«Chiediamo ai partiti del centrosinistra autonomista di aprire immediatamente una nuova modalità di confronto sulle candidature ai collegi senatoriali del Trentino: non crediamo che la coalizione sia garantita dalla aritmetica spartizione dei seggi, ma che essa possa trarre nuova forza solo da una piena condivisione di ogni candidatura su tutti tre i collegi. Candidature di alto profilo, che trovino la convergenza delle forze politiche e diano qualificata rappresentanza al Trentino in una fase politica dagli esiti non scontati, a partire dall’elaborazione del Terzo Statuto».
Lo dicono i firmatari di un appello alle forze del centrosinistra, Luca Paolazzi, Michele Nardelli, Giuseppe Ferrandi, Alessio Manica, Patrizia Caproni, Tommaso Iori. «La candidatura di Francesco Palermo sul collegio della Bassa Atesina dimostra che è possibile sfruttare nel modo più intelligente le opportunità offerte dal sistema dei collegi uninominali».
IL TESTO INTEGRALE DELL'APPELLO
La recente notizia della candidatura di Francesco Palermo sul collegio senatoriale della Bassa Atesina impone una riflessione nuova anche in Trentino: non solo per la portata politica di questo passaggio (che per la prima volta apre lo spazio ad una nuova strada dell’autonomia sudtirolese, superando lo scoglio etnico), ma anche per la rappresentazione che esso offre della specificità locale. La candidatura di Palermo dimostra infatti che è possibile sfruttare nel modo più intelligente le opportunità offerte dal particolare sistema elettorale dei collegi uninominali, arrivando ad esprimere candidati che da un lato siano frutto della convergenza politica di tutti i partiti del centrosinistra autonomista, dall’altro siano rappresentanti del territorio, espressione delle sue caratteristiche originali e delle sue istanze sociali, culturali, economiche.
In Trentino, fino ad oggi, questa visione politica è stata invece subordinata ad interessi particolari: sono prevalsi i posizionamenti di partito, marginalizzando la dimensione locale, con logiche spesso del tutto avulse dalle reali dinamiche dello spazio politico provinciale. In più occasioni, la stessa tenuta della coalizione che governa la provincia di Trento è stata messa in discussione: e quando ciò non è avvenuto, il confronto tra i diversi partiti si è svolto sulla base di una mera logica spartitoria. Non si è mai avvertito in modo evidente un dialogo che partisse dall’esigenza della rappresentazione reale dell’autonomia e della “differenza” trentina, quella che ha permesso alle nostre realtà di essere per quasi quindici anni un’anomalia positiva in un Nord Italia leghista e berlusconiano.
Valorizzare il patrimonio politico e sociale di questa terra non è un’impresa facile: impone la capacità di agire il confronto non solo in termini elettoralistici, ma con uno sguardo politico diverso, di lungo periodo, capace di guardare non solo agli interessi di partito ma agli interessi collettivi della società trentina e sudtirolese, mettendo al centro il nostro originale ordinamento istituzionale.
Per questo motivo chiediamo a tutti i partiti del centrosinistra autonomista di aprire immediatamente una nuova modalità di confronto sulle candidature ai collegi senatoriali del Trentino: non crediamo infatti che la coalizione sia garantita dalla aritmetica spartizione dei seggi, ma che essa possa trarre nuova forza e nuove ragioni solo da una piena condivisione di ogni candidatura su tutti tre i collegi. Candidature autorevoli, di alto profilo, che trovino la convergenza delle forze politiche e che diano qualificata rappresentanza al Trentino in una fase politica e istituzionale che si prevede complessa e dagli esiti non scontati, a partire dall’elaborazione del Terzo Statuto.