L'accordo politico tra Pd, Patt e Upt per il Senato è in dirittura d'arrivo, anche se su nomi e collegi è ancora bagarre. Oggi è previsto un nuovo incontro. Ma potrebbe essere qualcosa di più di un mero patto elettorale. La formula dell'intesa dovrebbe specificare che i candidati sono del centrosinistra autonomista e quindi in Parlamento si comporteranno di conseguenza. Tradotto: sosterranno un governo di centrosinistra.
F. Terreri, "L'Adige", 14 gennaio 2013
Che, afferma il presidente della Provincia Alberto Pacher , «non potrà essere che frutto dell'alleanza con l'area di Monti». Insomma un Trentino che si presenta come pioniere di quell'alleanza Bersani-Monti che a livello nazionale, per ragioni di tattica elettorale, nessuno si spinge a lanciare.
«Sarebbe stato meglio se l'Upt avesse ottenuto da Monti una dichiarazione nazionale di impegno sull'autonomia equivalente a quella che Bersani ha fatto con noi e la Svp - sostiene Ugo Rossi del Patt - mi sembra comunque che l'accordo sia vicino». Alla battuta di Lorenzo Dellai sui «veri autonomisti» Rossi replica: «Meglio se Dellai, come mi auguro - gli ho anche regalato una spada per questo - riesce a fare entrare nei programmi di Monti un'attenzione all'autonomia diversa dal comportamento del governo, che in quest'ultimo anno non si è mai seduto a discutere. Noi abbiamo preferito la via chiara e trasparente dell'accordo fra tre forze politiche». Anche per Rossi «con questo scatto si conferma la coalizione a livello provinciale».
Giorgio Lunelli dell'Upt è ottimista. «Salvo fatti clamorosi dovremmo raggiungere l'accordo sulla definizione dei candidati come esponenti del centrosinistra autonomista». Lunelli si dichiara «molto preoccupato del recupero di Berlusconi. Condivido quello che hanno scritto Di Vico sul Corriere della Sera e Giovanetti sull'Adige. La destra e il populismo hanno presa, l'Italia è strutturalmente conservatrice. Tutti noi di centrosinistra dovremmo evitare di dare per scontata la vittoria».
In questo Lunelli trova una sponda nel segretario del Pd Michele Nicoletti . «Sono seriamente preoccupato della possibile rimonta di Berlusconi come nel 2006. Certo, la sua forza non è più quella di una volta, ma la situazione è in movimento». Per Nicoletti «Bersani sta dicendo esplicitamente che bisognerà collaborare con le forze del centro riformista e ha invitato Monti a chiarire cosa farà dopo il voto. Io ho fatto lo stesso con Dellai. L'accordo sul Senato va in questa direzione».
E sui candidati nei tre collegi trentini? Con l'accordo spetteranno uno al Pd, uno al Patt e uno all'Upt ma su nomi e collocazione la partita è aperta. Ieri sera l'assemblea Pd del collegio Trento-Val di Non-Val di Sole ha dato le sue indicazioni sulla candidatura, come aveva fatto sabato Rovereto-Garda-Giudicarie. «Per quanto riguarda il collegio Valsugana - precisa Nicoletti - i circoli stanno ragionando. Faremo il punto nel nostro coordinamento, probabilmente martedì».
«Importante è la qualità delle candidature - dice Nicoletti - È essenziale che abbiano profili di competenza e di rappresentatività politica, ma serve anche l'equilibrio di genere». Questo è appunto il dilemma del Pd, tra Giorgio Tonini , indicato dal nazionale e preferito da Trento per candidarsi nel capoluogo, e Aida Ruffini , indicata da Rovereto per il collegio del Trentino meridionale.
Oltre al dilemma di genere, però, c'è quello politico perché Tonini risolverebbe i problemi con l'Upt ma non col Patt, Ruffini viceversa. «I candidati devono guadagnarsi la vittoria, conta il clima di opinione - afferma infatti Lunelli - Come Upt siamo determinanti e portiamo il nostro valore aggiunto che è nelle aree urbane». Quindi Upt a Trento o Rovereto e non in Valsugana. Viceversa, secondo Rossi la proposta del Patt, che indica Franco Panizza e ieri sera ha riunito la giunta esecutiva, è quella che dà maggiori possibilità di vittoria a tutti: «Panizza a Trento, il Pd in Vallagarina, scelta che consente di rispettare anche le indicazioni di genere, l'Upt in Valsugana dove è molto forte e alleata della Ual».