«Mi auguro che Alberto Pacher torni sui suoi passi, accantoni il "gran rifiuto" della candidatura provinciale e si metta in corsa per la presidenza». Così il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, nell'intervista rilasciata a margine dell'incontro di fine anno con i giornalisti.Z. Sovilla, "L'Adige", 29 dicembre 2012
Andreatta, il suo auspicio che Pacher sia il successore di Lorenzo Dellai è una speranza o si riferisce a un'evoluzione registrata nel panorama politico? «Ovviamente lo dico perché ho ragione di ritenere che sia una svolta possibile, alcune condizioni politiche possono mutare. Quando parlo con moltissimi esponenti dell'Upt, del Patt e del Pd, mi sento dire che è Pacher la figura in grado di guidare e tenere unita una coalizione. Il garante di una coalizione di governo non è un ruolo che si improvvisa e lui ha già dimostrato si saperlo esercitare nei dieci anni trascorsi come sindaco di Trento». Però Pacher aveva motivato il passo indietro anche con richiami alla sfera personale. Fare retromarcia non implicherebbe una perdita di credibilità? «Pacher si è espresso con forza rispetto alle condizioni esistenti allora, ma se oggi si modificassero, sarebbe lecito immaginare un abbandono di queste perplessità di ordine politico e personale». E Andreatta, di fronte a un caldo invito, magari da parte di Pacher, potrebbe ripensare il suo rifiuto di una candidatura alle provinciali 2013? «Per carità! Ripeto che non mi candido, sono al primo mandato di sindaco e intendo portarlo a termine con serietà nel 2015». A proposito di fine mandato, qual è il suo giudizio sulle tre legislature Dellai? «È stato il presidente che ha governato più a lungo e in questi anni il Trentino è indubbiamente cresciuto. Dellai ha utilizzato bene le risorse finanziarie disponibili e ha investrito con lungimiranza nella crescita in ambiti strategici "immateriali", come l'università e la scuola, la ricerca scientifica e la produzione innovativa. Ha saputo varare riforme in tutti i principali settori, dal sociale all'istruzione, con leggi ad hoc che su vari fronti sono diventate un modello a livello nazionale». Non c'è nulla da rimproverargli? «L'aspetto critico è la sua propensione a muoversi, sia in campo politico sia amministrativo, sulla base di intuizioni che non sempre ha condiviso nemmeno con i suoi collaboratori stretti. Ciò non toglie, peraltro, che le cose siano state fatte e che il Trentino sia cresciuto. Tuttavia, credo che se qualcuno lo ha descritto come "uomo solo al comando" ha còlto un tratto di verità. Dunque, in futuro sarà opportuno recuperare un po' di collegialità». Futuro che ora si gioca anche sul braccio di ferro fra Pd e alleati sulle candidature nei collegi per il Senato. Se alla fine Upt e Patt non siglassero l'impegno pro Bersani e dunque alle politiche ognuno andasse per la sua strada, questa frattura si riverberebbe sul voto provinciale d'autunno? «La mia previsione, anche come "montiano" del Pd, è che alla fine si eviterà uno strappo e si troverà un equilibrio che rafforzerà il percorso verso le provinciali. Se invece non ci fosse un'intesa, si tratterebbe solo di un episodio legato a riposizionamenti in ottica nazionale, senza conseguenze locali; salvo ovviamente il caso clamoroso, che peraltro escludo, di una scelta di campo dei centristi per un'alleanza col centrodestra».
Veniamo al Comune: lei, incontrando i giornalisti, ha ribadito la sua preoccupazione per un disagio sociale crescente anche in città, a causa della crisi economica. «Purtroppo diversi indicatori ci confermano che sono molte le persone in difficoltà. Nel corso del 2012 ho pensato molto a loro e con l'assessore Violetta Plotegher ho condiviso l'idea che la strada più fruttuosa da seguire è quella che cerca di rendere queste persone protagoniste, accompagnandole con l'intervento dei nostri servizi sociali. Persone che una volta superata la loro esperienza negativa, la potranno trasformare in capacità di aiutare chi a sua volta attraversa un periodo critico di marginalità, magari legato all'abuso di alcol o di droghe o semplicemente al venir meno di sicurezze economiche e affettive. Qui abbiamo fatto molto nel 2012 e miglioreremo ancora nel 2013, con il proposito di rafforzare questo approccio. Abbiamo anche nuove strutture di accoglienza, come quella nella ex sede dell'Associazione allevatori, in via Lavisotto, con spazi sia per i senza fissa dimora (fino a trenta giorni di permanenza) sia per altre persone alle prese con improvvise emergenze finanziarie (fino a sei mesi, per esempio per chi vive contestualmente il dramma di un divorzio e della perdita del posto di lavoro)».Altri capitoli da mettere in evidenza? «Fra quelli compresi nei nostri obiettivi, c'è senz'altro l'impianto per la cremazione dei defunti, che ora procede rapidamente verso la gara d'appalto. Oppure il canile municipale, che rientrava fra i progetti annunciati. Tengo fra l'altro a sottolineare che il bilancio comunale, in tempi di calo delle risorse, mi richiede davvero grossi sforzi. Quello cui sto lavorando in questi giorni sarà il primo a registrare un segno negativo e il mio intento è riuscire a chiuderlo senza aumentare la pressione fiscale, pur mantenendo al meglio i servizi, come è avvenuto per il trasporto pubblico urbano». Su questo fronte, per incentivare il bus e scoraggiare l'uso dell'auto, non si può pensare a estendere l'area pedonale o a traffico limitato? «Premesso che per la mobilità Trento presenta aspetti morfologici complicati, devo dire che contavo, intanto, di intervenire in questo senso almeno sull'area di Santa Maria Maggiore, che fra l'altro merita una valorizzazione anche in chiave turistica. Tuttavia, questo e altri possibili ampliamenti si scontrano sia con questa complessità del tessuto cittadino sia con resistenze, anche in consiglio comunale, figlie di una visione urbanistica culturalmente arretrata al confronto con le esperienze europee. Ciò non toglie che andranno avanti speditamente i nostri progetti sui percorsi ciclabili e pedonali, così come il parcheggio di attestamento a Trento sud».Nel tradizionale incontro augurale di fine anno con i giornalisti, ieri, a palazzo Geremia, il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ha sottolineato, fra l'altro, il ruolo dei mass media nella dinamica democratica anche su scala locale. «Ciò - ha osservato - tanto per l'informazione fornita alla comunità sull'attività amministrativa, quanto per la funzione preziosa di interprete critico delle istanze sociali nei riguardi delle istituzioni».Anche il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Fabrizio Franchi, ha richiamato la relazione fra comunità e istituzioni, che vive una stagione difficile. Perciò bisogna «recuperare fiducia e senso dell'identità territoriale», anche grazie al ruolo dei media come interfaccia tra politica e opinione pubblica.L'incontro, condotto dal capo di gabinetto Lorenzo Andreatta, si è concluso con un'applaudita esibizione del cantautore Shel Shapiro, nel segno del suo progetto «Undici», dedicato alla Costituzione repubblicana.
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