Il Pd si conferma il primo partito in Trentino ma deve fare i conti con l’effetto Dellai e soprattutto con lo tsunami Grillo. I Democratici conquistano il 23,7% dei consensi, una percentuale lontanissima dal 32,9 del 2008. Ma allora con il Pd c’era anche Lorenzo Dellai, che questa volta i suoi voti li ha portati a Monti (19,6%). E non c’era il Movimento 5 Stelle, che fa il botto anche in provincia superando il 20% e diventando il secondo partito. Un primato, quello del Pd, che ieri non è bastato a attutire lo shock per il risultato nazionale.
C. Bert, "Trentino", 26 febbraio 2013
Nella sede di via Torre Verde erano già pronte le bandiere per la festa della vittoria di Bersani, gli instant poll a ridosso della chiusura delle urne avevano dato l’illusione che il governo questa volta fosse a portata di mano. E per fortuna che c’è il risultato trentino, con la vittoria di coalizione al Senato e l’impresa di Tonini in Valsugana, a far dimenticare una situazione nazionale che si fa via via più difficile: 1 elettore su 3 ha votato ancora per Berlusconi.
Alle 16 alla sede dei Democratici di via Torre Verde ci sono le bandiere preparate per la festa. A seguire i primi dati che cominciano ad arrivare Roberto Pinter, Luciana Chini, Aldo Marzari. Una militante arriva portando una bottiglia di spumante, è evidentemente rimasta agli instant poll. «Non aprirla, per carità», è l'appello scaramantico. Lei insiste: «Non ci credo, non è possibile, questi al centrodestra sono voti comprati». Arriva la terza proiezione di Piepoli ed è un'altra mazzata: il centrodestra è due punti davanti al centrosinistra al Senato, Grillo secondo partito a un soffio dal Pd.
Al Senato la maggioranza non c’è. La consigliera provinciale Sara Ferrari è sconsolata: «Ma cos’altro dovrà mai fare Berlusconi per essere mandato a casa?». Sono le 17.30 quando Roberto Pinter annuncia: «I sei senatori li abbiamo». I risultati locali danno qualche certezza in più rispetto al caos nazionale tra proiezioni (diverse tra loro) e primi dati scrutinati. Il Pd si aggrappa al compagno Panizza. Aldo Marzari si lascia scappare: «Quarant'anni fa a quest’ora il partito (che era il Pci) aveva il dato praticamente certo, non serviva neanche il commissariato del governo». i dati degli istituti di sondaggi divergono, e i numeri continuano a fioccare: la Sicilia a Grillo, il Veneto al centrodestra. Ma fin qui poteva starci.
I problemi arrivano dalle altre regioni, Campania, la Puglia perfino. Tutte a destra. Arriva anche il segretario-candidato Michele Nicoletti: «Pensavamo che la stagione di Berlusconi fosse definitivamente archiviata, e invece non è così, e su questo bisognerà riflettere. C’è poi l’exploit di Grillo, ancora più forte di quanto avessimo avuto sentore negli ultimi giorni, che raccoglie consensi soprattutto al Sud dove la sofferenza per la crisi e la sfiducia nella politica hanno toccato i livelli più alti. Ora abbiamo gli occhi dell’Europa addosso il peggior scenario è l’ingovernabilità. Bisognerà dialogare con tutti i gruppi in parlamento, e dare segnali chiari subito, a partire dai costi della politica».
Su Monti il giudizio di Nicoletti è duro: «Ha sprecato una grande occasione di restare al di sopra delle parti. Non è stato in grado di arginare il centrodestra, anzi ha preso voti al centrosinistra». «In Trentino - continua il segretario - abbiamo fatto un’operazione saggia rispetto a chi ci ha accusato di dilettantismo, presentarci uniti con una coalizione che ha ben amministrato. La nostra proposta è stata capita, con Tonini abbiamo vinto anche nel collegio difficile della Valsugana».
Non è stata capita invece quella del Pd nazionale: «Nell’ultimo periodo del governo Monti noi abbiamo rappresentato l’esistente, lasciando che Grillo, e paradossalmente a Berlusconi, si presentassero come gli innovatori. Se c’è un limite nostro è di non essere riusciti a interpretare questo desiderio di cambiamento. Lo abbiamo fatto per limiti nostri, certo, ma anche per senso di responsabilità. Andare a votare un anno fa sarebbe stato per noi più facile».
Nicoletti sarà tra i nuovi parlamentari, ma a chi gli chiede quale potrebbe essere lo scenario senza una maggioranza al Senato, il segretario risponde così: «Per fare una legge elettorale serve una maggioranza in parlamento». Alle 20, mentre qualcuno in sede offre patatine e CocaCola, c’è chi fa i confronti con le passate elezioni.
L’assessore comunale di Trento Italo Gilmozzi prova a guardare il bicchiere mezzo pieno: «Il Pd tiene, e lo fa nonostante la presenza di Dellai. Anzi migliora rispetto alle ultime provinciali. Grillo per me non è davvero stato una sorpresa, quello che non riesco invece proprio a capire è come un italiano su 3 si riconosca ancora in Berlusconi». «Avevo auspicato una vittoria forte di Bersani e invece ci ritroviamo con una vittoria quanto mai gracile», confessa il segretario socialista Alessandro Pietracci. In via Torre Verde arriva il senatore Giorgio Tonini, che ha espugnato il collegio della Valsugana tradizionalmente di centrodestra. Un motivo di soddisfazione, in casa Pd, in una serata difficile per i Democratici.