Il Pd richiama elettori e iscritti a scegliere i candidati per le politiche. I trentini che hanno votato alle Primarie per scegliere il candidato premier della coalizione di centrosinistra si tengano, quindi, pronti. A fine dicembre, il 29 e il 30, si terranno infatti anche in provincia le Primarie-bis, questa volta per indicare i candidati alla Camera e al Senato in vista delle elezioni politiche che si terranno, con molta probabilità, a febbraio.
A. Conte, "L'Adige", 13 dicembre 2012
La decisione presa ieri dalla segreteria nazionale sarà ora vagliata dalle assemblee provinciali, già domani ci sarà quella del Pd trentino, per mettere a fuoco regole e procedure. Quello che è certo è che un ruolo importante nello scegliere i candidati alle Primarie lo avranno i singoli territori. «Quanto all'elettorato passivo - spiega infatti il Pd nazionale sul suo sito - saranno gli organi territoriali e gli iscritti a selezionare i candidati da sottoporre alle primarie». Secondo le prime ipotesi, per presentare una candidatura dovrebbero servire le firme del 3% degli iscritti al partito (quindi circa 60 in Trentino) o il 5% dei rappresentanti dell'assemblea provinciale (4 sui 64 componenti trentini). Se così sarà, potrebbe esserci una competizione tra molti candidati, anche se per pochissimi posti. Realisticamente, alla Camera il Pd, con una lista propria potrebbe fare tre deputati. Di questi uno, probabilmente, toccherà a Bolzano, uno al nazionale, uno per il Trentino. Tra i nomi di possibili candidati ci sono ovviamente quelli di Michele Nicoletti, dell'uscente Laura Froner, ma un pensierino potrebbero farlo anche Andrea Rudari, sostenuto in questo caso dall'ala renziana del Pd trentino, o qualche consigliere comunale di spessore come Lucia Maestri. Per ora solo Froner ha confermato la volontà di volersi mettere in gioco.
Anche al Senato potrebbe esserci di fatto la corsa per un solo nome da mettere in campo con possibilità di vittoria. Se infatti si andrà ad un accordo con Upt (avamposto trentino di Verso la Terza Repubblica di Dellai-Montezemolo) e Patt, probabilmente ciascuna forza si prenderà uno dei tre collegi senatoriali. Quello di Trento o di Rovereto potrebbe toccare al Pd o, in alternativa, all'Upt, il Patt si prenderebbe quello della Valsugana, anche se ancora tutto sembra essere aperto. In questo caso nomi per il senato, oltre a quello di Giorgio Tonini che si è detto disponibile (ma l'ultima volta fu candidato nelle Marche, dove potrebbe anche tornare), sembra che nutrano ambizioni anche Roberto Pinter e Margherita Cogo, a fine corsa per quanto riguarda la candidatura in consiglio provinciale.
Ieri a Roma alla riunione della segreteria nazionale c'era anche il segretario Nicoletti. «Premesso che il regolamento ci sarà lunedì in direzione nazionale, dopo una nuova discussione con i segretari regionali, dovrebbe esserci una articolazione per province: i trentini voteranno per i trentini e gli altoatesini voteranno per i candidati altoatesini alla Camera. In base alla proporzione si vedrà quanti metterne in lista. Aspettiamo valutazioni più chiare sui capolista, sulla rappresentanza di genere, e sulla parte di competenza nazionale. Noi, assieme a Bolzano, faremo di tutto per avere quanta più rappresentanza territoriale». Insomma, potrebbero anche essere tre i posti per le due province in lista, se il Pd nazionale si convincesse a trattare la regione in maniera speciale.
Rispetto alla sua candidatura, Nicoletti spiega «che essendo segretario nazionale si rappresenta il partito, e l'ho fatto ad esempio alle europee del 2009. Ma prima ci deve essere una strategia generale, anche in vista delle provinciali».
Rispetto al Senato, per Nicoletti, «il primo nodo da sciogliere» è quello con la Svp che sta pensando a un'alleanza di segno autonomistico (vedi articolo a lato). Nicoletti spiega che «è importante anche l'alleanza con il Patt oltre che con la Svp: ci sono premesse positive per confermare questo rapporto». Rispetto all'alleanza con l'Upt e Verso la Terza Repubblica, Nicoletti rimanda a quanto si deciderà a livello nazionale: «Se il centro sarà da un'altra parte, allora non si potrà fare un'alleanza per il Senato».
In attesa di capire il regolamento, per ora i commenti sono positivi. «Bene il metodo delle primarie - spiega il senatore Giorgio Tonini - perché dà il senso di un partito che gioca all'attacco e non si chiude». Elisa Filippi, anima dei comitati renziani, chiede tempo per verificare tutte le carte prima di dare una valutazione più organica sulle Primarie. Per ora si limita a dire che «è un segnale positivo. Sarà importante essere presenti per dare espressione a chi ha votato per Renzi. Per noi dovranno essere primarie aperte».
ECCO CHI POTRA' PARTECIPARE
Le regole definitive delle Primarie per i candidati alla Camera e al Senato saranno decise lunedì dalla direzione nazionale del Pd. Per ora, l'ipotesi in campo, per l'elettorato attivo (chi vota) riguarda «gli iscritti al Pd e ai votanti alle primarie del 25 novembre che al momento del voto si dichiarino elettori del Pd». Per ora, da quanto si può capire, quindi, i votanti saranno limitati a quelli che già si sono iscritti al primo turno delle Primarie sul premier.
«Quanto all'elettorato passivo, saranno gli organi territoriali e gli iscritti a selezionare i candidati da sottoporre alle primarie» conclude la nota del Partito democratico nazionale.
Decisivo sarà quindi quanto decideranno a livello locale gli organismi dirigenti.
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