Il presidente reggente della Provincia, Alberto Pacher, si augura che domani le forze politiche del centrosinistra autonomista che governano insieme a livello provinciale e in Regione - comprese le più piccole - riescano a siglare un accordo per presentarsi unite nei collegi elettorali per il Senato del Trentino Alto Adige, nonostante le diverse posizioni assunte sul piano nazionale.
L. Patruno, "L'Adige", 6 gennaio 2013
E per quanto riguarda il nome del candidato Pd per il Senato in Trentino, Pacher indica con forza Giorgio Tonini per il collegio di Trento. «Direi che è lui in pole position» dichiara convinto, nonostante le aspettative diverse espresse soprattutto dal Pd della Vallagarina.
Presidente Pacher, pensa che Pd, Svp, Patt, Upt e Udc riusciranno a trovare l'accordo lunedì sul Senato?
Io spero proprio di sì. E mi pare che siamo molto vicini a un accordo perché siamo tutti coscienti che dopo le elezioni politiche si dovrà andare a un governo che veda insieme il Pd e il centro di Monti e dunque a un governo di centrosinistra.
Lo dà per scontato?
Ho la sensazione che questa sarà una strada necessaria oltre a ritenere che sarebbe una buona cosa per il Paese. Dunque trovare un accordo per cui i nostri senatori oltre a difendere la nostra autonomia si impegnano anche a votare per un governo di centrosinistra e il candidato premier a cui verrà dato l'incarico dal presidente della Repubblica a me sembra una cosa facile da raggiungere.
Si aspetta che l'Upt si impegni a sostenere il candidato premier del centrosinistra. Non necessariamente Bersani?
Noi chiediamo che sostenga il candidato premier a cui Napolitano darà l'incarico per un governo di centrosinistra. Mi aspetto che l'Upt faccia questo sforzo perché è stata in tutti questi anni una gamba portante della nostra coalizione. Come Margherita e prima ancora, dal '93, con la scomposizione della Dc e il passaggio dai popolari, l'Upt è stata una forza che ha avuto il coraggio di caratterizzarsi per l'appartenenza non ambigua al centrosinistra. E io continuo a ricordare nelle riunioni politiche che è anche per questa presenza che quando in tutto il resto d'Italia era una Vandea del centrodestra in Trentino non è stato così. Ora abbiamo tutti bisogno che si confermi il senso di questa coalizione.
In queste ore però sembra che le perplessità maggiori nei confronti dell'accordo vengano dal Pd che imputa a Dellai e all'Upt la responsabilità della rottura del fronte del centrosinistra. Non è così?
Dopo la riunione del coordinamento provinciale del Pd si è trovato l'accordo sul fatto di chiedere all'Upt un chiaro impegno a sostenere il premier incaricato per un governo di centrosinistra, anche se ci sono state sfumature diverse. Quello che non sarebbe digeribile è dire: si vedrà dopo. La chiarezza prima è un elemento necessario. A me piacerebbe che anche le altre forze della coalizione locale esprimessero l'appartenenza alla coalizione.
A chi si riferisce?
Penso ai Verdi e all'Italia dei valori. Poi alla Camera ognuno faccia il suo gioco, ma siamo tutti di centrosinistra autonomista e lì andiamo. Il Patt ha fatto una scelta non banale e coraggiosa.
Giorgio Tonini lo ritiene un candidato «imposto» da Roma o un candidato trentino per il Senato?
Sarebbe ridicolo che ce lo imponessero perché io di Tonini ho grande stima. Basta che ci dicano: fate come volete e per quanto mi riguarda lui è in pole position se dà la disponibilità.
Il coordinamento Pd di Trento è sembrato però un po' freddo e Rovereto ha i suoi nomi.
Si discuterà nel merito. Io sono per Tonini, anche se lo dico con prudenza, non vorrei portargli male.