Oggi l'assemblea provinciale. Pinter: "La decisione spetta a noi, un candidato ha bisogno del consenso". Slitta l'accordo di coalizione in attesa di quello tra Democratici e Svp.
C. Bert, "Trentino", 10 gennaio 2013
«La decisione sul Senato compete al Pd trentino, non al nazionale». Roberto Pinter, responsabile enti locali, pesa le parole, consapevole del clima pesante che si respira dentro il partito dopo i diktat di Roma sulle candidature che ha imposto Bressa capolista alla Camera davanti a Nicoletti e Gnecchi e Giorgio Tonini al Senato.
«Hanno tradito le primarie», è la protesta che monta nella base alla luce della quasi sicura esclusione dai giochi della giovane renziana Elisa Filippi, che delle primarie per la è stata la vera sorpresa («Testa alta e avanti sempre!», è stato il suo primo commento via twitter) Il segretario Michele Nicoletti - l’unico sicuro di elezione - ha convocato d’urgenza per questa sera l’assemblea provinciale del partito.
Qualcuno parla già di «resa dei conti» tra chi chiede un (impossibile) passo indietro di Bressa e chi un passo indietro di Nicoletti a favore di Filippi. Rapporti tesissimi con il Pd altoatesino, accusato di non aver rispettato gli accordi sulla presenza di due trentini nei primi tre posti, malumori nei confronti del segretario per quello che ha portato a casa da Roma, ma soprattutto fibrillazione sulla candidatura di Giorgio Tonini al Senato, vissuta come un’imposizione della segreteria nazionale.
E proprio su Tonini l’assemblea sarà chiamata ad esprimersi. C’è il consenso del territorio che il senatore uscente ha chiesto per candidarsi? «Non è una decisione già presa», dice Pinter, «qui non è in ballo un giudizio sulle capacità e le competenze di Tonini. È auspicabile che chi si candida per il Pd abbia dietro di sè un consenso e si tratta di vedere se le priorità del partito riguardano il collegio di Trento (dove si candiderebbe Tonini) o altri (sottinteso Rovereto e Vallagarina, dove il Pd locale rivendica un proprio candidato, Aida Ruffini, ndr)». Nella base c’è chi si dichiara pronto ad assemblee autoconvocate per sondare candidati alternativi a Tonini, iniziativa che in parte viene superata dalla convocazione dell’assemblea provinciale di oggi, dove ci sarà spazio per un confronto a tutto campo. Al momento controcandidature ufficiali per il capoluogo non sono emerse, anche se continua a circolare il nome dell’ex segretario Maurizio Agostini.
Sul quadro provinciale pesa lo stallo nella trattativa tra Pd ed Svp: è ancora braccio di ferro sul collegio del Senato Bolzano-Bassa Atesina (in ballo Siegfrid Brugger per la Svp e il segretario del Pd altoatesino Antonio Frena), tanto che ieri sera l’Obmann Richard Theiner, dopo un incontro a Roma con Bersani, ha rinviato al weekend una decisione («Vedremo se andare da soli o con il Pd»). La mancata intesa con la Volkspartei fa slittare ancora l’accordo Pd-Upt-Patt sui collegi del Senato: se il collegio di Bolzano andrà a Brugger, il Pd potrebbe mandare a Roma un solo senatore su 7 posti disponibili. Il vertice di coalizione previsto ieri è stato rinviato, probabilmente a dopo l’assemblea Pd di stasera.
«È vero che le ultime decisioni rendono più problematico il bilancio per il Pd trentino - avverte Pinter - ma sarebbe sbagliato trarne conseguenze per quanto riguarda l’intesa di maggioranza se per noi rappresenta un valore, come io ritengo. L’accordo va fatto non a tutti i costi, ma con delle garanzie». Porte aperte dall’Upt. «Coprendo il disagio dentro il Pd perché lo conosco - dice Giorgio Lunelli - 5 anni fa da segretario della Margherita ho partecipato alla composizione della lista per la Camera e il risultato è uguale a quello di oggi anche nei nomi, se si esclude Nicoletti al posto di Froner. Da allora preferisco un partito territoriale che decide da sè. Non posso ipotizzare che logiche nazionali possano affossare la dimensione locale. Il tempo stringe, ma ne abbiamo ancora».
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