C’è anche un po’ di Trentino nella sfida interna al Pd tra Bersani e Renzi, una sfida che oppone l’”usato sicuro” del segretario al più giovane “rottamatore” fiorentino per scegliere il cavallo su cui il Partito Democratico punterà per la guida del governo. I due volti femminili dello scontro Bersani-Renzi si confrontano. Con un punto in comune: «Qui si amministra bene».
"Trentino", 28 settembre 2012
Al fianco di Renzi - con delega ai rapporti con il Trentino Alto Adige - lavora Elisa Filippi, giovane roveretana laureata in scienze diplomatiche e figlia d’arte (suo padre Giacomino Filippi fu storico militante comunista e poi anche assessore nella città della Quercia). Nello staff di Bersani, invece, un ruolo di primissimo piano lo sta giocando Alessandra Moretti, vice sindaco di Vicenza ma - per legami familiari - un po’ trentina d’adozione. Le abbiamo intervistate, scoprendo due donne preparate, con idee in parte diverse ma con un punto in comune: il Trentino - dicono - dovrebbe essere preso ad esempio di buona amministrazione.
LA VICESINDACO
«Siete un modello, soprattutto nel sociale»
Nata a Vicenza nel 1973, comincia a fare attività politica nei movimenti nel 1989, diventa la prima segretaria donna dell’Associazione Studenti di Vicenza. Dopo la laurea in giurisprudenza, diventa avvocato specializzandosi in diritto di famiglia. Oggi è vice sindaco di Vicenza e assessore all’istruzione e alle politiche giovanili. Da qualche settimana è stata scelta da Bersani per far parte del suo staff impegnato nella campagna elettorale delle primarie. Sposata con un professionista trentino ha due figli.
Quella con Alessandra Moretti è stata un’intervista da Guiness: iniziata a mezzogiorno è finita alle quattro di pomeriggio. Colpa del treno su cui la vice sindaco di Vicenza viaggiava di ritorno da Roma e dei “vuoti” di linea che hanno interrotto più volte la comunicazione. Ma lei - il “volto” del segretario Pierluigi Bersani nelle primarie del Pd - ad ogni (ri)chiamata ha sempre risposto con gentilezza e pazienza, completando a volte i discorsi troncati a metà con ficcanti sms. Alessandra sta girando l’Italia per far conoscere il “Bersani pensiero” e in questo tour nella Penisola sarà presto anche a Trento, città che per motivi familiari (è sposata con un trentino) conosce assai bene e dove tutt’ora torna di frequente. Definirla “trentina d’adozione”, dunque, non è esagerato.
Vice sindaco Moretti, Renzi da queste parti è finito nel mirino per un passaggio del suo libro nel quale dice: “via le regioni a statuto speciale”. Lei sulle autonomie speciali che idee ha? Io di solito non faccio politica con gli slogan. Il tema è complesso e va affrontato facendo le doverose distinzioni. Il Trentino è senz’altro uno dei modelli virtuosi da prendere ad esempio, soprattutto nel sociale. Ma allo stesso modo guardo la Sicilia e vedo un’autonomia gestita in modo molto diverso.
Dunque qualcosa bisogna cambiare? Rivedere la normativa sulle autonomie e sulla funzione delle Regioni è necessario, soprattutto per ridurre sprechi e sovrapposizioni. Il fatto è che Renzi vorrebbe rottamare tutto a prescindere, noi invece sappiamo distinguere.
Lei , vicentina del Pd, la Valdastico la completerebbe? Penso sia un’opera utile, ma se verrà fatta non ci possono essere strappi. Ci si deve confrontare tra Regioni e tra categorie economiche.
Voi del “comitato Bersani” sarete anche a Trento? Certo, presto. Stiamo girando l’Italia. Un’esperienza entusiasmante.
Negli occhi della gente che incontra vede più entusiasmo o schifo per la politica? Vedo più entusiasmo. C’è voglia di fare, di costruire un’alternativa dal basso. Le primarie sono un’opportunità per rilanciare la buona politica in un momento in cui sembra prevalere la cattiva politica.
