Tra Bersani e Renzi c'è Monti

Tonini: «Il Pd rischia di fare le primarie per la scelta del suo capolista non del candidato premier». Nascono i comitati.
"L'Adige", 30 settembre 2012

Mentre ancora si attendono le regole delle primarie di coalizione, che il Pd definirà nell'assemblea nazionale del 6 ottobre prossimo, a Trento come nelle altre regioni si stanno costituendo i comitati a favore del segretario Pier Luigi Bersani e quelli a sostegno del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che sono i due candidati principali. I renziani hanno già dato vita a comiati locali nelle valli Giudicarie e Rendena, Alto Garda e Ledro, Val di Non e Rovereto. E venerdì sono nati anche quattro comitati pro Renzi a Trento, per presidiare diverse zone della città, guidati rispettivamente da  Andrea Robol, Piergiorgio Sester, Roberto Stanchina  e  Roberta Calza.
I bersaniani, invece, si sono ritrovati giovedì sera per costituire il comitato provinciale ma hanno poi deciso di attendere il 6 ottobre per conoscere le regole delle primarie prima di partire ufficialmente. Tra loro c'è il consigliere provinciale  Mattia Civico, Roberto Pinter, Andrea La Malfa, Annalisa Tomasi, Roberto Valcanover, Michaela Bertoldi, Cristina Bertotti Valer, Luciana Chini  e il ventenne del Primiero  Enrico Turra  che potrebbe essere scelto per rappresentare il comitato in risposta ai «rottamatori» che sostengono Renzi. Bersani è sostenuto anche dal segretario provinciale del Pd,  Michele Nicoletti , che lo ha ribadito anche giovedì sera all'assemblea provinciale del partito dove ha detto: «Con chi sto parlando si chiedono i partner: parlo con chi comanda o no? Per questo è naturale la candidatura del segretario del maggiore partito. Ha alle sue spalle la più ampia rappresentatività politica e sociale. E in questo momento il radicamento nel mondo del lavoro riveste un'importanza centrale».
Parlando di Renzi, senza nominarlo, Nicoletti ha detto: «In questa situazione ci sono quelli che si dedicano alla pittura di scenari fantastici. Anche l'occhio vuole la sua parte e nessuno nega che una vista piacevole possa allentare la spirale depressiva. Ma la politica spettacolo è finita anche se qualcuno non se n'è accorto». Il senatore e presidente dell'assemblea provinciale,  Giorgio Tonini , che ieri ha partecipato a Roma alla riunione del gruppo dei «montiani» di ferro del Pd, tra Renzi e Bersani sceglie l'agenda Monti. Tonini ha detto ieri così come all'assemblea trentina del Pd: «O il Pd si appropria dell'agenda Monti o non reggiamo, si va a sbattere».
«Non si scappa - sostiene Tonini - se Bersani si ritira a sinistra seguendo la linea Fassina in un'alleanza con i moderati, si mette in un angolo lasciando l'agenda Monti a Casini e gli lascia anche i gruppi come le Acli che dovrebbero stare con il Pd non con Casini. Se invece pensa di vincere come Pd a vocazione maggioritaria, cambiando la legge elettorale, allora ha ragione Renzi deve conquistare i voti moderati. Ho la sensazione che rischiamo di fare le primarie solo per scegliere il capolista del Pd come dice Prodi».