Senato, c'è lo strappo

Upt e Patt in stallo sul seggio di Rovereto. Pinter: «È vero che siamo in una situazione di stallo, ma noi abbiamo solo chiesto che vinca la responsabilità. Finora come Pd non siamo intervenuti, ma sulla base delle conclusioni che trarranno Patt e Upt, si farà un ultimo tentativo».
"L'Adige", 18 gennaio 2013

«La proposta di mettere Franco Panizza a Rovereto è una provocazione. Di fronte a tale risposta data alla nostra richiesta di avere un collegio di area urbana, ritengo che siamo stati messi fuori, evidentemente non ci vogliono. Se le cose stanno così, si va da soli». Raccogliendo cioè candidati e firme per quattro collegi compreso Bolzano. Giorgio Lunelli, capogruppo dell'Upt in consiglio provinciale, spiega che l'accordo non c'è e che lo strappo sarebbe responsabilità del Patt. Ieri sera di fronte agli organismi di partito dell'Upt, Lunelli ha spiegato che non ci sono le condizioni per l'accordo, visto che al partito dell'ex governatore Dellai, gli alleati «propongono a noi di andare in Valsugana, con un accordo tra Patt e Pd esclusivo ed escludente, di cui nostro malgrado prendiamo atto. Così, però, si penalizza chi nell'Upt si è speso per la coalizione. Speriamo però ancora nella possibilità di trattare e nella ragionevolezza di Pd e Patt».
Lo stallo delle trattative (vedremo oggi se definitivo o transitorio) è maturato dopo una giornata di continui contatti tra i tre partner più importanti della coalizione provinciale. Durante la seduta del consiglio moltissimi i momenti di confronto tra i consiglieri dei tre partiti per arrivare a una soluzione. Il Patt, visto che Franco Panizza è uno dei nomi in ballo, ha delegato Ugo Rossi a cercare un'intesa. A mezzogiorno un primo incontro con Lunelli e l'assessore Mauro Gilmozzi, che il Patt vedrebbe bene come candidato in Valsugana (in alternativa Fabio Chiocchetti, ladino, o Marco Depaoli, del Primiero) con relativa fumata grigia. Il Patt ha confermato la sua scelta su Rovereto con Panizza sia a mezzogiorno sia dopo nel confronto del pomeriggio, questa volta nella sede del Pd. Alla fine del confronto, prima delle riunioni di Patt e Upt per prendere atto della situazione, a quanto pare, lo stallo si trasformato in quasi rottura. Con Lunelli che, di fronte alla riproposizione della scelta del Patt di mettere Panizza nel collegio di Rovereto (per il quale invece l'Upt pensa a Vittorio Fravezzi), ha deciso di alzarsi e di far sapere al proprio partito che, a tali condizioni «si va da soli». Ieri sera il Patt, riunitosi in sede, ha confermato le proprie candidature e «auspicato che ci sia anche l'Upt» nell'accordo sul Senato.
Come in tutte le trattative che si rispettino, però, resta ancora oggi per trovare la quadratura del cerchio. Il Pd, con Roberto Pinter, fa sapere che non c'è stata nessuna volontà di «imporre un collegio» al Patt o all'Upt. «È vero che siamo in una situazione di stallo - spiega Pinter - ma noi abbiamo solo chiesto che vinca la responsabilità. Finora come Pd non siamo intervenuti, ma sulla base delle conclusioni che trarranno Patt e Upt, si farà un ultimo tentativo» di mediazione. Questa mattina, quindi, ci sarà una nuova riunione dei vertici del Pd al fine di risentire gli alleati di coalizione e arrivare a una sintesi. Due le strade che sembrano percorribili: da un lato il fatto di cercare di convincere il Patt a spostare il candidato per il Senato dal collegio di Rovereto a quello della Valsugana, liberando il primo posto per l'Upt. Un'altra possibilità riguarda il fatto che il Pd possa dare un segnale di attenzione al partito di Dellai, consentendo che al posto di Panizza, se fosse eletto, entri un assessore dell'Upt. Occorre capire se questo basterà per evitare la rottura che aprirebbe scenari di scontri fratricidi sul Senato sia a Trento (Lunelli contro Giorgio Tonini), sia a Rovereto e in Valsugana, lasciando al centrodestra la possibilità di vincere in due collegi almeno.
In attesa che la situazione si sbrogli, c'è già chi dentro il centrosinistra prende le distanze: Sel del Trentino spiega di non voler «farsi coinvolgere in dinamiche che non condivide» e «dichiara pertanto che sosterrà nei tre collegi senatoriali del Trentino esclusivamente quei partiti e quei candidati che hanno sottoscritto con la coalizione di centrosinistra nazionale un patto di legislatura sulla base di un preciso programma di governo». 


