TRENTO Anche in assenza di una legge che lo imponga, il gruppo del Pd in consiglio provinciale si è dato delle regole di rendicontazione per il proprio bilancio. «Si tratta di dati pubblici, che non abbiamo alcuna difficoltà a rendere noti» spiega il capogruppo Luca Zeni, che va così elencando: «In totale, come gruppo più numeroso (8 consiglieri) nel 2010 avevamo a disposizione 108 mila euro, più altri 41 mila avanzati dall’anno precedente.»
"Trentino", 26 settembre 2012
Per spese generali di segreteria e amministrazione 3046 euro, per spese di rapprsentanza 14 mila, zero per spese di trasferte e viaggio, poiché abbiamo a disposizione i rimborsi chilometrici per l’attività politica, per utenze e acquisto beni 4 mila euro, per collaborazioni 3600 euro, mentre per attività di informazione e propaganda abbiamo speso 97 mila euro». Le regole interne dicono che, ribadisce Zeni, «Non esce un centesimo se non è rendicontato. Dovrebbe essere una regola generale, per tutti i gruppi. Ma al di là del momento economico e del “caso Lazio”, il Parlamento dovrebbe stabilire se sia giusto o meno mettere a disposizione dei fondi per l’atività politica. Se non lo è, bisogna trovare un’altra formula per finanziarli, altrimenti vanno stabilite regole precise perché eccessi come in Lazio non siano possibili». Il Pd, argomenta Zeni, è per la trasparenza. «Purché non si entri nel merito delle singole voci di spesa - di cui risponde sempre il capogruppo, che ne ha la responsabilità - per il puro gusto del gossip, per sapere chi è stato a cena con chi».