - è la replica - ma soprattutto non vedo le ragioni per cambiare linea politica».
Per questo Civico “tifa” per una linea di continuità con la segreteria unitaria a guida Nicoletti ma condivisa da Pinter e Tonini: «Finora questa gestione ci ha portato ad essere tra i territori che più possono dirsi soddisfatti, nel confronto tra l’ambito nazionale e quello locale, per i risultati delle politiche. Siamo riusciti ad arginare il radicalismo e da questa linea non si deve arretrare. L’errore fatale sarebbe proprio quello di serrare le porte e rinchiuderci in un parlatoio».