Alla Camera, «tengono» solo in quattro aree: Paganella, Giudicarie, Fiemme e Fassa. Un ribaltone rispetto al 2008: dodici territori conquistati dalla più rassicurante sinistra-autonomista alleata con il centro «dellaian-montiano». E in sei zone i grillini battono il centro di «Scelta Civica».
F. Terreri, D. Sartori, "L'Adige", 27 febbraio 2013
Lo tsunami grillino si abbatte in ogni angolo del Trentino. Alla Camera, il Movimento 5 Stelle precede la coalizione Scelta Civica per Monti - Udc in sei comunità di valle (Alta Valsugana, Altipiani Cimbri, Vallagarina, Alto Gard0a e Ledro, valle dei Laghi e Rotaliana). In valle di Cembra, Monti e Dellai in coppia con l'Udc sono avanti ai grillini solo per un voto. In val di Fassa, «5 Stelle» surclassa invece la coalizione di sinistra, Pd e Sel alleati con la Svp. Non c'è territorio dove lo tsunami grillino non abbia sconvolto il quadro politico, e l'affermazione come primo partito in tre dei primi cinque centri del Trentino (Pergine, Riva del Garda ed Arco) ne è la conferma. Solo nelle valli del Noce, «5 Stelle» non supera la soglia del 18% (16,56 in val di Non e 17,06 in val di Sole). Soffia consensi a destra e a manca, il «grillismo», trovando le sue roccaforti nei centri urbani grandi e medi, compreso Trento dove contende a Monti-Dellai il secondo posto dopo il Pd.
Ma il dato di fondo è la che la fotografia del voto è profondamente diversa da quella scattata all'indomani delle politiche dell'aprile 2008, quando fu nettissima la sterzata a destra: allora, alla Camera, trascinata dalla Lega Nord, la destra si impose in dieci comprensori su undici ed in 185 comuni su 223, stravincendo nelle roccaforti lungo l'Avisio, nelle valli di Fiemme e Fassa, come nelle turistiche val di Sole e val Rendena. Questa volta, per il centro-destra è una disfatta: solo in quattro comunità su sedici (comprendendo anche la città di Trento con i satelliti Aldeno, Cimone e Garniga) Pdl e Lega, con l'apporto di Mir e La Destra, conservano la prima posizione: in Paganella, nelle Giudicarie e nelle valli di Fiemme e Fassa. Ma anche laddove il centro-destra è riuscito a tenere, lascia per strada una valanga di consensi. Nelle Giudicarie, è passato dal 47,36 al 28.16%: un'emorragia di 4.931 voti (da 11.063 a 6.132). In Fiemme li ha dimezzati: ha perso 3.329 voti (da 6.418 a 3.089), crollando dal 56% al 29,53. E così in val di Fassa. Qui, nel 2008, la percentuale era stellare, il 63,51%. Questa volta, il centro-destra registra un 36,16% che, se gli conferma la primazia nel tempio del turismo trentino, non nasconde il quasi dimezzamento dei voti: da 3.707 a 1.954. Dunque, alla Camera, l'alleanza Svp-Pd-Sel piazza la propria bandiera in dodici comunità di valle su sedici. Il centro-destra cede consensi anche in val Cembra, un'altra delle roccaforti: ha incassato 1.809 voti, ma ne ha lasciati per strada 1.626 rispetto ad 2008, confermandosi ancora nettamente prima forza nei paesi del porfido, Albiano e Lona Lases, oltre che, come da tradizione, a Cembra. I territori che più testimoniano la svolta che fa del Trentino una eccezione a livello nazionale, sono, con la Valsugana, le valli del Noce. Qui, cinque anni fa, non ci fu storia. Alla Camera, il centro-destra conquistò il 50,48% dei consensi in val di Sole ed il 47,17% in val Non. In valori assoluti, Pdl e Lega Nord distanziarono la coalizione Pd-Italia dei valori di 1.858 voti in val di Sole e di 3.334 in val di Non. Oggi, la coalizione Svp-Pd-Sel è davanti a Pdl e Lega Nord (di 929 voti in val di Non, di 66 in val di Sole), senza contare sull'apporto del centro (Scelta Civica e Udc), la cui affermazione (oltre il 24% in entrambe le valli) spiega, unitamente alla presenza grillina, il tracollo della destra (5.390 preferenze in meno in val di Non, 2.577 in val di Sole). Al Senato, dove la coalizione Pd-Patt ha potuto contare anche sul contributo «dellaian-montiano» dell'Unione per il Trentino, l'affermazione del centro-sinistra-autonomista è ancora più clamorosa. Pdl e Lega Nord riescono a «conquistare» solo la val di Fassa, con il 39,15% (1.880 voti), lasciando Pd-Patt-Unione al 35,30% (1.695 voti). Ma anche qui, tra il Catinaccio e la Marmolada, Berlusconi&Maroni, nel 2008 al 56,05%, registrano la perdita secca di un terzo dei consensi (1.062 voti in meno). In percentuale, nella val di Sole dello sconfitto Giacomo Bezzi, il centro-destra crolla del 21,85% (-19,20 in val di Non). Nell'Alto Garda ed in Vallagarina, storiche aree dominate dal centro-sinistra, Pdl e Lega si fanno battere pure dal «Movimento 5 Stelle», che al Senato raggiunge il 23,19% in Vallagarina ed il 26,38% nell'Alto Garda e Ledro. In Valsugana, dove al Senato il candidato del centro-sinistra Giorgio Tonini è riuscito ad affermarsi in un collegio tradizionalmente di destra, i maggiori dolori. In alta valle, dal Pinetano alla Vigolana passando per Pergine, il dato è clamoroso: per Pdl e Lega voti più che dimezzati, un'emorragia di 6.997 voti, un tracollo del 23,16%, in più consistente in assoluto. Cinque anni fa, fu il timore, nelle valli più ricche, di perdere il benessere conquistato di fronte all'incedere della concorrenza globale, dai meleti della val di Non ai distretti del turismo passando per le zone del porfido che già pativano i segnali della crisi, a spiegare in parte la richiesta di sostegno e protezione identitaria e quindi il consenso al Carroccio leghista che seppe intercettare anche la perdita di appeal del Pdl. Questa volta, ai timori di perdere le rendite di posizione, si sono unite la rabbia e l'indignazione. E, all'incasso, oltre che il più rassicurante centro-sinistra-autonomista, è andato anche Beppe Grillo con il suo «5 Stelle».