«Liberalizzazione sì, ma dandosi delle regole». È il principio ribadito ieri dall'assessore provinciale al commercio Alessandro Olivi negli incontri avuti al mattino con la categoria e al pomeriggio con i sindacati. "L'Adige", 18 gennaio 2013
Mercoledì invece si era tenuto il confronto con il collega altoatesino Thomas Widmann. Obiettivo di Olivi è di arrivare ad un accordo quadro sulle aperture dei negozi, ad un punto di convergenza tra commercianti, sindacati e Provincia. «Un processo che parte dal basso, un accordo che si muove all'interno del perimetro della legge del commercio trentina e che definisca una sorta di pratiche condivise, azioni di autoregolamentazione del sistema trentino - spiega l'assessore Alessandro Olivi - Tenendo come punto di riferimento la legge 17». C'è però il «nodo» della liberalizzazione, prevista dal decreto «Salva Italia». «Negli incontri non si è discusso di profili di natura tecnica o giuridica, ma posto la questione: noi abbiamo una legge provinciale, la legge Olivi, che vige finché non sarà dichiarata incostituzionale, ma è bene capire la compatibilità con la legge nazionale», spiega l'assessore trentino. Dunque, preso atto del decreto Salva Italia e della possibilità di tenere i negozi sempre aperti, l'obiettivo è di ribadire l'autonomia trentina in materia formulando un «codice di buone pratiche, non vincolante sul piano giuridico». Si sono detti d'accordo i sindacati, mentre Confesercenti ha accettato di partecipare ai prossimi incontri ma tenendo come riferimento la liberalizzazione. Per Olivi la tutela dall'autonomia passa anche dal commercio. «È stato anche evidenziato nell'accordo siglato tra Pd, Svp, Patt», aggiunge.
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