«Per vincere le elezioni provinciali la coalizione deve essere allargata, anche a soggetti che stanno alla sinistra del Pd». Parole del segretario trentino del Partitto Democratico, Michele Nicoletti. Il professore in questi giorni è alle prese con i preparativi per le primarie nazionali, ma non si sottrae alla domanda sulle «beghe» locali, sulle spinte centriste e sul fiorire di candidati alle non meglio precisate primarie (di partito o di coalizione?).A. Tomasi, "L'Adige", 31 ottobre 2012
C'è una base che chiede di dire (e fare) qualcosa di sinistra, un'ala di centro che chiede «moderazione». Sullo sfondo lo spauracchio dell'«effetto Sicilia», dove vincono l'astensionismo e il Movimento 5 Stelle. Il Pd trentino, prossimo alle primarie locali, le prime del «dopo Pacher» ( Alberto Pacher , «numero due» della giunta Dellai nonché, fino a pochi giorni fa, candidato ufficioso alla guida della Provincia, dopo l'addio di Lorenzo Dellai a Piazza Dante), è alla ricerca di identità oltre che di un leader. C'è la candidatura, scomoda, di Donata Borgonovo Re , che non piace alla «sinistra sinistra» ( Roberto Pinter , ex Democrazia proletaria, ex Solidarietà, non ne ha fatto mistero) e di sicuro non piace al governatore. Ci sono le esternazioni di Alessandro Olivi , formalmente non candidato alla leadership (anche se indicato fra i papabili), che ha detto di puntare sugli elettori di Sel (Sinistra ecologia e libertà), sugli elettori di Nichi Vendola , ma non sul partito di Vendola. E ci sono le parole dell'assessore provinciale all'urbanistica Mauro Gilmozzi (Upt), che ha parlato dell'uscente Alberto Pacher come «argine» a una parte del Pd. Questo il quadro.E il segretario Nicoletti che dice? «Ci stiamo concentrando sull'alleanza nazionale (ci sono anche Psi e Sel). Siamo consapevoli che deve essere ulteriormente allargata. Non ci possono essere solo i democratici e progressisti, ma anche i moderati». Fin qui il discorso sul piano nazionale. Ma in Trentino non sono le forze di centro a mancare, dal Patt all'Upt. «A livello provinciale la coalizione di centro sinistra autonomista è sempre stata allargata a forze che stanno alla sinistra del Pd. Lo stesso Dellai anche in passato è stato garante di una coalizione ampia, così come le amministrazioni comunali di Trento, Rovereto e Riva. Poi naturalmente tutto dipende dalla disponibilità di Sel. Si deve guardare ai programmi. Non è che ci uniamo per fare una sommatoria di sigle. Per quanto riguarda le elezioni provinciali delle 2013, si ragiona sui programmi». Parole, queste, che Nicoletti pronuncia quando a fianco gli siede Maurizio Panizza , delegato di Sinistra ecologia e libertà per le primarie nazionali, oltre a Nicola Zoller (Socialisti) e Rino Sbop (Pd).E il vendoliano Panizza spiega che Sel «non è un partito che vuole fare presenza». «Sinistra ecologia e libertà è nata per governare. A livello nazionale conosciamo le dinamiche Vendola-Casini. Come Sel Trentino non abbiamo pregiudiziali verso alcuna forza politica, escluse quelle di destra. Siamo pronti a trattare con chiunque». Ma come si fa a trovare un accordo a sinistra, in una coalizione ampia, dopo le esternazioni dei giorni scorsi da parte di un peso da novanta come Gilmozzi, fra gli assessori più importanti della giunta provinciale di centro sinistra autonomista? «Non condividiamo per intero la filosofia delle altre forze politiche, come non ci aspettiamo che ci sia condivisione su tutti i nostri punti. Ma è possibile trovare 4 o 5 punti di convergenza con le forze di centro». Fin qui dunque l'apertura alla «mediazione possibile» per una «santa alleanza» di centrosinistra, anche se Panizza non resiste alla tentazione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «La crisi (il riferimento è alla crisi economica, non a quella dei partiti) ci sta avvicinando al Pd». Cita progetti della giunta provinciale che lui considera sbagliati: «Penso a Metroland, penso alle caserme o alla funivia del Bondone: opere che Sel non condivide per niente. Ci vuole meno megalomania e più realismo». E ancora: «Dopo la fuoriuscita di Dellai si potrebbe voltare pagina. Può darsi che questa sia la svolta, perché anche il Trentino dovrà gestire la crisi. Troviamo quindi i punti d'accordo, per governare».Elezioni primarie blindate. Anzi blindatissime, tanto che questa volta i minorenni non potranno votare. L'esperienza del voto anticipato (esteso ai sedicenni), benché all'interno di un partito, è stata messa in soffitta. Parliamo delle primarie nazionali del Pd: in due turni (domenica 25 novembre e domenica 2 dicembre) la base del Partito Democratico sarà chiamata a scegliere il candidato premier alle elezioni politiche del 2013. Ai rappresentanti dell'alleanza democratica e progressista (oltre al segretario Michele Nicoletti, ieri alla conferenza stampa di presentazione delle nuove regole di voto c'erano Nicola Zoller del Psi, Maurizio Panizza di Sel e Rino Sbop del Pd) è stato chiesto perché questa volta i sedicenni non potranno esprimersi. Nessuno ha saputo rispondere. Tutti d'accordo nel dire che questa nuova norma si sarebbe potuta evitare.Si tratta di una scelta per rendere più stringenti i controlli su chi si reca alle urne. Al seggio ci si deve presentare con un documento di identità, con la tessera elettorale e con il certificato di elettore della coalizione di centro sinistra «Italia Bene Comune» rilasciato al momento della preregistrazione all'ufficio elettorale. La partecipazione alle primarie è riservata ai maggiorenni che sottoscrivono il pubblico appello di sostegno al centrosinistra e dichiarano di riconoscersi nella Carta d'intenti. Possono partecipare anche cittadini stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno e di carta di identità. Si è in attesa delle regole per il voto all'estero e di studenti e lavoratori domiciliati fuori della regione di residenza. La macchina organizzativa del partito (2000 i tesserati in Trentino, 20.800 i votanti alle elezioni primarie del 2009) è già in movimento (si parla di 70 seggi, con 350 persone coinvolte nelle operazioni di scrutinio), anche se si devono definire alcuni dettagli (come l'iscrizione via internet, che dovrebbe essere possibile utilizzando il sito del Pd). Per partecipare al voto è necessario effettuare la preregistrazione, che consiste nella sottoscrizione dell'appello, nell'iscrizione all'albo degli elettori e nel versamento del contributo di 2 euro. Fatte queste operazioni, si ottiene il certificato per votare. Ci si può registrare da 4 al 25 novembre (compreso). La registrazione può essere fatta presso il seggio, poco prima del voto. Ma il comitato organizzatore suggerisce di preregistrarsi proprio per poter votare più velocemente: chi arriva già preregistrato ha diritto ad una «cassa veloce», è stato detto ieri. Sabato 10 novembre e sabato 17 novembre verranno allestiti dei gazebo nelle maggiori località della provincia, in modo da favorire la preiscrizione. Può partecipare al secondo turno chi dichiara di non essersi potuto registrare all'albo entro il 25 novembre e che, in due giorni tra il 27 novembre e l'1 dicembre (da definire) sottoscriva l'appello pubblico.
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