Nell’ottobre del 2010 veniva depositato un disegno di legge dal Gruppo consiliare del Partito democratico del Trentino, prima firmataria la sottoscritta consigliera Sara Ferrari, affinché anche in Trentinovenisse garantita la disponibilità diffusa di praticare il parto indolore (Disegno di legge n. 152/XIV Disposizioni in materia di parto fisiologico indolore).
Nella relazione veniva chiarito che “In Trentino l’epidurale non è garantita in nessun ospedale pubblico, né convenzionato. Viene offerta ad Arco e a Cles, ma non con certezza di diritto e all’Ospedale Santa Chiara è del tutto casuale, non essendoci personale di anestesia dedicato al reparto di ostetricia, dipende sempre dalla eventualità di trovare un medico anestesista casualmente libero e soprattutto capace di fare tale intervento e anche, purtroppo, nella volontà di farlo. Non esiste cioè la garanzia del diritto per le donne di decidere in quale modo vogliano vivere l’esperienza del parto. La presente legge non impone l’obbligo del ricorso alla partoanalgesia, ma offre la certezza della possibilità di una libera scelta, rimuovendo gli ostacoli culturali, economici ed organizzativi che ancora oggi la rendono impossibile e dando preciso mandato alla Azienda Sanitaria del Trentino di considerarla appieno come livello essenziale di assistenza.” (rel. acc. Ddl 152/XIV)
Su richiesta dell’Assessore competente, nell’ottobre del 2011, in occasione della discussione in IV commissione legislativa della disegno di legge, la sottoscritta prima firmataria ha acconsentito a sospendere l’iter legislativo a fronte dell’impegno dello stesso Assessore, assunto in quell’occasione, di garantire alle donne trentine la reale possibilità di scegliere il parto indolore, attraverso un percorso più veloce rispetto legge, cioè tramite una delibera di giunta che in tempi rapidi avrebbe dato mandato all’Azienda sanitaria provinciale di organizzare il servizio almeno nell’ospedale pubblico di Trento e forse in quello di Rovereto.
Il 15 febbraio 2012, visto che non era stato fatto ancora nulla di quanto promesso dall’Assessore, ho depositato in Consiglio una interrogazione a risposta immediata sulla materia (int. n. 4094/XIV).
Nella seduta del 22 febbraio 2012 l’Assessore competente, in risposta all’interrogazione, affermava in aula che “in questi giorni il primario di ginecologia, con i suoi collaboratori e con la direzione sanitaria dell'Azienda, ha elaborato una prima ipotesi che potrà costituire la base per procedere all'adozione di un provvedimento, che, come avevamo peraltro concordato, evidentemente potrà essere anche esaminato nel dettaglio” (Res. Integ. Seduta antimeridiana del 22 febbraio 2012/XIV).
Siamo arrivati quasi a metà ottobre del 2012, sono passati altri otto mesi dalla risposta in Aula dell’Assessore e un anno da quando, sulla base delle promesse dell’Assessore, ho accettato la sospensione in commissione dell’iter del disegno di legge, ma la situazione rimane invariata rispetto a quanto riportato nel 2010 nella relazione accompagnatoria del disegno di legge: in Trentino l’epidurale non è garantita alle donne in nessun ospedale pubblico, né convenzionato, se non in occasioni episodiche e del tutto casuali. Anzi, risulta che all’ospedale Santa Chiara, non potendo assicurare a chi ne fa richiesta questo servizio, è stato tolto del tutto.
Merita di ricordare qui le percentuali di parto indolore sul totale dei parti praticati in alcuni Paesi europei e negli Stati Uniti (in Francia e in Inghilterra 75 %, Spagna 60%, Germania 30% e Stati Uniti 90%). Se il livello di democrazia di un territorio si misura dal rispetto dei diritti assicurati ai suoi cittadini e alle sue cittadine, anche la nostra offerta sanitaria non può basarsi su vaghe promesse e approssimativi annunci.
Tanto premesso
interrogo il Presidente della Provincia e l’Assessore competente
per sapere:
che fine ha fatto l’ipotesi elaborata dal primario di ginecologia che avrebbe dovuto costituire la base per procedere alla adozione di un provvedimento giuntale, finalizzato a garantire l’offerta di parto indolore nelle strutture pubbliche;
per quale motivo ancora non è stato adottato alcun provvedimento sulla questione nonostante le ripetute promesse dell’Assessore competente;
se ci sono impedimenti tali da richiedere la ripresa dell’iter del disegno di legge 152/XIV e quindi un intervento legislativo;
quando finalmente si concretizzeranno le premesse e sarà possibile alle donne trentine accedere ad una prestazione sanitaria richiesta da molte ed ancora non soddisfatta.
cons.ra Sara Ferrari
A norma di regolamento chiedo risposta scritta
Trento, 10 ottobre 2012