La legge finanziaria e il bilancio sono l’atto fondamentale che descrive le scelte che si intendono fare per la nostra Comunità: quante risorse possiamo e vogliamo investire su sociale e sanità, piuttosto che su sistema della formazione, cultura, trasporti ambiente e turismo, dove tagliare, dove aumentare, quali progetti confermare, quali sospendere?Mattia Civico, 12 dicembre 2012
Lo sappiamo bene: sulla finanziaria si concentrano molte nostre energie perché da qui discenderanno le azioni future che dovranno avere la capacità di dare una risposta alle necessità e alle ambizioni del nostro territorio. Il confronto su questi temi è impegnativo e complesso perché ognuno di noi è portatore di punti di vista, di sensibilità, ha un’idea di giustizia sociale, equità da cui derivano le scelte su cosa sia sostenibile, cosa no, cosa sia irrinunciabile, cosa no una sua visione di cosa potrebbe o dovrebbe accadere nei prossimi anni per il bene della nostra Comunità.
Ma non dobbiamo perdere di vista un aspetto che ancor più oggi, dopo questi quattro anni, mi pare fondamentale.
Se qualcuno pensa di uscire dalla crisi con i soldi, sta sbagliando. Non saranno solo i bilanci a ridare slancio alla nostra comunità, non saranno i contributi e nemmeno gli investimenti finanziari. Non basteranno queste scelte a garantire vero benessere ai nostri figli e alla nostra comunità.
Oggi discutiamo la legge finanziaria e il bilancio, ma le leggi da sole non hanno il potere magico di cambiare le sorti. La politica, se vuole riconquistare credito, deve svelare questa falsa convinzione che pare invece molto radicata e che è il vero danno prodotto al nostro Paese dal ventennio bugiardo: il governo di una comunità non può essere delegato a uno solo o a pochi. Dobbiamo uscire dalla cultura dell’uomo solo al comando, del “ghe pensi mi”. Le buone leggi camminano sulle gambe delle persone, non solo sulle diciotto gambe di chi governa o sulle settanta gambe di chi siede in quest’aula, ma sulle gambe di ogni cittadino di questa comunità.
Le risorse forse caleranno ancora negli anni a venire e io credo che dobbiamo investire maggiormente in processi di affermazione di piena cittadinanza. Voglio dire che la nostra comunità sarà più forte e più in grado di affrontare i marosi della crisi, quanto più ogni cittadino si sentirà pienamente cittadino.
L’articolo 1 della nostra costituzione dice che la Repubblica è fondata sul lavoro. Ebbene oggi che il lavoro a molti manca dobbiamo ribadire nelle scelte concrete che sapremo fare anche in questa finanziaria che la Repubblica, la nostra comunità si fonda a maggior ragione sul lavoro, in una accezione ampia, come intendevano i nostri padri costituenti: la nostra comunità si fonda sullo sforzo di ognuno, sulla fatica che ognuno fa ed è disposto a fare.
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