Renzi disorienta il Pd sul territorio

Fra i dirigenti del Pd impegnati a livello comunale o di Comunità di valle c'è disorientamento e anche un certo disagio per le primarie nazionali di coalizione - ma sembrano di partito - che vedono contrapposto il segretario Pier Luigi Bersani e il giovane sindaco di Firenze, Matteo Renzi, mentre si stanno aggiungendo altri candidati del Pd, come Laura Puppato, capogruppo in consiglio regionale del Veneto, accanto a Nichi Vendola (Sel) e Bruno Tabacci (Api).
L. Patruno, "L'Adige", 16 settembre 2012

Dunque, mezzo gruppo provinciale del Pd ha già deciso di schierarsi con Renzi e anche il vicepresidente della Provincia, Alberto Pacher, ha dichiarato di essere tentato dal rottamatore, mentre il segretario del Pd trentino, Michele Nicoletti, si è espresso nettamente a favore di Pier Luigi Bersani, definito il «candidato migliore» per la presidenza del consiglio. Tra i democratici impegnati sul territorio, invece, prevalgono i dubbi, anche se c'è chi come i presidenti di Comunità di valle,  Salvador Valandro  Michael Rech  sono tra gli attivisti pro Renzi. Il sindaco di Riva del Garda,  Adalberto Mosaner , vuole capire meglio le differenze tra le proposte in campo: «Mi aspetto un dibattito che vada oltre gli slogan, specialmente su alcuni temi. Ad esempio, su alcune affermazioni liberiste di Renzi ho qualche dubbio. Va bene che l'Italia va ripensata, ma attenzione: sullo stato sociale si deve avere cautela. Per me - continua Mosaner - Bersani è una certezza, ma nello stesso tempo Renzi pone un tema importante che è quello del dialogo intergenerazionale: dobbiamo riuscire a parlare ai giovani». Riguardo alle primarie provinciali per la scelta del successore di Dellai il sindaco di Riva si augura che la coalizione riesca a convergere su una proposta prima di passare alle primarie, come ha detto Olivi. E poi aggiunge: «Il vicepresidente Pacher ha espresso la sua disponibilità e potrebbe trovarsi a fare il presidente negli ultimi mesi di legislatura. Cosa facciamo, poi lo delegittimiamo? Riflettiamo sui pericoli». A fine agosto il sindaco di Rovereto,  Andrea Miorandi , aveva dichiarato di fare fatica a riconoscersi in Renzi o Bersani senza avere visto i programmi, e proprio da Rovereto il segretario del Pd locale,  Fabiano Lorandi  esprime non poche preoccupazioni sul quadro nazionale, ma anche sul dibattito locale per il dopo-Dellai. «Le primarie nazionali - dice Lorandi che sembra rivolgere la sua critica soprattutto a Renzi - così impostate sembrano accentuare la dimensione del partito come uno strumento finalizzato a scegliere un leader indipendentemente dal progetto politico. C'è il pericolo che il Pd si trasformi in un comitato elettorale al servizio di una persona, di un capo, non di un progetto di governo. Vedo un'analogia con Berlusconi anche nella eccessiva spettacolarizzazione mediatica e la semplificazione comunicativa a cui stiamo assistendo». Per quanto riguarda il livello provinciale, come Mosaner e Olivi, Lorandi pensa che le primarie debbano essere la seconda scelta: «Per la designazione del candidato governatore si facciano le primarie solo dopo aver cercato la condivisione della coalizione su un nominativo che sia interprete del progetto. L'esempio del Comune di Rovereto può rappresentare un precedente significativo». E sempre dalla città della Quercia l'assessore all'urbanistica,  Giulia Robol , dà un giudizio molto duro sul duello Bersani-Renzi. «Non mi sono ancora orientata - dice Robol - perché mi sembra tutto schizofrenico e difficile da comprendere: si dovrebbe scegliere il leader della coalizione e invece il dibattito è tutto interno al Pd. Ma dov'è la coalizione?». Giulia Robol è stata sempre critica con la «vecchia» classe dirigente del Pd nazionale, che non è riuscita a realizzare «il mandato di fare del Pd un partito riformista ed europeo», ma è chiaro che non è stata conquistata, almeno per ora, da Renzi: «Capisco il suo messaggio, ma il suo modo di realizzare il rinnovamento mi sembra troppo individualista e mediatico. Avevamo appena recuperato la sobrietà anche culturare con Monti, sembra di ritornare un po' alla stagione di Berlusconi».
Tra chi sta ancora a guardare c'è  Luca Sommadossi , presidente della Comunità della valle dei Laghi, che non si sbilancia: «C'è qualcosa positivo e qualche criticità in tutti, ne stiamo parlando nel circolo e vogliamo approfondire le proposte. Io penso che si debba puntare a una squadra valida e competente al servizio del Paese. La mia paura è però che ci si avvii verso un percorso di scontro più che di costruzione». Anche il vicesindaco di Pergine,  Marina Taffara , dice di non aver ancora preso posizione, anche se il segretario Bersani la convince di più. «Riconosco a Renzi una spinta innovativa - dice Taffara - ma la mia impressione è che il nostro segretario riuscirà a fare propri gli interessanti contenuti proposti da Renzi».
Decisamente contro il sindaco di Firenze è invece  Enrico Turra , ventenne consigliere della Comunità del Primiero, che non condivide affatto la linea politica in materia di economia e lavoro di Renzi. «Io preferisco l'impostazione di Fassina - dice Turra - mi ha scandalizzato la posizione di Renzi a favore di Marchionne e non mi piace il suo slogan populista sui vecchi tutti a casa: vuole cambiare tutto per non cambiare niente».