Nel leggere alcuni recenti pensieri, una domanda sorge spontanea: il PD sta forse dimenticando i suoi stessi valori fondanti? Ci stiamo dimenticando della nostra Carta costituzionale? Il Governo Monti si era presentato con un'Agenda basata su 3 parole: rigore, equità e crescita. Purtroppo si è visto solo il primo punto: purtroppo l'equità sembra solamente un qualcosa di distante, lontano o comunque non più esigenza e presenza dell'Agenda Monti.
Giacomo Pasquazzo, 15 ottobre 2012
In questo Paese dalle profonde disuguaglianze non possiamo far finta di nulla: dobbiamo tornare ad occuparci di giustizia sociale, tornando ai nostri valori che ci ricordano che siamo nati dalla partecipazione (alle primarie del 2007) e siamo nati dalla speranza che nel PD si possano trovare le soluzioni a problemi concreti; penso al lavoro, ai miei coetanei che si trovano nella morsa della precarietà, all'immigrato che trova diffidenza ma lavora ore ed ore per questo Paese, penso alle donne che trovano le strade sbarrate. Ma la vera disuguaglianza sono i tagli, i tagli indiscriminati che vanno -alla fine e soprattutto- a colpire le classi meno abbienti: e molti scordano l'art. 53 della Costituzione che parla di progressività della tassazione ed i grandi patrimoni (e le grandi eredità) non si lamentano certo!
Il PD, dalla sua nascita, si è sempre riconosciuto nei valori della Resistenza incardinati appunto nella Costituzione: ma questa riforma del Titolo V, fatta nelle sale del potere, è un frutto di un processo democratico, di una discussione fra i cittadini? Perchè una riforma costituzionale modifica l'assetto istituzionale, come ha ben detto Luca, e dovrebbe essere condivisa dalla cittadinanza prima di tutto, perchè la Costituzione è patrimonio di tutti. E soprattutto all'art. 5 la Repubblica "promuove e favorisce le autonomie" ed "adegua i principi ed i metodi (...) alle esigenze dell'autonomia": la Costituzione voleva responsabilizzare i territori, voleva costruire una Repubblica di cittadini attivi e consapevoli, concretamente operanti per il bene del proprio territorio. Questa retromarcia del Governo è un cambio radicale, che va in netto contrasto con l'art. 5 che è uno dei principi fondamentali della Repubblica. La lotta allo spreco va combattutta a tutti i livelli, sia chiaro: ma l'autonomia resta ed è un valore, un impegno di responsabilità.
Ritengo quindi che le adesioni (anche del senator Tonini, come di altri rappresentanti del PD) facciano riflettere perchè l'Agenda Monti mette profondamente in discussione alla radice una matrice culturale progressista: viene messa in discussione quell'essenza di ideali democratici, che rendono concreto il nostro impegno da militanti affinchè si possa uscire tutti assieme da questa crisi, senza dimenticare nessuno. Pertanto non possiamo continuare con questa Agenda. Possiamo invece cambiare passo, possiamo parlare all'Italia con un linguaggio costituzionale, aderente ai nostri valori: perchè l'Italia è da ricostruire nel senso e nello spirito civico, partendo dal basso, con una riscossa di valori chiari. Siamo chiamati a responsabilità nella risoluzione dei problemi certo, ma non dobbiamo dimenticare valori e visioni del futuro. Un'agenda progressista è un'esigenza anche per restituire fiducia alla nostra base, che non capisce più quale è la visione del domani.
Costruiamo l'Italia da democratici e progressisti.