Torna in scena Silvio Berlusconi e subito il Pdl apre la crisi facendo mancare il suo voto di fiducia al governo Monti. È accaduto ieri sia al Senato che alla Camera, su due provvedimenti chiave: il decreto legge sviluppo e il decreto sui costi della politica delle Regioni. L. Patruno, "L'Adige", 7 dicembre 2012
Mentre nelle stesse ore il consiglio dei ministri varava il decreto «liste pulite» sull'incandidabilità dei condannati. Il Pdl si è astenuto offrendo l'antipasto di una campagna elettorale che sarà giocata tutta contro: il governo Monti, che ha peggiorato le cose, l'Europa, l'euro, le tasse; tutte parole d'ordine già utilizzate dal Cavaliere nelle ultime ore per giustificare il suo ritorno e che lo riavvicinano prepotentemente alla Lega nord, l'ex alleato, con cui il Pdl potrebbe ricostituire l'alleanza. Quello che sarà interessante capire è quanti nel Pdl seguiranno la linea di Berlusconi e quanti no. Ieri, sia alla Camera che al Senato alcuni importanti parlamentari del Pdl si sono espressi infatti a favore della fiducia al governo Monti in dissenso con il gruppo. Secondo Laura Froner , deputata del Pd che scommette su una spaccatura del Pdl: «Si tratta di nomi di primo piano come Frattini, Cazzola, Malgieri e Mantovano. Non tutti i parlamentari del Pdl sono disposti a seguire questa posizione di Berlusconi che anche loro come noi del Pd riteniamo irragionevole. Oggi abbiamo visto che effetto ha avuto sullo spread questa irresponsabilità: sono miliardi di euro che fanno pagare agli italiani». Dei due senatori trentini del Pdl ieri era presente in aula solo Cristano de Eccher , che è anche il coordinatore regionale del partito, mentre Giacomo Santini era impegnato in missione alle Nazioni Unite. Il senatore de Eccher è stato tra i pochi del Pdl che hanno votato e si sono astenuti sulla fiducia al decreto sviluppo per garantire il quorum in modo che il provvedimento fosse approvato. Spiega: «Il gruppo ha deciso di garantire comunque il voto della legge per responsabilità ma ci siamo astenuti sia per le dichiarazioni politiche del ministro Passera sul ritorno di Berlusconi («non si può tornare indietro» aveva detto, Ndr.) che per esprimere l'insofferenza del Pdl su tanti provvedimenti del governo Monti».Su quello che potrà accadere ora de Eccher non si sbilancia: «Monti dovrà andare da Napolitano e toccherà al presidente decidere se chiedergli le dimissioni o consultare le forze politiche». E sul futuro del Pdl aggiunge: «Non so se alla fine Berlusconi tornerà, io sostengo la candidatura di Alfano perché credo che sia l'unico in grado di tenere unite le anime del partito e rappresentare un'alternativa di centrodestra all'allenza Pd-Sel, gli spazi ci sono anche perché il centro è inconsistente e ci sono tanti astenuti da recuperare». Ma la linea europeista, da Partito popolare europeo, di cui parla Alfano è compatibile con quella di Berlusconi? Secondo il senatore montiano del Pd, Giorgio Tonini , che ieri ha votato in aula: «Berlusconi è un kamikaze, negando la fiducia al governo vuole trascinare il Paese intero nel suo rovinoso fallimento personale. Lo spread più alto vuol dire maggiori interessi che lo Stato deve pagare: è una follia pura». Tonini non pensa che Napolitano scioglierà le Camere per fare votare a febbraio perché va approvata prima almeno la legge di stabilità: quindi si parla di voto a marzo invece di aprile. «Berlusconi - sottolinea Tonini - con il voto oggi dei suoi ha scelto la linea anti-Monti, pensando così di recuperare consensi, e segue la linea della Lega. Ha regalato Monti al Pd, che responsabilmente lo sosterrà fino alla fine, e spinge Casini a rompere gli indugi su un'ipotesi di alleanza con il Pd: meglio con Vendola di qua che con Berlusconi e Lega di là».
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Partito Democratico del Trentino