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- Strappo Upt, ma nessuno vuol rompere, C. Bert, "Trentino", 18 gennaio 2013

È rottura nella trattativa tra le forze del centrosinistra autonomista per i collegi del Senato. Al termine di una giornata di confronti serrati, l’Upt abbandona il tavolo. «Il Patt ha colto l’occasione dell’accordo con il Pd per metterci all’angolo», è la conclusione del capogruppo Upt Giorgio Lunelli, che ha trattato con il segretario Flavia Fontana e il vice Corrado Buratti. «Con amarezza la nostra delegazione ha preso atto che non ci sono più i margini per discutere e che l’unica strada resta quella di andare da soli». Il partito di Dellai non accetta di correre in Valsugana, considerata una «provocazione» da parte degli alleati autonomisti. I quali – numeri alla mano e spalleggiati da una parte del Pd - hanno spiegato che sul collegio Valsugana-Fiemme e Fassa l’Unione parte da 17 mila voti, il Pd è a 10 mila e il Patt solo a 5 mila. «Dunque corra un candidato dell’Unione - è la posizione degli autonomisti - e Panizza si candiderà a Rovereto lasciando al Pd il collegio del capoluogo per schierare Giorgio Tonini». Ma la quadra non si è trovata e l’Unione è finita nell’angolo. «Avevamo sempre chiesto un collegio di un’area urbana - spiega Lunelli - che a fronte della candidatura di Tonini a Trento, per noi diventava il collegio di Rovereto. Saremo anche i più forti in Valsugana in termini percentuali, ma occorre riempire il gap tra ciò che hai e ciò che devi raggiungere per vincere, e storicamente il Patt ha più capacità attrattiva nel Trentino orientale». «In politica la dignità ha un senso e noi ce ne andiamo sentendoci traditi». Non è bastata un’altra giornata di incontri. Nessuno - tra Patt e Upt - era disposto a fare un passo indietro. Ieri, a margine della seduta del consiglio provinciale, si sono incontrati Ugo Rossi per gli autonomisti e Lunelli, Mauro Gilmozzi e Renzo Anderle per l’Unione. «Nessuno vuole escludere l’Upt - spiegano in casa Patt - anzi siamo stati noi a volere con forza che l’accordo di coalizione fosse allargato». Ma - preso atto della scelta del Pd di schierare Tonini a Trento - il Patt non ha voluto rinunciare al proprio segretario Franco Panizza su Rovereto, il collegio più di sinistra eppure considerato «più sicuro della Valsugana» proprio in virtù del patto siglato con il Pd di Bersani. L’asse privilegiato con il Patt non ce lo inventiamo noi, è nei fatti - ragiona un esponente del Pd - non c’è nessuna volontà di umiliare l’Upt, la verità è che loro si sono impuntati sulla Vallagarina con un unico obiettivo: far eleggere Vittorio Fravezzi. Non basta per far saltare un accordo. Quando alle Europee Dellai sostenne Tarolli e non il Pd, noi non abbiamo minacciato di rompere la coalizione». A soli tre giorni dalla scadenza per il deposito delle liste, l’accordo potrebbe saltare e Pd-Patt da una parte e Upt dall’altra rischiano di fare corse separate e fratricide. Ma come nelle partite di calcio, anche in questo tipo di trattative esistono sempre i tempi supplementari, e ieri sera alle minacce di rottura sono seguiti gli spiragli. Segno che la trattativa oggi riprenderà. Ieri intanto Sel ha abbandonato il tavolo «di fronte a una situazione assurda di veti incrociati» improntata a «vecchie logiche spartitorie». «Sosterremo solo quei candidati che hanno sottoscritto con la coalizione di centrosinistra nazionale un patto di legislatura sulla base di un programma di governo».