CAMERA DEI DEPUTATI - La dichiarazione di voto di LAURA FRONER a nome del Pd sul Decreto Sviluppo

"Signor Presidente, questa sera, voteremo la fiducia sull'ultimo atto in questa legislatura, che, pur senza disporre lo stanziamento di nuove risorse, si prefigge l'obiettivo ambizioso, ma necessario, del rilancio dell'economia del Paese. Noi abbiamo sempre dato, in questi anni, piena disponibilità a sostenere le misure proposte per lo sviluppo".
Laura Froner, 12 dicembre 2012

"Spesso, abbiamo fatto appello al Governo, affinché, oltre al rigore necessario per rimettere i conti in ordine e recuperare credibilità internazionale, ci si impegnasse su misure più incisive per la crescita, misure che potessero offrire maggiori opportunità di lavoro. Sottolineo questi due termini - «crescita» e «lavoro» -, perché, come sappiamo, sono strettamente collegati tra loro. E pensando ai 2 milioni e 870 mila disoccupati nel nostro Paese e al 36,5 per cento dei giovani, fra i 15 e i 24 anni, senza occupazione, il lavoro è una priorità assoluta per il nostro Paese.
Gli ultimi dati a nostra disposizione rimandano la crescita al 2014, quindi, un anno ancora di calo del PIL, che quest'anno scende del 2,1 per cento, e continuerà a farlo il prossimo anno dell'1,1 per cento, per poi cominciare una risalita dello 0,6 per cento nel 2014. Cadono i consumi - meno 3,2 per cento, il peggior dato dal dopoguerra -, crolla l'occupazione. In questa situazione, c'è già chi è pronto ad annunciare miracoli e a gridare a squarciagola che è stato il Governo Monti, i provvedimenti dell'Esecutivo dei tecnici ad averci portato a questa situazione. Chi ha occhi per vedere, chi non è guidato dal proprio tornaconto, chi non crede ai maghi, sa che non è così: che alla difficilissima congiuntura internazionale, chi ha preceduto il Governo Monti ha risposto facendo finta di nulla, aggravando la situazione, cercando di far passare leggi nel proprio esclusivo interesse, raccontando agli italiani che andava tutto benissimo e che i ristoranti erano pieni. Chiunque abbia consigliato a Berlusconi di rientrare in campo sappia che il ritorno del passato sulla scena italiana preoccupa tutti noi, che in Italia viviamo, e chi ci guarda da fuori. Non farò l'elenco di quel che hanno detto e scritto i media internazionali e qualche Ministro europeo. Il New York Times, nel suo editoriale di oggi, sottolinea che la ripresa in Italia dipende da una leadership sobria. Abbiamo proprio bisogno di questo, di una leadership sobria, quella che il centrosinistra ha scelto democraticamente chiamando il Paese alle primarie. Una leadership, quella del nostro segretario, candidato Premier, Bersani, che sarà accompagnata, come abbiamo deciso oggi, da una squadra di parlamentari scelti anch'essi dagli italiani. Noi che non ci siamo arresi al «Porcellum»; noi, che avremmo voluto la riforma elettorale e che abbiamo subito la decisione del PdL di non sostenere più l'Esecutivo, interrompendo così precipitosamente la legislatura, faremo le primarie anche per scegliere i rappresentanti del popolo.
Abbiamo cominciato questa legislatura all'opposizione e, nei drammatici anni di Governo di centrodestra - voglio ricordarlo -, Governo al quale ha contribuito la Lega di Bossi e di Maroni, abbiamo ripetuto ogni giorno che la priorità di questo Paese era la crescita. Abbiamo continuato a farlo in questi tredici mesi nei quali abbiamo partecipato all'Esecutivo Monti. Eravamo, siamo minoranza in questo Parlamento. Abbiamo subito l'arroganza e l'incompetenza del Governo Berlusconi.
Abbiamo cercato spazio e compromessi durante il Governo Monti migliorando provvedimenti necessari, ma che avremmo fatto diversamente se avessimo avuto la maggioranza.
