«No all'intreccio tra logiche nazionali e primarie locali»

Per Alessandro Olivi, assessore provinciale all'industria, le primarie nazionali del Pd sono «pericolose»; avrebbe preferito evitarle e teme che turbino anche il dibattito sulle primarie provinciali per la scelta del candidato presidente della Provincia per il 2013. Olivi le definisce pericolose perché dice: «Stanno assumendo sempre più il significato di un congresso del Pd invece che di primarie per la scelta del candidato della coalizione per governare l'Italia».
L. Patruno, "L'Adige", 13 settembre 2012

«Renzi - sostiene Olivi - introduce una questione importante, quella del rinnovamento, ma appartiene al confronto interno, così come il nodo che non è ancora stato sciolto su cosa si vuole che il Pd diventi: se un partito nel solco della socialdemocrazia che si allea con il centro o un partito che riprende l'ambizioso progetto iniziale di unire riformisti e popolari. Lo scontro interno alle primarie rischia solo di indebolire il Pd, che non è autosufficiente, rispetto ai potenziali alleati».
Olivi dunque spera ancora che le primarie nazionali alla fine non si tengano, anche se è chiaro che se poi ci saranno dovrà fare una scelta. «Alle primarie per la scelta del segretario - ricorda l'assessore del Pd - mi schierai con Bersani perché allora pensavo che fosse la persona più adatta a rinsaldare la base del partito e perché con lui c'erano Enrico Letta, la Bindi e dunque la sua era una proposta più plurale. Purtroppo però in questi mesi il processo per realizzare un nuovo Pd non è andato avanti. Renzi vuole andare oltre le vecchie appartenenze e allargare la base dei consensi e questo è positivo».
Ma ora Olivi è preoccupato che: «Si intreccino le dinamiche delle primarie nazionali con i posizionamenti e le geografie per le primarie del 2013. Non si può dire che chi è renziano è per il rinnovamento e chi è per Bersani è un restauratore». Insomma, Olivi è preoccupato forse anche per le dichiarazioni del suo principale concorrente alla candidatura per la presidenza, Alberto Pacher, che si è mostrato tentato dall'opzione Renzi.
«Per la scelta del candidato presidente - conclude Olivi - penso che come prima opzione dobbiamo vedere se i partiti della coalizione riescono a trovare un nome su cui convergere. Se il tentativo fallisce allora sono per le primarie e valuterei le primarie all'australiana con più preferenze».