Olivi, la raccomandazione contro il "rischio camorra". Il vantaggio del Trentino secondo l'Assessore è nell'alto controllo sociale.L. Pizzini, "L'Adige", 15 ottobre 2012
L'indagine avviata dalla procura di Udine è risuonata come un campanello d'allarme in Trentino: il timore è che l'ombra della camorra sia riuscita ad insinuarsi nella rete delle imprese che operano nella nostra provincia.La vicenda in questione riguarda due imprenditori raggiungi da ordine di custodia cautelare per l'accusa di bancarotta fraudolenta ai danni di una ditta friulana. Sarebbero specializzati nell'acquisizione di aziende in difficoltà, per «svuotarle» di capitale e guadagni. E secondo gli inquirenti è ciò che sarebbe potuto capitare alla Fiorito costruzioni, perché quegli stessi imprendori sarebbero vicini agli azionisti del gruppo Pastore, che era intenzionato ad acquistare l'azienda lagarina attraverso la Garda imprese, la società di nuova costituzione controllata dagli azionisti del gruppo. L'affare però è sfumato.Da questo caso, che riporta l'attenzione sul momento davvero difficile che sta vivendo il settore dell'edilizia, lo sguardo si allarga al panorama trentino. Un territorio in pericolo? Una provincia appetibile per la criminalità organizzata? Per il presidente Garbari dell'Ance, l'associazione nazionale costruttori edili, sì: «Le nostre imprese in crisi di liquidità sono fragili» commentava ieri sulle pagine dell' Adige . «La politica e le istituzioni non chiudano gli occhi».All'appello risponde l'assessore Alessandro Olivi, dall'alto del suo osservatorio privilegiato dell'assessorato all'industria. «Certo - ribatte - la crisi è effettivamente un rischio e può aprire le porte a chi fa speculazione, in particolare sulla difficoltà a disporre di liquidità. Questa crisi espone in difficoltà soprattutto quelle imprese che arrivano al punto di dover mollare, ma il Trentino ha un vantaggio in questo senso: ha un controllo sociale fortissimo. Basta anche una singola voce ad alzare il livello d'attenzione. E l'invito che faccio agli imprenditori in questo momento è proprio questo: quello di tenere duro e di non farsi infatuare da soluzioni che possono apparire facili».Il suggerimento dell'assessore Olivi è dunque quello di evitare le scorciatoie e cercare piuttosto una via d'uscita all'interno dello stesso sistema trentino. «In futuro avremo necessariamente un minor numero di imprese nel settore edile - spiega - perché la domanda di mercato, sia privata che pubblica, non è tale da giustificare questo numero di aziende cresciute in rapporto ad una domanda drogata. Ci sarà una riconfigurazione al ribasso e a reggere saranno quelle imprese che hannno un reale patrimonio di conoscenze tecnologiche, quelle che hanno saputo interpretare i cambiamenti e puntare, ad esempio, sulla riqualificazione piuttosto che sulla mera logica dei terreni, sul risparmio energetico. Guardando avanti in quest'ottica non dobbiamo aspettarci una serie di fallimenti a catena. La soluzione è nel sapersi mettere insieme, nella specializzazione, nelle alleanze tra imprenditori».Solo così, mettendo a comune denominatore i fattori di forza di ciascuna azienda, il sistema potrà uscire dalla crisi più forte. «Io ho fiducia - chiosa Olivi - anche perché è bene ricordare che fuori dal Trentino la situazione è anche peggio, la crisi morde di più. Il nostro è un sistema sano, che anche in questa fase di cambiamento ha la capacità di reggere le contaminazioni. E questo ruolo non è proprio soltanto della politica, ma della concertazione di forze (magistartura e imprenditori) che deve porsi in modo unanime nella difesa della legalità».
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