Chi verrà dopo di noi, insieme a quelli di noi che faranno parte del prossimo Parlamento, mi auguro che abbiano la maggioranza, per dare l'impronta di centrosinistra allo sviluppo di questo Paese, uno sviluppo solidale in cui paghi di più chi ha di più, in cui si investa sulla conoscenza, sui giovani, sulle donne, sulle energie alternative. Se non c'è crescita non c'è futuro, e se il Presidente del Consiglio, Monti, ha dichiarato che sarebbe stato felice di apprendere da qualcuno come sarebbe stato possibile salvarsi da un destino simile a quello della Grecia, dal baratro, e ottenere anche la crescita, noi vogliamo  dire che in quest'anno avremmo potuto fare di più e che in futuro ci impegniamo a moltiplicare i germi di sviluppo inseriti in decreti come questo.
L'impegno che il Partito Democratico, responsabile fino dalla fine, prende con il Paese, non è quello di fare miracoli, come ha già detto Bersani. Abbiamo alle spalle una fabbrica di illusioni, una comunicazione senza verità. Il nostro impegno è quello, invece, di realizzare quello che abbiamo soltanto potuto dire in questi anni di opposizione: non meno riforme, ma più riforme.
La sola austerità non può bastare, ci vuole più attenzione su equità e crescita. Questo che stiamo approvando con il nostro voto di fiducia viene chiamato «decreto sviluppo 2». Stiamo attraversando un momento decisivo per il futuro della nostra economia: abbiamo bisogno di imprese competitive capaci di operare nei diversi settori in un ambiente sempre più internazionalizzato. Per superare le debolezze del nostro Paese sono indispensabili riforme profonde che rafforzino la competitività, la creazione di posti di lavoro e l'innovazione. È per questo che voteremo la fiducia al Governo su questo provvedimento, su cui avremmo voluto ci fosse stato il tempo di intervenire anche qui alla Camera. I temi collegati all'innovazione contenuti nel decreto sono importanti, basti pensare alle misure per attuare l'Agenda digitale, che contribuirà a modernizzare il nostro Paese, sviluppando la digitalizzazione, appunto, della pubblica amministrazione, delle scuole, delle imprese, dei cittadini, e alle numerose misure dedicate alle imprese innovative, alle cosiddette start up. Avremmo voluto contribuire a correggere alcuni aspetti poco chiari, e cito, ad esempio, il paventato obbligo dei pneumatici da neve e l'ABS sui motocicli, norme che hanno creato allarme tra i cittadini. Avevamo presentato degli emendamenti mirati in tal senso, ma, data la necessità di dare rapido corso alla conversione, ieri abbiamo ritirato tutte le nostre proposte, confidando nell'impegno assunto anche oggi dal Ministro Passera di modificare gli aspetti più problematici di questo decreto-legge nella legge di stabilità, che voteremo la prossima settimana.
Vorrei consigliare ai colleghi della Lega Nord di leggere meglio il decreto, perché non c'è alcuna norma che stanzia quattro miliardi di euro al Monte dei Paschi di Siena, definito erroneamente la banca del PD, di cui hanno parlato durante la discussione. Tra i punti che vorrei ancora citare c'è la proroga, per cinque anni per le concessioni demaniali, introdotta al Senato: è una scelta che dà un po' di tempo in più, ma non risponde in modo definitivo e soddisfacente alla domanda di come l'Italia risolverà la questione delle concessioni demaniali. Il rischio è che il settore resti fermo per altri anni, in attesa di capire cosa succederà, che regole saranno poste e se vale la pena di investire. Tra i miglioramenti apportati al decreto ve ne sono alcuni che vanno invece nella direzione di tutelare gli interessi dei consumatori, come quelli riguardanti le polizze RC auto e la proroga da due a dieci anni della durata delle polizze vita: una battaglia che ho combattuto anche personalmente in parte di questi anni di legislatura. Questo, dicevo, è lo «sviluppo 2» di questo Governo, approvato da una strana maggioranza. Noi del PD annunciamo lo «sviluppo 3», quello promesso e promosso dal centrosinistra: nessuna favola, ma uno sviluppo solidale in cui paghi di più chi ha di più, in cui si investa - come dicevo - sulla conoscenza, sulle energie alternative, sui giovani e sulle donne." (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)