Fabiano Lorandi: «Inevitabilmente i genitori hanno aspettative sui figli ma non è detto che loro abbiano le stesse attitudini». «Non forzare le scelte dei ragazzi».
A. Tomasi, "L'Adige", 14 dicembre 2012
Regola numero uno: cercare di capire i propri figli, sempre. Regola numero due: arrivati al momento della scelta della scuola superiore, non costringerli a fare ciò che voi vorreste per loro. In altre parole: se lui o lei vuole fare il cuoco e voi avete frequentato il liceo classico, lasciate che segua le inclinazioni personali (meglio un figlio realizzato dietro il bancone di una cucina che un letterato frustrato dietro una cattedra). Regola numero tre: ascoltare cosa suggeriscono gli insegnanti delle medie (è possibile che sbaglino, suggerendo un istituto tecnico a chi è «portato» per il liceo, ma qualche volta ci azzeccano). Regola numero quattro: cercare di capire quale può essere la scelta migliore per il proprio figlio in prospettiva (lui o lei è, per definizione, in un età evolutiva; la persona che oggi non è la persona che sarà domani).
Non usa queste parole Fabiano Lorandi , responsabile dell'orientamento del Servizio istruzione della Provincia ma questa è la sostanza.
Lorandi - che invita le famiglie ad andare a visitare anche il sito internet www.vivoscuola.it («Nella parte dedicata all'orientamento c'è un software con la rappresentazione completa di tutta l'offerta formativa scolastica e professionale») - spiega che quella delle visite alle scuole superiori è una grande occasione, non solo sul piano della conoscenza ma anche sul piano emozionale. «Si prende confindenza con il luogo, ci si siede sulle sedie su cui, magari, ci si siederà nei prossimi cinque anni. È da fare».
Lorandi ribadisce che i genitori, a maggior ragione in questa fase molto delicata, devono stare accanto ai figli. Il che non significa imporre loro delle scelte. «Inevitabilmente i genitori hanno delle aspettative e fanno delle proiezioni sui figli. Ma si deve capire che i ragazzi non necessariamente hanno le stesse attitudini dei padri o delle madri. Questi devono capire che il mondo è cambiato e anche i giovani sono cambiati».
Poi invita a dare fiducia agli inseganti delle scuole medie, che possono aiutare i ragazzi nella fase di orientamento. «Certo, possono sbagliare, ma le ricerche dimostrano che nella maggioranza dei casi le scelte fatte su indicazioni dei docenti si sono rivelate giuste».
Scegliere la scuola sbagliata, magari per colpa del professore delle medie, non è simpatico. «Tutto può accadere. Non dimentichiamo però che la riforma Moratti, declinata in versione trentina, permette di avere un biennio molto similie da scuola a scuola». E in caso di scelta sbagliata, con dei corsi dedicati, è possibile fare un cambiamento di rotta.
Una correzione del percorso formativo che può avvenire - spiega Lorandi - anche nel caso della formazione professionale. «Faccio un esempio: un ragazzo può prendere la qualifica di "elettronico". Poi può transitare all'Iti Buonarroti, con un percorso di accompagnamento. C'è un accertamento dei crediti. Io conosco un ragazzo che frequentava l'Enaip. Poi è passato all'Iti e ora è laureato in ingegneria».