Fare campagna elettorale pancia a terra sapendo già che non sarai eletta, perché con questa legge elettorale a decidere chi entra in parlamento è l’ordine di lista. Farlo da deputata uscente, oggi quinta nella lista Pd, superata alle primarie da una giovane fino allora semisconosciuta, spuntata dal camper di Matteo Renzi. Laura Froner l’aveva presa con sportività già la sera delle parlamentarie: «Ha prevalso un voto che premia il rinnovamento più dell'esperienza.
C. Bert, "Trentino", 20 febbraio 2013
Presentarsi come politici in questo momento non paga, ne prendo atto con serenità». Ne ha preso atto e si è messa a macinare incontri.
Froner, come vive questa esperienza da candidata con zero chance di essere eletta? Il mio spirito è quello di Bersani: prima si lavora per il Paese, poi per il partito, solo alla fine c’è l’ambizione personale. In questi 6 anni in parlamento ho fatto un’esperienza forte, cominciata con il governo Prodi e finita con il governo Monti, e oggi ho la consapevolezza di quanto importanti sono queste elezioni. Mi sento coinvolta, credo che tutti debbano spendersi fino in fondo, i candidati eleggibili e quelli non eleggibili. La politica non è affatto detto che debba durare per tutta la vita.
Campagna soprattutto in Valsugana, dove Tonini corre in salita per il seggio al Senato? Diciamo che faccio un doppio servizio. Tanta Valsugana con Giorgio Tonini e poi incontri in giro per il Trentino come candidata alla Camera. Adesso per esempio sto andando a un dibattito a Faedo con Panizza. In Valsugana verso Tonini sento una buona predisposizione. Il problema, che non riguarda solo questo collegio, è che la maggior parte delle persone che partecipa agli incontri politici è già orientata. Il difficile è mobilitare gli altri, i delusi, gli arrabbiati, chi ti dice che non andrà a votare. È qui il vero lavoro, perché quando una persona sceglie di non esercitare il suo diritto al voto è sempre una sconfitta.
Oggi c’è solo Grillo capace di mobilitare i delusi e riempire le piazze? È vero, mobilita tante persone. Ma io spero che la gente si renda conto del pericolo che corre l’Italia. Io da Grillo vedo una protesta, per certi aspetti comprensibile e condivisibile, ma non vedo grandi proposte su come governare il Paese. E oggi il rischio, in piena crisi, è di mettere in discussione la credibilità che ci siamo conquistati. Ecco perché è importante che dal voto esca un governo forte e stabile di centrosinistra.
In molti sostengono che la campagna elettorale del Pd sia stata sottotono. Forse a livello mediatico. Ma io dico che non possiamo stare giorni a parlare di un confronto televisivo. Negli incontri sul territorio si parla di temi veri, il lavoro che manca innanzitutto, la crisi che morde, anche in Trentino.
Lei sarà parlamentare ancora per qualche settimana. E poi? Poi riprendo servizio all’assessorato all’istruzione. Ho vinto il concorso da dirigente scolastico nel 2006, poco dopo essere stata eletta in parlamento. Comincia una vita nuova, che affronto con curiosità e molto entusiasmo. Oggi la sfida nella scuola riguarda soprattutto il rapporto tra formazione e lavoro. Spero di poter mettere a frutto la competenza che ho maturato anche dal di fuori.
E della vecchia vita in parlamento cosa le mancherà di più? Il confronto con i colleghi delle altre regioni, che è sempre stimolante e arricchisce. Sono nati rapporti di amicizia che resteranno. A Roma, dentro e fuori il parlamento, si discute su temi di respiro nazionale e internazionale. A volte in Trentino si rischia di concentrarsi un po’ troppo solo sulle cose che ci riguardano.