«L’irruzione del Movimento 5 Stelle può essere uno scossone salutare». Alberto Pacher è a casa con l’influenza. Ma ieri mattina il presidente della Provincia di buon’ora ha postato su Facebook un commento sul risultato delle elezioni, in cui auspica che si apra una fase costituente per approvare, anche con i parlamentari di Grillo, alcune riforme, dalla legge elettorale al dimezzamento dei parlamentari, ai costi della politica. E sulla coalizione provinciale dice: «Abbiamo vinto perché ci siamo presentati insieme. Potrà continuare ad andar bene a patto di non fare stupidaggini».
C. Bert, "Trentino", 27 febbraio 2013
Pacher, lei lo aveva detto mesi fa: il Pd ha perso la sua vocazione maggioritaria. È per questo che non ha vinto le elezioni?
Un po sì francamente. Se non andiamo a intercettare un voto che va al di là della nostra area di riferimento, il Pd perde uno degli elementi fondamentali della sua ragion d’essere. Il risultato di queste elezioni è stato uno scossone che può essere anche salutare. A patto di non esorcizzare questa situazione dando la colpa al caso, al destino, o peggio all’antipolitica.
Ma è un fatto che Grillo abbia intercettato un forte voto di protesta...
Sì, ma qui l’antipolitica non c’entra niente. Il voto a Grillo non è un voto contro la politica, è un voto contro certi comportamenti dei partiti.
Partiti che per Grillo hanno tutti le stesse colpe. È così?
Naturale, è una notte in cui tutti i gatti sono neri. Quella di Grillo è una proposta che usa il machete. Ma io dico che non dobbiamo mai pensare che questa sia la versione aggiornata della Lega. La Lega partiva da una chiusura territoriale, “Padroni a casa nostra”, il Movimento 5 Stelle è un’altra cosa. Qui ci sono tante brave persone che entreranno in parlamento e che chissà che non possano portare qualcosa di buono, scuotendo un sistema sempre uguale a se stesso.
Lei che sbocco si augura?
Se si provasse ad aprire una breve fase costituente nella quale si fanno due o tre riforme, la legge elettorale, il dimezzamento dei parlamentari, il taglio ai costi della politica, lasciando da parte i temi che dividono, questo sarebbe un bel passo avanti. E poi al limite si ritorni a votare. Certo non si può pensare di governare con tre senatori in più, abbiamo già visto cos’è successo con Prodi che andava avanti con i senatori a vita.
Il voto in Trentino va in controtendenza, il centrosinistra autonomista si è confermato maggioranza solida. Anche qui ha vinto la sua linea, no?
Abbiamo vinto perchè ci siamo presentati come coalizione. L’ho detto tante volte: Monti e Bersani avrebbero fatto bene a dire in modo chiaro “Adesso corriamo divisi ma poi staremo assieme, con una proposta chiara di governo”. Le cose potevano andare in modo diverso. Invece hanno voluto usare un tatticismo da Prima Repubblica che oggi non funziona più.
Oggi molti invocano Matteo Renzi. Con lui il centrosinistra avrebbe vinto?
Adesso l’importante è guardare avanti. Certo c’è un problema di rinnovamento della classe dirigente, ma soprattutto bisogna chiarire la visione. E impegnarsi su alcune riforme fondamentali.
Il progetto di Monti esce sconfitto sul piano nazionale ma Dellai ottiene un buon risultato in Trentino.
Il risultato di Dellai è un giudizio sulla persona e su come ha governato. Sono contento che sia andato bene a fronte invece di un sostanziale fallimento della proposta di Monti, che avrebbe retto se davvero fosse stata un’alternativa al sistema bipolare. Ma si è visto che non è questo che vuole la gente.
Mancano 8 mesi alle provinciali. La strada è spianata per il centrosinistra?
È andata bene e credo che potrà continuare ad andar bene a patto di non fare stupidaggini. Questo risultato è un buon passo per avvicinarsi alla scadenza di ottobre.
Secondo molti i rischi potrebbero venire dal Pd. Lo pensa anche lei?
Rischi ce ne sono sempre ma sono convinto che se si approfitterà delle prossime settimane per discutere seriamente di politica, molti di questi rischi si possano evitare. Poi ho letto che l’onorevole Biancofiore curerà le campagne elettorali provinciali: visti gli esiti, possiamo guardare al futuro con serenità.
Le chiederanno di ripensare alla sua scelta di non ricandidarsi. Cederà?
Mi lasci qui nel mio letto di dolore. Su questo ho già detto e non aggiungo altro.