«Per quanto riguarda i nomi al Senato, è noto che mi sono espresso a favore di Tonini. Ma a me quello che interessa è la formalizzazione dell'accordo politico». Alberto Pacher, da poche settimane alla guida della giunta provinciale dopo la decisione di Lorenzo Dellai di candidarsi al Parlamento nelle liste Monti, sta seguendo da vicino il confronto tra i partiti del centrosinistra autonomista trentino sull'alleanza al Senato.
"L'Adige", 14 gennaio 2013
E dal possibile, ormai vicino, accordo trae conseguenze più generali. «I candidati sottoscriveranno l'impegno che, se eletti, voteranno un governo di centrosinistra». Non si faranno nomi, Bersani piuttosto che Monti, ma per Pacher questo non modifica la sostanza: «Non ci saranno alternative. Il governo di centrosinistra si dovrà fare insieme all'area di centro di Monti».
Secondo Pacher l'alleanza Pd-Patt-Upt è «un fatto di coerenza con il percorso fatto finora in Trentino, dove l'Upt è protagonista a pieno titolo del centrosinistra autonomista. Non può tradire questa vocazione, che gli è anche costata qualcosa». Anche nel Pd però c'erano opinioni diverse. «Sì ma l'assemblea ha approvato il documento che dice di cercare l'accordo in questi termini».
A livello nazionale però né Bersani né Monti parlano di alleanza. «Ho sempre sostenuto - afferma Pacher - che ci sarebbero state le premesse e le risorse per fare un accordo prima. Bersani comunque dice che dopo le elezioni cercherà un accordo con Monti. Secondo me però l'elettorato è più avanti di queste ritrosie tattiche. Dicano chiaramente e esplicitamente che si farà un governo insieme. I pesi politici dipenderanno dalle dimensioni del consenso elettorale, ma un discorso più esplicito in questo senso credo che aiuterebbe anche i risultati elettorali».
Uno dei fatti nuovi degli ultimi giorni è la «rimonta» di Berlusconi, che finora sembrava fuori dai giochi. Nel centrosinistra desta una certa preoccupazione. «Non ci sono margini perché questa rimonta divenga una vittoria - sostiene Pacher - a meno che nelle prossime settimane non si facciano errori clamorosi, vere e proprie cavolate come l'uscita di Bertinotti nel 2006. Berlusconi ha fatto talmente male e ha dato talmente una prova negativa di sé che ce ne vuole perché rimonti. Però se si fosse proposto chiaramente all'elettorato fin dall'inizio un bel disegno di coalizione tra centrosinistra e centro questo avrebbe aiutato. Purtroppo questa legge elettorale enfatizza la proporzionale, che alimenta le curve degli ultras dei vari schieramenti».
I problemi dell'economia e della società finora sono rimasti fuori dalla battaglia elettorale e questo lascia spazio alle proposte più demagogiche. Viceversa, quando vengono intervistati o ascoltati lavoratori o imprenditori, ad esempio quelle imprese del Nord Est che provocatoriamente dicono «qui non ce la facciamo più, ce ne andiamo in Carinzia», i temi che emergono sono l'accesso al credito, la burocrazia, le risorse per investire e dare lavoro. «Finora - commenta Pacher - è stata una brutta campagna elettorale dove si è parlato poco di contenuti, si sono sentiti solo slogan. Spero che dal momento del deposito delle liste si incominci ad entrare nel merito e si parli alla gente».
A proposito di liste: e sulle candidature al Senato, su cui c'è discussione? «Io mi sono espresso a favore di Tonini come rappresentante del Pd - ricorda Pacher - per il resto si litigherà come sempre ma alla fine ci sarà l'accordo. L'importante è il quadro politico che abbiamo definito».