Quando ha ricevuto la chiamata di Bersani? Tre giorni prima della presentazione della squadra alla stampa. L’impegno è gravoso... Lavoro 7 giorni su 7.
Mai avuto dubbi se accettare? Un po’ sì. Ho due figli e un importante ruolo in Comune, ma come si poteva dire di no?
Dicono che Bersani abbia scelto una squadra di giovani per “rifarsi il look” rispetto al rottamatore Renzi. Lei come risponde? Dico solo che ovunque è passato Bersani ha innovato. Lui il rinnovamento lo ha portato con i fatti, non a parole...
L'ESPERTA DI EUROPA
«Dopo Dellai ci sia spazio per i giovani»
Elisa Filippi, 30 anni (figlia dell’ex assessore roveretano Giacomino) ha studiato Scienze diplomatiche a Forlì. Dopo alcune esperienze politiche in gioventù, ha seguito con grande entusiasmo la nascita del Partito Democratico fin dalle origini. Dopo un periodo trascorso in Toscana per alcuni corsi di specializzazione, si è trasferita a Bruxelles per lavorare nel centro studi dell’Anci dove è rimasta per quattro anni. E’ qui che ha conosciuto Matteo Renzi che l’ha coinvolta nell’elaborazione del programma delle primarie.
Pensa veloce e parla ancora più svelto Elisa Filippi, 30 anni, roveretana, “figlia” del Pd fin dalla sua fondazione e oggi riferimento per il Trentino Alto Adige del sindaco di Firenze Matteo Renzi nel duello delle primarie del partito. Nel “rottamatore” toscano Elisa Filippi si è imbattuta circa tre anni fa, per caso, mentre lavorava a Firenze. Lui aveva appena vinto le primarie e cercava di costruire una squadra giovane e dinamica per realizzare l’idea di città che aveva in mente.
Elisa Filippi, lei che ruolo ha nello staff di Renzi? Diciamo che mi occupo di portare i contributi sul programma di Renzi dal Trentino Alto Adige oltre a lavorare sul programma in tema d’Europa, data la mia esperienza passata a Bruxelles. La speranza è di creare un tavolo comune tra Trento e Bolzano per fare sintesi sul tema dell’autonomia.
Con Renzi è stato - politicamente parlando - un colpo di fulmine? Diciamo che mi sono accorta subito delle qualità e dello spessore politico dell’uomo. Le sue idee sul modello di città a Firenze, con zone chiuse al traffico, mobilità elettrica, spazio e fiducia nei giovani mi hanno subito conquistata.
Nel Pd trentino i renziani sono sempre più numerosi, vuol dire che lei sta facendo una buona “campagna elettorale”...O non sarà che qui - dopo 15 anni di “dellaismo” - la spinta al rinnovamento della politica è più forte che altrove? Forse è proprio così, ma penso che chi guiderà il Trentino dopo Dellai avrà un compito gravosissimo. Le sfide che dovrà affrontare saranno complesse sotto ogni profilo, quindi sarà utile valutare con attenzione il futuro candidato del centro sinistra.
Dipendesse da lei, l’età del candidato dovrebbe essere un elemento essenziale della scelta? Non penso proprio. Rinnovamento non sempre fa rima con “rottamazione”. Ma una cosa è certa però...
Quale? Che il candidato dovrà essere del Pd. E’ ora che il partito si assuma le proprie responsabilità di governo.
E chi vedrebbe bene come futuro governatore? Zeni, Olivi, Pacher, Tutti ottimi nomi, ma non tocca a me farli. L’importante è che abbia due caratteristiche: che sia una persona coraggiosa e visionaria. Anzi tre: la terza è che valorizzi i giovani, cosa che in questi 15 anni a mio avviso non è stata fatta in modo adeguato.
Il tema della trasparenza è uno dei cavalli di battaglia di Renzi. Di trasparenza si discute molto anche in Trentino in questi giorni: lei pensa che la politica trentina potrebbe fare di più? Non vorrei dare giudizi sugli altri. Dico solo che il Comune di Firenze, per fare un esempio, ha voluto da subito mettere sul sito tutte le spese nel dettaglio.