A Verona la candidatura ufficiale del sindaco di Firenze. Rudari: "Può giocarsela fino in fondo, a meno che non decidano di fare le primarie solo per gli iscritti. Zeni: "Ha rivendicato a legittimità, anzi il dovere di buttarsi e di prendersi ora le proprie responsabilità. Cogo: "Dalla sua parte anche se sono femminista".
"L'Adige", 14 settembre 2012
«Annuncio ufficialmente la mia e la nostra candidatura a guidare l'Italia per i prossimi 5 anni». Erano le 11.50 ieri mattina quando Matteo Renzi, dal palco del Palazzo della Gran Guardia nel centro di Verona, ha ufficializzato la sua candidatura alle primarie del centrosinistra.
«Venticinque anni fa eravamo senza telefonini, anche i loghi dei partiti erano diversi da quelli di oggi, mentre i leader no, sono gli stessi». Così il sindaco di Firenze ha motivato la sua discesa in campo. Tra una battuta («Lo hanno fatto per darci un punto di riferimento») e qualche annuncio programmatico ad effetto («Siamo qui per raccontare che i 25 anni che ci aspettano non serviranno solo per cambiare la classe dirigente ma anche il futuro dei nostri figli») Renzi ha contagiato di entusiasmo anche i suoi supporters trentini: un pullman di 40 persone, qualche sostenitore in auto e qualcun altro in treno. A guidarli Elisa Filippi , da poco nominata coordinatrice provinciale del comitato pro Renzi. «Matteo - è il primo commento di Filippi - ha entusiasmato per i suoi accenni alla famiglia, per la concretezza del suo messaggio, per la sua voglia di mettersi in gioco. Ora lo aspettiamo a Trento».
«Dopo questo discorso - è la sensazione a caldo del consigliere provinciale Andrea Rudari , incasellabile tra i renziani della prima ora - ho l'impressione che potrà giocarsi la vittoria fino in fondo, a meno che non decidano di fare le primarie solo per gli iscritti, perché a quel punto si metterebbe in moto la struttura del Pd e per Renzi diventerebbe davvero dura». Sul piano politico Rudari nota come «la sua è una proposta fatta sì agli elettori del centrosinistra, ma anche a quelli delusi dalla destra e a quelli spaesati, che magari voterebbero i grillini».
«Ha rivendicato la legittimità e, anzi il dovere di buttarsi e di prendersi ora le proprie responsabilità» sottolinea invece Luca Zeni . Sui temi, il capogruppo in Provincia ha applaudito ai continui richiami all'Europa, e alla volontà di «rivedere alcune politiche economiche sulla contribuzione alle imprese», mentre sul metodo evidenzia la sua scelta «di stare in mezzo alla gente e non in tv, come segno di voler cambiare punto di vista, partendo dalle esigenze delle persone e non dai vertici». «Ma soprattutto - conclude Zeni - ho visto il passaggio dal Renzi rottamatore al Renzi costruttore: era quello che attendevo con più interesse».
Salvador Valandro , presidente della Comunità di valle dell'Alto Garda è stato impegnato per gran parte della mattinata a twittare i passaggi più forti del monolgo di Renzi: «Un discorso motivazionale, com'era nelle previsioni - racconta - ma anche di serietà e di responsabilità, soprattutto nella sua decisione di girare tutte le città d'Italia per parlare con la gente di Europa, di merito e di futuro. Ora che si imputa alla politica di rimanere chiusa nel palazzo l'andare in mezzo alla gente ha un valore inestimabile».
All'estero per motivi personali, si dice affascinata da Renzi anche Margherita Cogo . «Renzi - dice - è una chance per l'Italia e se lo dico io, femminista incallita, che dovrebbe votare per la Puppato... In lui vedo una proposta di rottura contro il mantenimento della nomenklatura e l'accordo con Sel».
Sul pullman dei renziani c'erano anche i consiglieri comunali di Trento Andrea Robol e Roberta Calza , i consiglieri di Rovereto Gianluca Merlo e Fabrizio Sannicolò , il presidente della comunità degli Altopiani cimbri Micheal Rech , il presidente della circoscrizione di Ravina Roberto Stanchina , il sindaco di Ala Luigino Peroni , Alessandro Rognoni (Forum Nazionale Giovani), Elena Mendini (Val di Non).